Mi tiro le maniche della felpa fin sopra le mani. Mi sento talmente stanca che non riesco a stare in piedi: vado a sbattere contro il muro del corridoio ogni due passi. Non riesco a ricordare un'altra volta nella vita in cui mi sono sentita così. Ho pianto tutta la notte ma non posso farci niente: le lacrime continuavano a scendermi lentamente lungo le guance anche se cercavo in tutti i modi di smetterla. Ero seduta sul freddo pavimento del bagno, accovacciata come un bambino impaurito contro il mobiletto. Mi continuavano a tremare le mani e pensavo e ripensavo a quello che era successo il pomeriggio prima. Mi ripeto ancora adesso, come una poesia, che non posso farmi condizionare così facilmente, insomma, conosco quel ragazzo da così poco tempo che non dovrei farmi tanti complessi, e soprattutto non dovrei soffrire per lui. Ma il ricordo dei suoi occhi colmi di lacrime mentre si sforzano di non far trasparire nessuna emozione mi corrompe ancora il cuore e ogni volta vorrei distruggermi sempre un po' di più.
Il suono della campanella mi rimbomba nelle orecchie, mi penetra nella testa e mi fa pentire di essere venuta a scuola. I volti distratti che mi passano accanto mi guardano, alcuni preoccupati, altri con disprezzo. Sembra quasi un sogno quando sbatto contro lo stipite della porta della classe ancora vuota, trascinandomi verso il mio posto. Mi volto a guardare fuori dalla finestra: oggi lui non ci sarà. E nemmeno domani. O dopodomani, o il giorno dopo ancora. Ci sarò solo io. Aspetterò e spererò che un giorno mi possa perdonare per ciò che gli ho detto. Quando sento i passi dei miei compagni varcare la soglia della stanza continuo a restare girata verso la finestra. Jude mi si avvicina, sento il suo viso vicino al mio, il suo sguardo che mi squadra.
-Cosa ti è successo?
Voltarmi verso di lui mi costa una fatica immensa. Noto che ci siamo solo noi in classe e altri due ragazzi che parlottano tra loro.
-Non capisco a cosa ti riferisci.
Il suo sguardo si fa più scuro. Abbassa la voce e inizia a sussurrare.
-Ti ho visto ieri al parco. Ho visto che... ho visto quello che stavi facendo. Che ti stavi facendo...
Un brivido mi attraversa la schiena. Sposto subito lo sguardo verso la finestra, mi nascondo ancora di più nel maglione.
No. Non può aver visto. Non c'era nessuno. Non può succedere, adesso mi chiederà tutto. E naturalmente lo saprà tutta la scuola. Sarò dipinta come un mostro. Ancora.
-Non so a cosa ti riferisci -sussurro da sotto la manica che mi copre il volto.
-E invece lo sai benissimo Maggs. Io ti voglio solo aiutare.
Vi volto e lo guardo fisso negli occhi. Riesco a leggere la determinazione della mia voce nel suo sguardo.
-Non è successo niente. Non ho bidoni del tuo aiuto.
Mi alzo come se all'improvviso mi fossero tornate le forze e mi incamminiamo verso il bagno. Decido che passerò lì il mio tempo fino all'inizio della lezione.
Due minuti prima che suoni la campanella mi incammina verso la classe. Lungo il corridoio incontro quelle simpatiche cinque ragazze che non sopporto che importano una ragazzina molto più piccola di loro. Devo intervenire.
-Allora lo diremo al professore! -urla una di loro.
-Perfavore ridatemela! -risponde la bambina.
-Cosa succede qui? -vado verso a ragazzina e le cingo le spalle col mio braccio.
-Niente che ti possa interessare, ragazza nuova.
-Mi hanno rubato una foto.
-Non è "una foto" è la foto di un ragazzo e le regole dicono che le alunne non ne possono tenere, così come i ragazzi non possono tenere quelle delle ragazze.
-Ma è mio fratello! -ribatte la bimba.
-È sempre un ragazzo. E tu sei anche bugiarda. Chi ti può credere? -cigola una di loro.
-Io le credo -dico -ora ridalle quella foto.
-Altrimenti cosa fai, ragazza nuova?
-Dalle quella foto, Breanne. -la voce di Jude è dietro le cinque bulle. Ancora.
-Non ho bisogno del tuo aiuto, Jude. Credevo che l'avessi capito. -la mia voce è fredda.
-A quanto pare ti sbagliavi. Si avvicina alle ragazze e sfila di mano la foto a quella che la teneva stretta. Sempre continuando a guardarmi si avvicina alla ragazzina e le porge la fotografia. Lei l'afferra, sussurra un "grazie" e scappa via lungo il corridoio, ormai vuoto. La seguo con lo sguardo e per un secondo mi viene un flash di me da bambina... ma la voce di Jude che continua a parlarmi mi riporta alla realtà.
Il ragazzo mi afferra un braccio, mi sbatte contro il muro e avvicina il viso al mio, con la bocca affianco al mio orecchio.
-Dimmi che succede, Maggs. Non vorrai che Breanne lo venga a sapere...
-È questo il tuo modo per aiutarmi? Una minaccia? -la mia voce è sempre più fredda e sembra che il fiato che mi esce dalla bocca è il vento del nord.
Mi stacco dalla sua presa. Suona la campanella mentre rimaniamo lì in silenzio, io e Jude a fissarci negli occhi, le ragazze ad osservarci.
So che non parlerà. Non mi farebbe questo. Eppure nemmeno quel ragazzo si aspettava quello che gli ho detto.
Decido di tagliare la corda prima che succeda qualcosa.In classe Ruby rimane ammutolita e io mi sento molto in colpa. Dovrei parlare di più con lei. In questo periodo l'ho trascurata davvero molto. Altra cosa da aggiungere alla lista del perché sono un disastro.
Alla fine delle lezioni faccio di tutto per evitare Jude, o Breanne. Invece mi avvicino a Ruby e la accompagno nell'atrio. Ci mettiamo una difronte all'altra.
-Ti posso parlare?
-Se proprio devi... - la sua voce è distaccata e i suoi occhi vagano per la stanza, prima sul soffitto, poi sul pavimento, poi su un gruppo di studenti.
-Scusa -solo a questa parola si volta verso di me -sono stata una stupida. Ti ho trascurato davvero molto e non te lo meriti per niente. Mi dispiace. Pensavo così tanto a quel ragazzo che mi sono completamente estraniata dalla realtà. Ma non ti preoccupare -le afferro le braccia -ora lui non si insinuerà più nel mio cuore...
-Maggs, ma non lo sai?
-Cosa...?
-Quel ragazzo, quello di cui parli. Ieri... ho sentito la notizia...
Sento il cuore battermi sempre più forte nel petto.
-Cosa, Ruby!
-Lui... è all'ospedale. Sta rischiando la vita.
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Maggs
RomanceSono sempre stata una ragazza indipendente. Guardo il presente, ho i piedi per terra e non mi piace illudermi o illudere gli altri. Ma quando mi trovai lui davanti... Dio. Un angelo sceso dal cielo. Non voglio distruggere anche lui. Lui, che mi dice...