14 - Mostri del passato

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Ci mancò poco che Zayn non si mettesse a urlarle in faccia. In quel momento avrebbe anche potuto esternare le sue emozioni in cinese o in turco ostrogoto, perché la frase della donna l'aveva alquanto scosso. Sono la madre biologica della bambina. Quella frase gli continuava a navigare nel cervello e poco a poco, gli stava creando degli scompensi.

Ma lentamente, si calmò.

Insomma, chi glielo poteva garantire che fosse davvero la madre? Magari stava attuando un raggiro, per potersi appropriare di una bambina senza passare per le pratiche d'adozione. Magari per il fatto di esser single e disoccupata, da quanto aveva raccontato, era stata rifiutata in altri centri, e la condizione di quello le aveva fatto pensare di essere un bersaglio facile da fottere.

Ok, Zayn non sapeva più cosa pensare. Era confuso, e voleva capire bene la storia. Voleva guardare negli occhi la donna mentre gliela raccontava, perché dagli occhi si capiscono tante cose. Gli occhi svelano verità nascoste che il cuore non vuole dire.

"Credo di non aver capito bene, lei è la madre di Ashlee?", chiese Zayn alla donna, seduta sulla sedia con le caviglie intrecciate, le mani unite e lo sguardo verso il grembo.

"Si...", mormorò soltanto, non sapendo cos'altro dire. O meglio, non sapeva come iniziare a raccontare tutta la storia che la portò lì, "è bellissima...", disse soltanto, riferendosi alla bambina, e poi si asciugò una lacrima che quasi era arrivata alla mascella.

"Signora Morgan, mi perdoni se le sto mettendo fretta...ma ho bisogno di sapere per quale motivo è qua...sa, non vorrei sembrare diffidente, ma chiunque potrebbe presentarsi dicendo di essere il genitore biologico di uno dei miei bambini e-..."

"Zayn...non ti ricordi di me, vero?", alzò finalmente lo sguardo per guardare negli occhi il moro, che dal canto suo quasi la prese per una pazza. In effetti, fino a qualche minuto prima si era rivolta dandogli del lei, ora lo stava chiamando per nome dandogli del tu. Zayn non ci stava davvero capendo più niente.

"Dovrei?", e la ragazza annuì.

"Non so come iniziare a spiegarti questa storia, Zayn, ma si, dovresti ricordarti di me...", provò a continuare la donna, che ora si era portata le mani davanti alla bocca e si stava divorando le pellicine. Zayn alzò le sopracciglia, per cercare di dirle che non si ricordava minimamente di lei, che in nessun frangente della sua vita vi prese parte una donna di nome Taylor Morgan. O non si ricordava davvero lui? Una donna poi...ma quando mai? L'ansia e la curiosità gli stavano divorando il fegato.

"Sono Taylor, la ragazza che faceva sociologia nella tua stessa classe alle superiori...", iniziò per farsi riconoscere del tutto e Zayn spalancò gli occhi.

NO. Non poteva essere. Si rifiutava di crederci.

Taylor Morgan, ma si certo. Era quella ragazza bassa, tarchiata e bruttarella che davvero faceva sociologia con lui alle superiori. Era presa di mira da qualsiasi persona frequentasse quella scuola, perché aveva l'apparecchio fisso, sputava quando parlava e indossava sempre le scarpe ortopediche. I suoi capelli erano sempre raccolti in una treccia bassa e gli occhiali spessi sembravano due fondi di bottiglia. Insomma, una brutta copia di Patty nell'omonimo telefilm. Come dicevano per farla rimanere al suo posto le altre ragazzine? Nadie pasa de esta esquina, aquì mandan las divinas? Ma perché Zayn sapeva quelle cose? Oh, che ribrezzo.

E comunque, Taylor, neanche a dirlo, a sedici anni, quando ormai si fu stancata della cattiveria della popolazione studentesca, cambiò scuola e nessuno la rivide più. O almeno per quanto ne poteva sapere Zayn.

"Taylor...si ora mi ricordo...ma tu-tu ecco, se-sei...ehm..."

"Diversa? Si, lo so, sono cambiata tanto...", disse sorridendo e un po' dandosi delle arie per essere riuscita a condurre lo sviluppo e l'adolescenza nel migliore dei modi.

The House of Love (slash) #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora