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[avviso contenuto forte]

Mentre la macchina accostò fuori dell'ospedale il mio cuore si fermò. Ci siamo - sarei stato ricoverato in un reparto psichiatrico per almeno un mese, e questa sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto la mia famiglia per un po'. Dopo aver parlato di tutto con Rosa, i miei genitori mi avevano portato a casa così da poter passare la notte con loro, a patto di essere attentamente osservato, viste le mie condizioni. Avevo pochissime cose con me - solo alcuni vestiti di ricambio e una foto della mia famiglia per avere un po' di conforto. Oltre a questo, non avevo niente. Avevo dovuto lasciare tutta la mia tecnologia a casa, insieme a molti dei miei beni più preziosi, soprattutto perché non erano consentiti oggetti appuntiti. Speravo solo il mese sarebbe passato in fretta.

Rosa si avvicinò alla macchina una volta spenta con uno caldo sorriso sul viso e un pizzico di emozione che non riuscivo a decifrare; colpa? Simpatia? Ansia? Aprì la porta accanto a me e lentamente feci un passo fuori, guardando il grande edificio di fronte - il posto che avrei dovuto chiamare casa per il prossimo mese o giù di lì. Il cielo buio e grigio lo faceva sembrare ancora più cupo e non-familiare possibile.

"Siamo orgogliosi di te per chiedere aiuto, tesoro." Mamma sussurrò mentre mi tirò in un abbraccio. Entrambi facemmo finta di non notare le lacrime nei suoi occhi mentre si allontanava.

"Sarà strano non vederti in giro per un po'." Sage mi diede un mezzo sorriso. "Ma se questo ti sarà d'aiuto, allora è per il meglio."

Tyde mi strinse in un abbraccio. "Sii felice di nuovo Troye, odio vederti così. Per favore, prova a migliorare."

Infine, mi rivolsi a mio padre. Ero insicuro su come reagire quando vidi una lacrima rotolare giù per la sua guancia destra. Lo abbracciai, appoggiando la mia testa contro il suo petto. "Mi dispiace, papà." Sussurrai.

Scosse la testa e mi guardò negli occhi mentre mise le mani sulle mie spalle. "No, è a me che dispiace. Avrei dovuto essere più presente. Mi dispiace di non esserci stato."

Dopo esserci salutati, cominciai a camminare verso l'ospedale con Rosa che portava sulle spalle una piccola borsa con all'interno le mie cose. Prima di entrare mi voltai per vedere ancora una volta la mia famiglia che allo stesso tempo mi salutò prima di tornare in macchina. Solo allora mi colpì veramente quello che stava accadendo - ero da solo ora.

Seguì Rosa per una serie di corridoi che sembravano tutti uguali. Ognuno era dipinto dello stesso color legno che copriva i pavimenti e le plafoniere erano tutte incredibilmente accecanti. Mentre camminavamo, iniziai a vedere i segni del reparto psichiatrico. Non ero riuscito ancora del tutto a capire cosa stava succedendo, ma sapevo che era decisamente reale e che non potevo più tornare indietro. Ero terrorizzato. Non avevo idea di cosa aspettarmi. Come sarebbero state le altre persone? Il personale sarebbe stato gentile? Avrebbero capito quello che stavo attraversando?

"Eccoci Troye." Rosa sorrise mentre apriva la porta e mi fece un gesto per entrare. A malincuore feci un passo. Ero stranamente tranquillo, anche se non ero sicuro di cosa aspettarmi. Continuai a seguire Rosa attraverso il reparto, guardandomi intorno con cautela. C'erano alcuni pazienti sparsi - la maggior parte da soli - ma non era troppo affollato.

Una ragazza con lunghi capelli rossi legati in una coda di cavallo, era seduta a un tavolo dalla parte della finestra e stava leggendo un libro. Un altro paziente - un ragazzo dai capelli scuri - era fissato sullo schermo di un televisore di bassa qualità, ma non sembrava stesse prestando attenzione comunque. Iniziai a chiedermi se era quello il modo in cui avrei passato la maggior parte del mio tempo.

"Ti porto nella tua stanza e ti lascio sistemare un po', se ti va bene?" Rosa chiese mentre camminavamo.

"Sì, va bene." Risposi senza mezzi termini. Tutto quello che volevo fare era già andare a casa.

pills ✧ tronnor [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora