23 dicembre 2015
"Non riesco a credere che il 10 gennaio io abbia un esame!" mi dice Eleonore depressa.
"Dici che riesco a preparare Antropologia in meno 20 giorni?"
"Ma si, se ti impegni." le rispondo.
L'aria fredda di dicembre mi colpisce in pieno viso facendomi stringere nella sciarpa.
"Entriamo qui, devo comprare ancora il regalo a mia madre."
Le canzoni di natale riecheggiano per le strade della città, tutti sono piú rilassati e il tempo sembra scorrere piú lento.
Eleonore si aggira nel reparto accessori cercando qualcosa di appropriato per la madre.
"Secondo te va bene?"
"El quello é un foulard di Hermes!"
"Si, va bene per mia madre?" alzo gli occhi al cielo, ovviamente non ha visto il prezzo
"Cazzo costa 150€! Vado a chiedere se hanno qualcosa di simile piú economico!"
Continuo a girare per le corsie del negozio, per fortuna ho finito i regali qualche giorno fa.
Giro l'angolo e vado a sbattere contro qualcosa e la sciarpa che volevo proporre a El cade a terra.
"Scusami" dico imbarazzata
Il ragazzo mi sorride gentile.
"Non ti preoccupare."
Si abbassa prende la sciarpa e me la porge.
"Grazie" gli dico, mi sorride e se ne va.
Vedo Eleonore tornare verso di me
"Conosci Alessandro?"
"Chi?"
"Alessandro, é uno degli istruttori della scuola guida"
Mi ritornano in mente tutte le volte in cui Rosaline, tornando dall'auto scuola mi parlava di quanto bello fosse uno dei suoi istruttori.
"Lui è il famoso Alessandro?"
"Si, per favore non innamorartene anche tu! Non è neanche bello, non capisco il suo successo con le donne."
Borbotta infastidita, a quanto pare solo dalla sua presenza, è vero forse
non era bellissimo, ma aveva quel non so che, quel fascino che riesce a catturati con un semplice movimento.
Guardo nella sua direzione, c'è una donna con lui, gli parla e gli mostra una maglia. Lui come la maggior parte degli uomini in questo negozio, annuisce con l'aria annoiata.
"Io comunque ho fatto" mi dice El.
Guarda prima me e poi lui.
"Lascia perdere, si sta per sposare"
"È cosi giovane!"
"Ha 30 anni."
Pensavo fosse solo qualche anno piú grande di noi, non dimostra affatto trent'anni, ma guardandolo attentamente si percepisce che é un uomo.
Usciamo dal negozio e ci incamminano verso casa di Eleonore.
"Ti va una cioccolata calda?"
"Si, grazie." gli rispondo.
La beviamo in tranquillità parlando dell'Università e delle vacanze.
Il suo salotto è circondato da lucine dorate che rendono l'atmosfera calda e accogliente, mi perdo nelle luci dell'albero che si accendono e si spengono ad intervalli regolari per poi aumentare il ritmo all'improvviso.
"Lily mi senti? Ma che hai oggi? Sei cosi distratta!"
Mi giro verso di lei e alzo le spalle
"Niente, ho la testa da un'altra parte, scusami."
Lei mi guarda e fa spalluccie
"Per te va bene se ci riuniamo in tavernetta dal ragazzo di Giorgia?"
"Si perfetto."
"Bene, vieni ti faccio vedere quello che ho comprato ieri."La stanza di El come sempre é dominata dal caos, il letto a castello blu che divide con la sorella minore è pieno di panni, gli scaffali saturi di libri e cornici che la ritraggono nei vari viaggi che ha fatto. I suoi genitori sono dei reporter, sono spesso via per lavoro e in molti viaggi Eleonore gli ha seguiti.
Sogna di diventare una giornalista, di avere una rivista sua, magari che parli di viaggi, dice lei.
È strano pensarla cosi, lei che nella vita quotidiana é timida e riservata, è come se dentro di lei ci fossero due personalità contrastanti.
In qualunque contesto Eleonore riesce a dare il meglio, è impossibile non volerle bene, sembra sempre troppo piccola a causa del suo metro e cinquantatre e tutti si sentono come in dovere di proteggerla.
Mi fa vedere la gonna a palloncino nera e il top oro che ha preso per capodanno.
È strano vederla con abiti del genere, lei che indosso sempre jeans e maglioni, i capelli castani le ricadono, come sempre, disordinati sulle spalle, fa una piroetta e quasi cade a causa del filo della lampada.
"Non sembro una bambolina stupida?"
Alzo gli occhi al cielo.
"Ti stanno bene" le ripeto per la terza volta.
Si guarda dubbiosa allo specchio un'ultima volta e si veste per la serata. Una volta pronta mi accompagana a casa, mi cambio e mi preparo anch'io.
La mia stanza é completamente diversa da quella di Eleonore. Mia madre è una maniaca delle pulizie, tutto è al proprio posto e niente di questa stanza rispecchia ciò che sono, ci sono le mie vecchie scarpette da danza che penzolano appese al letto.
Odio la danza, mia madre mi costrinse ad iscrivermi a sei anni e ho continuato fino a sedici, per compiacerla.
L'unica cosa che ho deciso di mettere io qui è la libreria, dove ci sono tutti i miei libri, fumetti e cd, che mi hanno accompagnata nel corso della mia vita.Mi preparo velocemente, metto le calze scure, dei pantaloncini di pelle neri a vita alta e il maglione verde petrolio corto.
"Queste cose posso stare bene solo a te."
"Se tu mi ascoltassi invece di comprare cose a casaccio vestiresti anche tu cosi!"
Lei sbuffa "Metti i tacchi?"
"No gli anfibi."
Mi ritocco il trucco e mi do un'ultima occhiata allo specchio.
Non rispecchio affatto il prototipo della ragazza bon-ton tutta fiocchi e organza.
Ho sempre preferito gli anfibi ai tacchi, li metto solo in casi di estrema necessità.
Mia madre mi vorrebbe piú femminile nell'abbigliamento, mi dice sempre: "hai un viso cosi delicato, sembri Audrey Hepburn, vesti da ragazza perbene!". Ma io mi sento bene cosi.
"Pronta?"
Annuisco saluto i miei e scendiamo.
"Manda un messaggio a Rose, dille di scendere."
El guida veloce e borbotta insulti a chiunque le si pari davanti.
Rose aspetta davanti il portone di casa sua con la faccia dentro la pelliccia rosa cipria corta.
Ecco lei è l'opposto di me, entra in macchina facendo attenzione alla gonna e subito si sistema il caschetto biondo, che oggi porta liscio.
Abbiamo dei pantaloncini simili, ma lei sopra ha una camicia bianca di velo con il colletto e i polsini neri brillantinati, adoro il suo stile, ma non indosserei mai i suoi abiti.
"Sta mattina ho guidato con Alessandro!" ci annuncia entusiasta.
El alza gli occhi al cielo.
"Si sta per sposare!"
"Non ho detto niente, ho solo detto che ho fatto la guida con lui."
"Finalmente l'ho visto di persona."
"Dove?" dice quasi urlando
"Al centro commerciale, ci ho sbattuto contro."
"Come é? Di la verità?"
El mi lancia un occhiata di supplica, come a dire non la assecondare ti prego.
"Affascinante."
"Visto? Lo dicevo io, solo ad El non piace."
"Per favore, mezzo paese gli va dietro, quell'auto scuola va avanti solo grazie a lui."
Passiamo la serata a parlare di un tipo che neanche conosco, ma vedere battibeccare Rose e El mi diverte troppo per cambiare argomento.Salve a tutti, questo é il primo capitolo della storia, so che é un po' incasinato, ma pian piano imparerete a conoscere e capire meglio i personaggi..
Ringrazio chiunque abbia letto, votato e commentato il prologo siete adorabili!
Spero che il capitolo vi piaccia! :)
xx Stella
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Be my sun, Be my anchor, Be my hero..
RomanceBalli, sguardi e chiacchiere. L'odore del thé caldo versato nelle tazze di porcellana alle 17:30.. Il dolce rumore del tulle degli abiti delle spose che camminano verso l'altare. Il chiacchiericcio delle ragazze nel piccolo bar in centro. Storie d...