Capitolo 6.

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Le vacanze estive sono passate più velocemente del solito, e presto dovrò tornare alla solita routine a dividermi i giorni tra libri ed il bar.
Prima di partire per tornare a casa, all'hotel, avevo avuto un'ultima conversazione con Harry ed eravamo arrivati alla conclusione che non sarebbe servita a nulla quella seconda possibilità, perché lui sarebbe tornato a casa sua al nord e le nostre strade si sarebbero divise per l'ennesima volta.
Avevo avuto il piacere di "conoscere" la piccola Scarlett su quel vialetto e, non appena la bambina si presentò, il mio cuore fece una capriola nella cassa toracica, ormai troppo logorato dalla sofferenza e dall'amore.

flashback — 2 anni prima.

"Non vorresti un figlio?" Chiedo sussurrando ancora accoccolato sul suo petto dopo una notte di fuoco tra le lenzuola.

"Mh?" Miagola leggermente tra i miei capelli evidentemente sfinito.

"Dicevo, tu non lo vorresti un figlio? " ripeto quindi tirandomi più in su così da far combaciare i nostri sguardi. "Sì," sussurra quindi sulle mie labbra passando il pollice su quello inferiore, poi continua. "Vorrei una bellissima bambina dagli occhi azzurri, come i tuoi."

Sento il mio stomaco attorcigliarsi nel mio ventre, sorrido così tanto ampiamente che rischio di procurarmi una qualche paralisi facciale. Accarezzo dolcemente la sua guancia completamente liscia e morbida, continuando a pensare a quelle parole così piene di speranza e sogni.

"E che nome le daresti ?"

"Non lo so, penso Darcy." Sussurra senza una vera ragione nascondendo il viso nell'incavo del mio collo. "E tu?" Chiede quindi posizionando l'altra sua mano sul mio fianco cercando di avvicinare i nostri corpi sempre di più.

"Scarlett." Rispondo schietto alla domanda come se ci stessi già pensando da anni.

"È un bellissimo nome."

"Anche quello che hai scelto tu."

Dopo quella frase, ci sono alcuni minuti di completo silenzio; non uno di quelli imbarazzanti o cose così, uno di quelli inebrianti e rilassanti, tanto da farti dimenticare persino come sia sentirsi tristi.

"Non sai quanto vorrei un figlio Lou."

"Nulla è impossibile."

"Già ma sai, nella mia situazione–"

"L'essere gay non è una situazione, come la chiami tu, che ti vieta di avere figli sai? C'è tutto il tempo amore. Ora dormiamo che domani abbiamo scuola."

"Ti amo Lou."

"Buonanotte, anche io."

Fine flashback.

***

"No oggi servi tu, io sto al bancone Cody."

Sbuffo roteando gli occhi al cielo quando il solito gruppetto di ragazzine si avvicina al bancone con le loro ciglia ultra calcate di mascara e le loro scollature al limite del normale.
In parte le capisco, in più occasioni mi ero affidato ad un vestiario più provocatorio per fare colpo su qualche ragazzo durante il liceo, ma almeno io avevo gli occhi abbastanza aperti da capire che non stavo perdendo tempo con uno stupido etero.

"Ciao Looouiss!" Quasi urla Jade appoggiando i gomiti al freddo bancone sfarfallando le sue lunga ciglia in attesa di qualche strano accenno da parte mia- che ovviamente non otterrà.

"Ciao! Dimmi tutto."

"Per me un caffè con panna" dice la prima porgendomi 1.50£.

"Due tea grazie." La segue Leah ordinando anche per l'amica.

"Subito ragazze." Rispondo sorridente cercando di rimanere quanto più professionale possibile.

Quelle tre ragazze sono un completo ossesso: so i loro nomi a memoria per tutti gli intervalli che hanno passato qui, e più volte mi sono trovato il numero di Jade scritto su qualche tovagliolo che prontamente gettavo nel cestino sperando che nessuno notasse cosa realmente stava succedendo.

Sono intento a riempire l'infusore quando sento uno dei discorsi delle ragazze che particolarmente mi interessa.

"Avete visto il nuovo prof di scienze? Non è niente male."

"Ma non è nuovo Leah! Era andato via quando eravamo al secondo anno. Davvero non lo hai mai visto?"

"Mh no. Com'è già che si chiama?"

"Styles penso, ma non so il suo nome. Da quanto ho capito è il fratello della psicologa, la bionda."

"Harry è qui?" Mi giro praticamente di scatto ricevendo un paio di occhiate confuse e interrogative.

"Chi?" Chiede una delle ragazze sorpresa dalla mia domanda.

"Il professor Styles, è tornato?"

"Sì! Ed è davvero un bell'uomo! Se non fosse fidanzato e nemmeno gay me lo farei!"

Fidanzato?

Poso poco delicatamente le tre tazze davanti alle ragazze "ecco a voi" dico a denti stretti, prima di asciugarmi le mani su di uno strofinaccio e chiedere una pausa al mio collega.

Brutto stronzo.

till the am ❀ l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora