Capitolo 1

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L'aria della città si espande nei miei polmoni. È fresca, mi accarezza il viso, e i piccoli brillantini di ghiaccio mi si attaccano alle guance rosse. Il vento soffia piano ma si possono sentire gli ululati lungo tutta la strada. Improvvisamente mi sento talmente sola che una lacrima mi scende lungo il viso. Non ho mai pensato che sarebbe stato tanto difficile.
Dopo tutto quello che è successo mi ripeto che questa è la cosa giusta. È quello che mi ha fatto andare avanti per tutti questi anni e ora si sta avverando. Sembra un sogno ma non lo è. Forse, è un incubo. Mi sembra che le ombre e i fantasmi che ho lasciato indietro mi stiano seguendo. Che tutte le cose che ho fatto, che mi sono fatta, siano attaccate alle mi spalle. Artigli e unghie che mi lacerano la pelle. Mi sento seguita da queste cose oscure.
È la cosa giusta. È la cosa giusta.
Devo riprendere in mano me stessa. È l'unico modo. L'unico modo per sopravvivere a quest'inverno chiamato vita.
Devo ricominciare e l'unico modo per farlo è lasciarsi tutto alle spalle. Dall'aria gelida del mattino fino alle coperte calde della sera. Non devo dimenticare. Non posso farlo anche se lo vorrei. E forse lo vorrei tanto. Forse lo vorrei davvero. Sarebbe tutto molto più semplice.
I pensieri mi si accavallano nella mente e non riesco a non pensare anche alle mie mani, congelate al freddo e al gelo.

Il cappotto è abbastanza caldo, ma l'aria gelida trova lo stesso il modo di entrare sotto i vestiti e farmi venire i brividi lungo la schiena. La vista incomincia ad essere appannata ma mi convinco che non posso fermarmi. Prima andrò via da questo posto, prima la smetterò di piangere.

La stazione è calda. I termosifoni sono al massimo della potenza, nonostante questo le mie mani sono ancora gelate. Trainare la valigia per tutto il tragitto è stata dura e alla fine non mi sentivo più le dita per il freddo ma ora sono qui.

Le lacrime hanno finito di scorrere e i solchi che hanno creato sulle guance sono scomparsi. Finalmente sento il fischio del treno. Tasto il biglietto nella tasca e mi affretto a salire.
L'odore che incontro è quello del carbone, del fuoco che brucia come brucia il mio cuore. Probabilmente è l'ultima volta che salirò su questo treno.

Il treno è pieno, riesco a trovare posto vicino ad un ragazzo, sembra avere la mia età. Con lui c'è una ragazza, forse sono fidanzati. Probabilmente, però, quando sono arrivata stavano discutendo. Lei ha le guance ancora rosse e gli occhi lucidi. Lui ha i capelli scompigliati e le mani tremanti.
È impressionante come riesca a leggere le persone. Mi si aprono davanti come un libro e forse non se ne accorgono nemmeno.

Lui è gentile, mi aiuta a sistemare la valigia nello scomparto superiore mentre la sua ragazza mi guarda male. Lo ringrazio a bassa voce e lui mi sorride. Le guance mi diventano rosse, di sicuro è per il caldo. Alla fine ci sendiamo. Il treno sta fischiando e sta iniziando a muoversi.

Il sedile è soffice e caldo. Con tutta la gente che c'è non posso proprio avere freddo.
Sto partendo. Sto partendo davvero.
I due ragazzi sono seduti uno difronte all'altra. Lei non lo guarda, è rivolta verso il finestrino. Lui si osserva le mani ma si vede che sta pensando ad un modo per fare pace con la ragazza. All'improvviso alza lo sguardo. Si gira verso di me con un'espressione seria. Io gli sorrido. So cosa vuole fare, gli faccio un cenno con il capo. Lui le prende le mani e si avvicina al viso della ragazza. Stanno fronte contro fronte per un po'. Nonostante il loro silenzio, si stanno dicendo una marea di cose.
Ora lui le sta sussurrando qualcosa all'orecchio. Appena finisce lei si gira, lo guarda negli occhi e gli sorride. È uno di quei sorrisi che vedi solo nelle persone innamorate. Si vede. Le brillano gli occhi e le tremano le mani, strette tra quelle di lui.

È proprio amore.
Un sentimento potente. Ti distrugge piano piano e tu manco te ne accorgi. Ti uccide lentamente, togliendoti l'anima e il respiro.
Pensandoci io non c'entro nulla con loro. Non c'entro nulla con l'amore.
Io sono quella che è stata distrutta talmente tante volte che ora non fa altro che distruggere tutto e tutti quelli che ha attorno. Sono io. E sono un disastro.

Mi concentro sul paesaggio: sta cambiando. Come me.

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Spazio autrice
Perfavore fatemi sapere cosa ne pensate, i commenti sono molto graditi!
Grazie ancora per leggere quello che scrivo, mi fa molto piacere :)

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