capitolo 13.

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Mi sveglio e scendo in cucina, dove tutti stanno pranzando a quanto pare.

Mi siedo anche io a tavola e mi viene data la mia porzione di pasta.
La mangio per metà, non avendo molta fame e non essendo buona come l'ha fatta Genn.

Bevo un bicchiere d'acqua e poi aiuto Alba a sparecchiare.
Lei lava i piatti e io mi rifugio in camera.
Mi sdraio sul letto e prendo il telefono.
Chiamo Cameron.

Dopo vari squilli mi risponde sua sorella.

« hey Sierra, Cam è in casa?»

Chiedo

« oh si »

Dice e sorrido.

« va bene ciao»

Prima che possa dire qualcosa, chiudo la chiamata.

Poso il telefono sul letto e guardo il soffitto.
Mi annoio.

Ogni volta che vengo qui, alla fine finisco per annoiarmi perche tutti fanno i cazzi loro.

È passata quasi una settimana e ne manca ancora una.

Non posso fare a meno di pensare ad Ian.
Non posso crederci che mi abbiano tenuto nascosto che sono sua figlia.

Ero circondata da giri malsani, ma non pensavo di esserne dentro fino a sto punto.

Sono il capo.
Ma sono il capo di cosa poi.

Penso a Genn.
Quel ragazzo mi attira, ha quel non so che, che mi attrae come una calamita.
I suoi occhi azzurri, contornati da nero sono impressi, con un immagine indelebile, nella mia mente.
È una persona diversa dalle altre, si vede dai suoi occhi che ha sofferto molto nella vita. Ha un grande sviluppo visivo, ma visivo dell'anima attraverso gli occhi.

Riesce a riconoscere la persona solo guardandola negli occhi e farsi capire.
Ha un modo tutto suo di essere.
Non sorride spesso, ma quando lo fa, lo fa in modo impeccabile.

Impossibile dire che lo conosco già, perche io al contrario di lui, non capisco subito.

Cass, devi smetterla di pensare a quel ragazzo.

Basta.
Basta.
Basta.

A risvegliarmi dal mio stato di trans per Genn è la porta, a cui stanno bussando.

« avanti »

Sussurro e la porta si apre con cautela ed entra Louis.

Si sdraia vicino a me e io poggio la testa sul suo petto e lui avvolge le braccia attorno al mio corpo, stringendomi a se.

Restiamo in quella posizione per un po' poi lui allenta la presa.

Inconsapevolmente, le lacrime rigano il mio volto e si fanno sempre di più.

«Non voglio che tutta questa merda capiti a me»

Sussurro, tra un singhiozzo e due.

« ssh, piccola, ci sarò sempre io vicino a te»

Mi rassicura, passando continuamente una mano sulla mia schiena.

« piccola, avanti, non piangere»

Continua, ma non posso farne a meno e inizio un pianto isterico.

La porta si riapre ed entra Harry.

« che succede, Louis che le hai detto?»

Chiede preoccupato avvicinandosi e sedendosi dall'altra, mia, parte.

« Il nemico del mio migliore amico »2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora