Capitolo 6

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Al suono della campanella esco da scuola e vado verso di lui che mi aspetta ancora appoggiato al lampione. Lo guardo mentre esco, con le sue scarpe piene di neve, lo sguardo perso nel vuoto. Se non lo conoscessi affatto direi che sembra un ragazzo triste. Ha le mani nelle tasche della giacca e i capelli castani scompigliati dal vento. Appena mi vede arrivare alza lo sguardo, incrociando il mio, e un sorriso insolito gli riempie il volto.
-Ciao, Maggs.
-Ciao.
Immediatamente mi sento di nuovo bene. È come se stessi in apnea tutto il giorno e riuscissi a respirare solo quel poco tempo in cui sto con lui.

Incominciamo il nostro cammino verso casa di mia zia in silenzio come al solito. Ormai è diventata quasi un'abitudine.
-Ti andrebbe di venire con me? -mi chiede rompendo il silenzio.
-E dove?
-È una sorpresa -mi guarda sorridendo.
-Non mi piacciono le sorprese...
-Questa ti piacerà -insiste.
-Ma dove andiamo? -mi prende per mano e inizia a tirarmi verso non so dove, e non posso fare a meno di rabbrividire al suo tocco.
-Ti fidi di me?
-Non mi fido di nessuno...
Si ferma e mi viene vicino. Mi guarda per un po' negli occhi mentre io mi perdo tra quelle mille sfumature di grigio e mi sussurra all'orecchio:
-Devi fidarti di me...
Lo seguo.

Il parco dinanzi a noi è talmente verdeggiante che mi sembra incontaminato. Non riesco a pensare che questa meraviglia è a soli pochi passi dal centro. Mi prende per mano, muovendo il pollice per accarezzarmi, e forse per farmi venire le guance rosse, e mi porta tra gli alberi, nel bosco. Arriviamo ad un punto e mi sorprendo ancora di più. In quel verde, tra i cinguettii degli uccelli, c'è un salice con sotto una panchina, e vicino si trova un laghetto. Tutto intorno al lago ci sono fiori di tutti i tipi, colori e profumi.
-È bellissimo qui.
-Sapevo ti sarebbe piaciuto -risponde timidamente e sottovoce -Vieni.
Ci andiamo a sedere sulla panchina, un po distanti l'uno dall'altra e guardiamo il lago, godendoci il silenzio e la pace che ci circondano.

-Maggs...
-Sì?
-Perché ti comporti così? -la sua voce è talmente ferma che mi fa venire i brividi.
-Così come?
-Come se non stessi vivendo.
Non so cosa rispondere. Forse perché probabilmente ha ragione.
-Io...
-Non devi dirmi nulla, se non vuoi.
-Io ho passato un brutto momento. Ora voglio lasciarmelo alle spalle, voglio riiniziare.
-Non ci stai riuscendo bene allora...
Mi guarda e mi sorride. Sono turbata.
-Ti posso aiutare, per riiniziare a vivere devi anche... amare, no?
Sembra quasi che abbia letto il libro dell'altro giorno. Sembra che io stia parlando proprio con quel libro.
-Non sono molto brava con le persone.
-Ti posso aiutare -il suo sguardo è fisso sul lago -Posso insegnarti ad amare.
Si volta verso di me e mi guarda negli occhi. È penetrante ma nello stesso tempo dolce. Non riesco a credere a quello che sto pensando. Mi sento attratta da lui, vorrei che le sue braccia mi stringessero come hanno fatto quel giorno nel giardino di mia zia quando stavo per cadere. Vorrei che mi sorreggessero per tutta la vita. In questo momento non penso ad altro che ai suoi occhi e alle sue labbra.
Mi si avvicina, la sua mano grande scosta i capelli che mi scivolano lungo il viso accarezzandomi la guancia con il pollice. Mi guarda intensamente negli occhi, e mi si avvicina sempre di più. Sento il suo respiro e il suo fiato caldo. Non penso di capire più nulla.
Le sue labbra sfiorano le mie mentre sussurra:
-Ti insegnerò ad amare, Maggs...
E poi il nostro respiro si unisce.

Rimaniamo ancora un po' seduti su quella panchina, io ho le gambe sulle sue e le nostre mani sono intrecciate. Poggio la testa sulla sua spalla e improvvisamente mi sento una calma addosso che mi mancava da tempo. Ora sento che tutto può andare bene, che le stagioni possono passare e che i ghiacci si possono sciogliere. Sembra che questo momento non passi mai. Sembra quasi un sogno: noi due, qui, uno vicino all'altra, mano nella mano.
-Non ti svegliare... -non capisco se l'ho pensato troppo forte o se l'ho detto troppo piano, fatto sta che pensavo di essermelo tenuto per me ma lui lo sente comunque.
-Cosa dici?
-Ci siamo baciati e non so nemmeno il tuo nome, ti conosco a malapena...
La sua risata mi entra nelle orecchie e sento io suo cuore battere più velocemente.
-Non dirai sul serio, Maggs. Non dirmi che non hai notato anche tu il mio sguardo, che non hai letto anche tu i miei pensieri, che non hai seguito la linea del mio sorriso come io ho fatto con te... Ci conosciamo meglio di chiunque altro, piccola stella.
Sento i pensieri affievolirsi mentre pronuncia queste parole e piano piano mi concentro sul morbido suono della sua voce. Sento la musicalità delle sue parole e le sue emissioni di fiato. Mi trovo così bene con lui...

Poi un pensiero mi passa per la testa. Un bellissimo pensiero con gli occhi luminosi e i capelli neri. Jude.
Non posso pensare a lui proprio in questo momento di felicità.
Mi volto verso il ragazzo e lo osservo.
La sua mascella squadrata si contrae ad ogni respiro e la sua pelle pallida sembra brillare al sole.
La pace che ci circonda avvolge anche il suo cuore calmo mentre un brivido mi corre lungo la schiena.
Vorrei davvero che tutto questo durasse per sempre. Vorrei passare tutta la mia corta vita accanto a lui, proprio come in questi momento. Ma il pensiero di Jude mi sfiora ancora la mente.
Cerco di non pensarci e mi godo questo momento di tranquillità prima di tornare alla tempesta che si sta creando dentro di me...


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Spazio autrice
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E grazie ancora per leggere quello che scrivo, mi fa davvero molto piacere! :)

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