Capitolo 5

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Penso e ripenso a quello che mi ha detto. Come fa a guardarmi così dentro? Sono diventata davvero tanto trasparente con lui? Non riesco a capire come faccia a vedere la vera me. Forse mi spia davvero.

Ho scoperto che in casa della zia c'è una biblioteca. La biblioteca più grande che io abbia mai visto. Passo l'intera giornata a leggere. I libri odorano di vecchio e di chiuso, ma mi piace. In un angolo della stanza trovo un piccolo divanetto pieno di polvere e ragnatele. Lo pulisco con un panno prima di sdraiarmici sopra. Vicino a me ho sistemato una pila di libri che sembra vacillare ad ogni mio respiro. Ne prendo uno e inizio a sfogliare le pagine ingiallite. Sono ruvide e rumorose, come se ti dicessero di avere molte cose da raccontare.
Non sento nessun rumore provenire dalla strada e inoltre la zia è andata a messa, quindi ho tutta la casa per me.
Nella biblioteca si apre una piccola finestra che si affaccia sul giardino retrostante alla casa e da lì vedo la neve che scivola piano e si poggia sul sottile manto già stratificato.
Il libro che sto leggendo non è molto interessante ma trovo un punto che mi colpisce: "È solo un brutto periodo, solo un brutto errore. Tu sei migliore di così. E ora butta via quei pensieri, mettili da parte, svuota la mente e riinizia a vivere. Ma ricorda che per iniziare a vivere di nuovo, devi iniziare anche ad amare."

Le sue parole mi riecheggiano nella testa. Ora sono anche mischiate a queste frasi. È vero: non sono mai stata davvero me stessa con lui. Non gli ho detto che mi piace da morire, sin dalla prima volta che l'ho visto. Non gli ho detto tutti gli sbagli che ho commesso, non gli ho accennato nemmeno al disastro che sono. Ma lui se n'è accorto lo stesso. Mi ha guardato dentro, come faccio di solito io con le altre persone.
Forse è il momento giusto per riiniziare ad amare.

Tornare a scuola mi sembra quasi come fare visita ad una vecchia parte di me. Ma il ritorno non è dei più piacevoli.
Appena varco la soglia, tutti mi guardano con occhi spalancati e bocche semi aperte come se fossi una strana creatura venuta da chissà dove. All'inizio pensavo che fossero i miei capelli o che avessi qualcosa in viso. Ma non era nulla. Sembrava che le persone mi notassero per la prima volta nella loro vita.
Solo quando Ruby mi viene incontro e mi spiega la situazione capisco cos'è successo.
-Maggs, le ragazze popolari ti hanno visto con quel ragazzo. Loro gli sbavano dietro da non so quanto tempo e faranno di tutto per staccarlo da te! -vedendo che non do segni di vita Ruby continua -Maggs, se fossi in te lo lascerei perdere...
I suoi occhiali le scivolano lenti giù dal naso dove il suo dito è già posizionato per riportarli alla loro sistemazione originaria.
-Non me ne importa di cosa pensano quelle cinque sciaquette. Ora che ho capito non posso lasciar perdere così facilmente. Scusa...
Mi allontano da lei ed entro in classe.
Come varco la soglia le ragazze sono già intorno a me.
-Probabilmente non ci conosciamo ancora abbastanza -inizia quella bionda ossigenata -se non lo sai il mio nome è Breanne, ma tu chiamami pure Regina.
La ragazza scoppia in una risata assordante, seguita dalle sue vallette. Non le sopporto.
-Lasciatemi passare.
La mia espressione è seria. Non voglio guai, soprattutto non ora che sta per arrivare il professore. Cerco di passare tra le ragazze ma mi continuano a bloccare la strada.
-Senti -ricomincia Breanne. Ha un insolito accento francese, come il suo nome immagino -Tu sei arrivata da poco e non sai come funziona qui. Quel ragazzo è mio. Non ti mettere in mezzo.
-Ma se non lo conosci nemmeno Bre.
La voce che sento alle mie spalle è di un ragazzo. Mi giro e appena lo vedo sento il cuore battermi talmente forte da farmi credere che possa uscire dal petto.
I suoi capelli sono neri come la pece ma i riflessi che hanno sono più brillanti delle stelle. Gli occhi poi sono talmente luminosi e il sorriso lo è ancora di più. Pensavo che il ragazzo senza nome fosse l'unico talmente bello ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Non interferire Jude.
Jude. Mi prende per mano e insieme oltrepassiamo le ragazze. Possibile che non mi ero mai accorta di lui?
Mi accompagna al banco e si siede vicino a me, facendo spostare il ragazzo che voleva sistemarvisi.
-Tutto okay? -la sua voce è dolce e premurosa.
-Sì... -il mio è quasi un sussurro -Grazie.
Mi sorride ancora di più.
-Mi chiamo Jude.
-Maggs.
Mi continua a guardare come se mi avesse visto da qualche parte e stesse cercando di capire se mi conosce già o no.
-Devi stare attenta, quelle lì sono delle vipere -si volta e guarda il banco prima di spostare ancora il suo sguardo su di me.
-Già, ho notato. -scoppia a ridere -Come mai non ti ho mai visto da quando sono qui?
Si sistema comodamente sulla sedia, come fosse sul suo divano a casa.
-Vivo da solo con mia madre. Mio padre... Vabbe', fatto sta che lei lavora sempre e ha dovuto fare un viaggio e mi ha portato con sé. Siamo tornati ieri.
Chissà perché si è bloccato a tal modo parlando della sua famiglia, di sui padre.
-Ho sentito dire che c'era una ragazza nuova e non potevo non mostrarle il mio fascino, soprattutto se è così carina.
Mi sento avvampare. Se il ragazzo senza nome è calmo e gentile, Jude è tutto il contrario e nonostante questo... credo che mi piaccia.

La lezione inizia, facendoci zittire. Le ragazze dell'ultima fila mi continuano a lanciare occhiate infuocate come se stessero premeditando una guerra.
Se vogliono combattere, io sono pronta e senza paura. Ma i miei pensieri cambiano quando guardo alla mia destra e vedo Jude, concentrato a scrivere. Cerco di distrarmi da lui e inizio ad osservare la neve che cade dagli alberi fuori dalla finestra. Da qui vedo il viale. Appoggiato al lampione della luce, una figura col cappello guarda verso la scuola: è lui.

Ho il cuore ancora più in subbuglio.



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Spazio autrice
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E grazie ancora per leggere quello che scrivo, mi fa davvero molto piacere :)

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