Mi alzai e presi il cellulare. Lo accesi: erano le tre del mattino. Dov'era il mio Louis?! Mi allarmai. Mi alzai di scatto dal letto e corsi in cucina. Non c'era nessuno. Corsi in bagno, allora. L'acqua della doccia batteva sul pavimento, una voce cantava. Aprì la tendina e dentro c'era lui, quello stronzo.
"Cazzo Louis. Che ci fai qui?!" Chiesi restando in piedi davanti a lui, nudo.
"Oggi si parte, non tel'avevo detto?" Disse sorridendo.
"Per dove?" Chiesi guardandolo.
"Si va a Parigi" disse. "Amore, mi passi l'aciugamano lí accanto a te?" Mi chiese poi.
"Si. Ma siamo solo noi due?" Chiesi.
"No, c'è anche Giulia e Harry" disse e uscí dalla doccia. Cosa?!
"C-cosa?! Io pensavo fossimo solo noi due, insomma per dire un viaggio romantico. Lo sai no? Parigi è la cittá dell'amore. Quindi pensavo tipo....hai capito" dissi e, con un dito, tracciai i lineamenti dei suoi addominali umidi. Arrivai fino all'orlo dell'asciugamano. Cercai di infilarci la mano ma mi fermai. Cazzo, le valige?!
"Louis, cazzo, le valige?! Io non lo sapevo, non ho fatto niente, io..." mi fermò e mi baciò le labbra.
"Ho già fatto tutto" disse e mi ribació. Si sedette sul bordo della vasca, e io mi avvicinai per baciarlo. Mi prese le cosce e ora ero a cavalcioni su di lui. Misi le braccia intorno al suo collo e lui sulla vita. Iniziai a muovere i fianchi lentamente. Lui rise. Qualcuno aprì la porta, la spalancò proprio. Meno male era solo il vento. Louis rabbrividì, è vero, era nudo.
"Dai amore vestiti" dissi e gli scesi di dosso. Mi fermò e mi prese per la vita e mi ribació. Lo spinsi dal petto me non si mosse neanche di un millimetro. Mi stringeva sempre di più. Gli diedi qualche schieffetto sul petto ma lui rise. Si staccó.
"Che vuoi? Era così bello" disse e sbuffò.
"Louis, lo so anche a me piaceva ma devo vedere come hai fatto le valige e si ci hai messo dentro le cose giuste. Poi andiamo a Parigi e mi puoi prendere quante volte ti pare, tanto a me piace" dissi.
"Patatina mia, non essere così pervertita. Solo io posso esserlo. Allora a Parigi quante volte quattro, cinque, sei?" Disse. Okay, posso morire, così, tanto per cambiare. Sbarrai gli occhi e mi girai. Arrivata in camera accesi la luce.
"Sette?!" Sentì urlare.
"Otto!" Risposi io.
"Ti amo, Patatina" Urlò lui.
"Ti amo, Maniaco sessuale" urlai io altrettanto forte. Aprì le valigie vicino all'armadio. C'era un bigliettino.
'Cara Patatina,
Sai quanto ti amo, no?
Bene, è per questo che ti porto alla città della dolcezza, dell'amore, dela romanticismo. Parigi per me vuol dire tanto, i miei genitori si sono conosciuti lì, sai? Cel'hai presente la Torre Eiffel? Se si è lì che riceverai una sorpresa.
Ti amo,
Sempre tuo Louis♥'Una sorpresa? Sono troppo curiosa. Però ora non ci posso pensare. Presi la prima valigia, sulla quale c'era scritto il nome LOUIS con vari pezzetti di giornale. Ma perchè è così infantile ma bellissimo? La aprì, era tutto arrotolato, niente di piegato. Mi sentivo leggermente arrabbiata.
"Louis! Corri subito qui!" Urlai con più forza avevo in corpo. Un passo affrettato si avvicinava.
"Che c'è amore?" Chiese.
"Nelle valigie la roba va piegata non arrotolata!" Gli urlai contro.
"Scusa, i-io non so..." inziò.
"No, ora le rifai tutte" dissi e si avvicinò a testa bassa. La alzò solo per farmi la linguaccia.
"Aspetta, ti faccio vedere come si fa" dissi e mi avvicinai. Presi una t-shirt, sporca. Gliela mostrai.
"Che c'è?" Chiese guardandomi.
"Il mio ragazzo non và in giro con roba messa e rimessa. Ora prendi roba pulita? La mia valigia è uguale, vero? Ci scommetto cinque mani sul fuoco" dissi arrabbiata più che mai. Corsi a prendere la mia valigia. La posai sul letto e la aprì. Su questa c'era scritto il mio nome GIORGIA con rose e tulipani. Bellissimo. Dentro era tutto perfetto. Ma che cosa?
"Perchè la mia è così e la tua è...hai capito" dissi sbalordita.
"Volevo farti una sorpresa per non farti arrabbiare. Peró l'ho fatto capitare, no so proprio fare niente, hai ragione te" disse e si sedette sull'orlo del letto. La sua faccia tra le mani. Una lacrima scese dalle sue mani. Non voglio che pianga, mi fa stare male.
"No, amore, non piagere ti prego. Sennò sto male anche io. Ti prego" dissi. Corsi da lui e gli tolsi le mani dal viso.
"I-io non vado bene per te. Sei troppo, veramente troppo, per me" disse. Una lacrima mi rigò il viso.
"Sono io, sono io che esagero sempre. Scusa ti prego, scusa Louis, perdonami" dissi e mi portó sulle sue gambe.
"Io non voglio non posso perderti, non voglio. Sei tutto per me sei la mia vita, il mio cuore. Louis sei tutto per me non mi lasciare per una cavolata" dissi e lo guardai nelle iridi cielesti. Non disse niente, mi baciò. Quello mi bastava come un si.
"Ora ti rigaccio la valigia e ti ci cambio pure i vestiti, okay?" Dissi. Lui sorrise, mi prese il viso tra le mani e mi ribaciò.
"Però la maglietta a righe blu e bianche no" diss e strinse la maglietta al suo petto.
"No Louis. È più di una settimana che te la metti" Sbuffai. Mi sfidò e inziò a correre per tutta casa.
"No Louis. Oddio quanto sei piccolo" dissi e inziai a correre. Mi ritrovai in camera di Niall, per la precisione, ci ero sdraitata sopra. Aprì gli occhi assonnati. Quando si sveglia è troppo dolce. Ha le guanciotte rossissime e le mani vellutate e un sorrisino che ti sembra che abbia solo qualche anno.
"Giorno ragazzi" disse mi diede un bacino sulla guancia e subito dopo guardò Louis e gli sorrise.
"Giorno Louis" disse. Cercò di avvicinarsi per dargli un bacino ma si soostò.
"Andiamo Louis, non rifarai come l'altra sera? È solo un bacino" dissi in tono di rimprovero.
"Va bene. Su Niall dammi un bacino" disse e Niall sorrise prima di dargli il così tanto aspettato bacino. Dopo dovetti dirgli che oggi io, Louis, Giulia e Harry partivamamo per Parigi e lui mi sembrò triste. Ma lo rassicurai che l'avrei chiamato tutte le sere e che gli avrei dato la buonanotte, tale e quale ad un bambino.
"Allora, Giulia ed Harry? Secondo te hanno finito?" Chiese Louis.
"Per l'amor del cielo! Basta" dissi e mi avvai in salotto. Harry e Giulia erano abbracciati sula divano letto con una sola coperta a coprirli.
Louis, con il suo solito garbo, li svegliò così:
"Buongiorno!" Urlò. Giulia e Harry si svegliarono di sobbalzo e si strinsero uno all'altro. Poi risero.