capitolo 10.

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« mi chiamo Genn»

Dice, bevendo l'ultimo sorso del suo caffè.

« nome in lungo?»

Chiedo e lui sorride, sistemandosi il cappellino.

« Gennaro»

Ammette.

« non sei Americano, vero?»

Lui squote la testa.

« sono Italiano, da Napoli»

Sorrido.

« ce ne andiamo?»

Chiedo a lui annuisce, posando i soldi sul tavolo e alzandosi.
Mi alzo anche io e lui mi riprende per mano ed usciamo dal bar.

« non scappo mica»

Gli faccio notare, ridendo, ma lui non accenna nemmeno un sorriso.
Ha di nuovo quello sguardo perso.

saliamo, di nuovo in macchina e partiamo.

« dobbiamo andare ancora in quel posto buio? »

Chiedo e lui posa il gomito sul finestrino, annuendo.

Quando arriviamo scendiamo dalla macchina ed entriamo nell'edificio.
Percorriamo il corridoio ed entriamo in una stanza.
Accende la luce e la stanza si illumina.

Non è una stanza ma in intero appartamento...

Entro e mi siedo sul divano a L.

« fa come e fossi a casa tua»

Dice ironicamente, ma non lo ascolto.

Lui sparisce in cucina, penso, e io mi alzo curiosando in giro.

« sei proprio una ficca naso»

Dice, posando due bicchieri sul tavolino.
Lo guardo e lui guarda me, senza nessuna espressione in volto.

mi siedo sul divano e lui fa lo stesso, sorseggiando un po' della bevanda.

« non morirò bevendola?»

Lui mi guarda e scoppia a ridere.
Ma che cazzo ti ridi..?

Io questo ragazzo proprio non lo capisco.

Prendo il bicchiere e ne bevo un po' e poi lo poso sul tavolino.

« che ore sono?»

Chiedo e lui guarda l'ora sul telefono.

« sei»

Dice.

« voglio tornare a casa mia»

« non posso, sta sera ti porto dal capo»

Mi informa.

« sei anche tu uno di quelli dei giri sbagliati?»

Chiedo

« no, ma sono in debito con questo signore e devo solo portarti da lui, tutto qui»

Ammette.

« e chi sarebbe?»

Chiedo, ma lui non mi risponde e beve la sua coca cola.

« Rispondimi»

Dico squotendolo e lui mi guarda con sguardo atroce.

« lo scoprirai»

Dice

« almeno posso chiamare i miei amici? Saranno in pensiero»

Chiedo.

« gli ho già avvisati io col tuo telefono»

Ammette.

Non gli rispondo e guardo avanti a me.
Non ha nemmeno una tv...

« ma una tv?»

« è in camera, vuoi andare?»

Chiede e io annuisco.
Andiamo sopra e ci mettiamo sul letto, matrimoniale, a guardare la tv.

Verso le sette e mezza scendiamo in cucina.
Mi siedo su una sedia mentre lui mi prepara gli spaghetti.

Prepara poi la tavola e si siede, avanti a me, per mangiare.

Mangio tutto e lo stesso fa lui.

« cucini benissimo»

Ammetto, bevendo l'acqua.

Lui sorride appena e si mette a lavare i piatti.

Un bel uomo di casa.

« okay, mi vado a vestire e andiamo, non andartene»

Non rispondo e mi butto sul divano, mentre lui sale al piano di sopra.

Non voglio scappare, voglio sapere chi mi cerca e perché.

Poco dopo riscende e prende le chiavi della macchina e usciamo da casa. Saliamo in macchina e partiamo.

« Il nemico del mio migliore amico »2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora