Capitolo 9.

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"Come sto Li?" Chiedo quasi disperato dopo essermi provato letteralmente una decina di completi differenti.

"Stai bene così Tommo, come stavi bene cinque cambi fa!"
Sbuffo alla sua risposta completamente inutile raccattando dal letto una maglietta azzurra e una giacca bianca con fantasia blu. Indosso il tutto con un paio di jeans e le mie amatissime vans blu. Okay, devo ammetterlo, non ci azzeccano più di molto con un abito leggermente elegante, ma ormai è deciso, e non ho intenzione di perdere altro tempo per uno stupido vestito.

"Che ore sono?" Domando nervoso guardandomi intorno in cerca di un orologio.
"Le 21: 15 ma ehi! Stai calmo. Verrà."

Scuoto la testa buttandomi a peso morto sul letto. Mi prendo il volto tra le mani cercando di scacciare il nervoso, eppure sembra tutto inutile. "Non verrà, no!" Sussurro più a me stesso che a Liam. Mi sono solamente illuso come un cretino per l'ennesima volta, è tutto ciò che posso fare è rassegnarmi che un coglione era è un coglione rimane.

Sfilo dalle spalle la bella giacca che mi ero preparato, levando subito dopo le scarpe dai piedi quando il telefono squilla avvisandomi di un nuovo messaggio.

✉️Da: Edward
Scendi principino? ;)

Consegnato alle 21:25

"Edward?" Chiede Liam sbirciando sul mio telefono con aria interrogativa.

"Lascia perdere." Rispondo alzando gli occhi al cielo dandomi del cretino. "È una lunga storia. Ma ora devo proprio andare!"
Scendo correndo le scale salutando il mio amico con un bacio voltante da ragazzina oscena, prendo una sciarpa per coronare il completo al meglio ed esco di casa addirittura con l'affanno.

Harry è appoggiato con molta non-chalance alla portiera del passeggero con le gambe incrociate e il viso chino sullo schermo del suo cellulare. Sento il respiro mozzarmisi in gola e il cuore cominciare a battere a mille: cosa non mi fa questo ragazzo.

Mi avvicino a passi lenti, nascondendo la voglia matta che ho di correre per essere il prima possibile con lui, solo io e lui.

"Ehi" saluto con un cenno sorridendo più del dovuto.

"Ciao" ricambia lui rizzandosi sul posto mostrando la sua di impazienza.

Apre la portiera al posto mio facendomi segno di accomodarmi, e ammetto di essere arrossito a quel gesto, come se non fossi un ragazzo adulto, ma sopratutto un ragazzo.

Allaccio la cintura sedendomi quanto più composto possibile aspettando il suo arrivo dall'altra parte della sua Range Rover chiaramente nuova.

Lancio uno sguardo ai sedili posteriori e noto l'adorabile seggiolino posizionato nel sedile dietro al mio. Sorrido senza accorgermene perso nel pensiero di un Harry papà. Scarlett è fortunata ad avere un padre così buono, gentile ma soprattutto presente.

"Dove andiamo?" Chiedo una volta riportato lo sguardo verso la strada appena illuminata.

"In un posto" ridacchia il riccio avviando la macchina attentamente.
Gira la testa dalla mia parte ed evidentemente devo aver messo su un adorabile broncio perché lo vedo alzare gli occhi al cielo e con un sorrisetto sulle labbra ambiguo. "E dai, non fare così. Ti piacerà!"

"Lo spero!" rispondo falsamente scocciato incrociando le braccia al petto, imitando la perfetta fidanzata rompi palle.
Nemmeno due secondi dopo però, scoppiamo entrambi a ridere sguaiatamente e cominciamo a parlare del più e del meno per tutto il viaggio.

***

"Mia mamma era così incazzata quel giorno che tu non immagini nemmeno!" Dico alzando le braccia al cielo e piegandomi subito dopo in due dalle risate portandomi le mani alla pancia.

"Hai davvero cercando di arrampicarti sull'albero di Natale per imitare quel cartone animato?" Domanda Harry asciugandosi qualche lacrima agli angoli degli occhi per le troppe risate.

Annuisco freneticamente continuando a camminare lungo il viale alberato nel centro.
Il ristorante in cui mi ha portato era davvero molto bello e il cibo era squisito. Aveva prenotato un tavolo abbastanza appartato, lontano dalle rumorose famiglie con figli e dalla cucina, in modo da poter parlare il meglio possibile indisturbati. Era, per l'ennesima volta, come se davvero tra noi non fosse mai successo nulla, e che la nostra fosse solo stata un piccola pausa di qualche mese. Di mesi ne erano passati più di trenta, quasi tre anni, ma la faccenda era uguale: andava tutto bene.

Harry è al mio fianco e sento le nostre nocche sfregare ogni tanto, e quando questo accade nonostante cerchi di non farci caso, il suo sguardo si posa su di me quasi fugace scottandomi ogni volta.

È quasi mezza notte e la nostra passeggiata termina al parcheggio del ristorante.

"Devo tornare a casa." Annuncia rattristito Harry. "Mi sento in colpa a lasciare la bambina a mia mamma per tutta la sera. Solo... Scusami."

Mi avvicino al suo corpo posando una mano sul suo petto rassicurandolo. "Non ti devi scusare Harry. È giusto così, fai bene a rispettare le tue responsabilità." Mi fermo un attimo prendendomi qualche secondo per ammirarlo in tutta la sua bellezza illuminata solo dalla luce lunare e qualche fioco lampione. "È proprio fortunata ad avere un padre così. Crescerà così bene." Concludo quasi in un sussurro; non voglio rovinare l'atmosfera che si è venuta a creare tra di noi. C'è silenzio per la strada, e a parte il rumore delle fronde mosse dal vento, ci sono solo le nostre parole e i nostri respiri.

Non ricevo alcuna risposta, anzi, ricevo forse la cosa migliore che mai si possa ricevere.
Per qualche secondo non capisco cosa stia succedendo, sento il cuore battere all'impazzata e i piedi lasciare la terra sotto di loro. Chiudo gli occhi appena sento le sue labbra muoversi lentamente sulle mie. Ricambio il lento bacio allacciando le mie mani dietro al suo collo per raggiungere meglio la sua altezza. Le sue, di mani, arpionano i miei fianchi alzandomi di qualche centimetro per avere più accesso alla mia bocca.
È un bacio casto e senza pretese.

Ci stacchiamo ancora con gli occhi chiusi, le fronti appoggiate l'una all'altra ed i respiri a fondersi insieme nelle fresca brezza autunnale di Londra.

Quando riapro gli occhi vedo il sorriso genuino sulle sue labbra e non posso fare a meno di sorridere anche io. Accarezzo il suo viso leggermente infreddolito prima che si sposti dal mio corpo, mortificato, così da riportami a casa.

Tutta l'ansia accumulata durante la giornata è ora sparita, lasciando spazio ad un immenso senso di calma e felicità.

Durante il breve tragitto, rimaniamo in silenzio, non uno di quelli scomodi, ma uno di quelli necessari, un silenzio colmato da pensieri e sentimenti che vagano nell'aria liberi di esprimersi a modo loro.

Arrivati a destinazione slaccio la cintura e faccio per scendere dalla macchina congedandomi con un lieve gesto, ma Harry non me lo permette, tirandomi per una manica e costringendomi a tornare indietro e dargli un ultimo bacio prima di andare. Questo è diverso dal precedente: è più bagnato, passionale e bisognoso.

"Buonanotte riccio" dico scendendo dalla macchina.

"Buonanotte piccolo, a domani"

E me ne ce ne vuole di tempo prima di addormentarmi, perché ripasso nella mia mente la serata passata con Harry, e non riesco a smettere di pensare alle sue labbra sulle mie.
Sono stato un cretino a pensare di non poterlo perdonare, perché c'è voluto un niente per far riaccendere la scintilla d'amore che provo per lui.

till the am ❀ l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora