diciassette

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Dopo che la gente scoprì quello che era successo, cercarono spesso di avvicinarsi e offrirmi conforto. Per quanto capissi che stavano solo cercando di essere d'aiuto e farmi sentire un po' meglio, questo mi irritava. Non si erano preoccupati di come stavo prima, gli importava solo perchè Connor se ne era andato e non volevano lasciarmi nel mio dolore da solo. Il più delle volte quando qualcuno tentava di parlarmi me ne andavo. Cercavo di farlo in modo meno rozzo possibile ma certe volte non riuscivo a tenere la bocca chiusa. Alla fine mi scusavo, ma non volevo. Fortunatamente capivano perchè mi stavo comportando in quel modo e impararono a lasciarmi da solo.

Ero combattuto tra la voglia di tornare a casa e voler rimanere. Volevo andare a casa per vedere la mia famiglia; erano le uniche persone che volevo vedere e sapevo che avrebbero potuto aiutarmi a superare la perdita di Connor. Tuttavia, sapevo che se me ne fossi andato, sarebbe stato come lasciare indietro Connor. Avrei continuato con la mia vita mentre lui non era riuscito a portare avanti la sua. Volevo stare vicino a lui per sempre ma sapevo che non avrei potuto passare molto tempo in un reparto psichiatrico prima che avrebbero dovuto dimettermi.

Non appena Connor scomparve, non riuscii a guardare il reparto nello stesso modo. Ogni camera mi ricordava di lui, gli incontri che avevamo fin dal primo giorno di ricovero. Ogni volta che andavo nella mia camera riuscivo a pensare solo a quando si era presentato e a quanto freddo fossi stato nei suoi confronti. Mi ricordai della notte in cui venne nella mia camera perchè non riusciva a smettere di sanguinare. Delle notti passate a coccolarci e a come, certe volte, restavo sveglio accanto a lui a guardarlo dormire perchè mi tranquillizzava.

L'area ricreativa mi ricordava di quando si sedeva e mi guardava disegnare o scrivere il testo di canzoni o poesie che non pubblicherò mai e a quando ci sedavamo a gambe incrociate sul pavimento a giocare a vecchi e sporchi giochi da tavolo. Le docce mi ricordavano sempre della notte in cui avevamo fatto sesso per la prima volta, dimenticandoci gli asciugamani e correndo nella mia stanza completamente nudi, pregando che nessuno ci vedesse. Sapevo che non mi sarei mai sentito così in intimità con nessuno a parte Connor - ci fu semplicemente qualcosa di speciale quel momento, che sapevo non si sarebbe replicato in nessuna delle mie relazioni future.

Capii perchè il personale aveva bloccato permanentemente l'entrata per il tetto ma allo stesso tempo mi sentii offeso. Quando Connor perse Sam, ebbe ancora una sorta di accesso - pur non essendo consentito - al tetto, in modo da poterci parlare ancora e sentirsi vicino a lui. Io non ebbi quel privilegio. Il posto in cui potevo sentirmi più vicino a lui era la sua stanza. Avrei voluto trovare un modo per salire sul tetto così da poter sedermi con le gambe penzoloni sul bordo, come eravamo abituati a fare noi, parlargli e sentirmi come se mi stesse ascoltando realmente. Se potessi gli direi quanto aveva significato per me e quanto lo amavo. Gli avrei promesso che non lo avrei mai dimenticato, come mi aveva chiesto di fare prima di cadere. Mi odiavo per non aver detto nulla. Avrei potuto promettergli che tutto sarebbe andato bene, che non lo avrei mai lasciato, che avremmo potuto costruire una vita insieme una volta usciti da li. Avrei potuto diglielo ora ma non avrebbe fatto alcuna differenza. 

Non l'avrebbe riportato indietro.

Dalla notte in cui Connor morì il mio letto rimase perfettamente fatto. Questo perchè passavo ogni notte nel suo letto, sommerso dai cuscini e dal piumone per respirare il suo profumo. Sapevo che, eventualmente, sarebbe andato via e avrei dimenticato il suo profumo. Avrei dimenticato il suono della sua voce o il suo sorriso quando si svegliava per primo alla mattina o il sapore dei suoi baci. Un giorno Connor non sarebbe stato altro che un lontano ricordo ma non avrei mai dimenticato quanto aveva significato per me e a come mi aveva fatto sentire in così poco tempo. Ecco perchè, nel poco tempo che mi era rimasto nel reparto, non avevo fatto altro che rimanere il più vicino possibile a Connor. Nessuno cercò di fermarmi - sapevano che non li avrei ascoltati.

Non era rimasto molto tempo prima delle mie dimissioni e ad essere mandato a casa dalla mia famiglia, così cercai di ricordare quanto più possibile di Connor prima che me ne sarei dovuto andare senza tornare mai più. Ero determinato a stare bene per Connor. Sapevo che non avrebbe voluto guardare giù e vedermi soffrire, in particolare se fosse stato per causa sua. Mi aveva detto di non piangere e di non essere triste ma aveva anche detto di non dimenticarlo. Nessuna di queste cose era possibile. Avevo passato ogni notte dopo l'incidente a piangere fino ad addormentarmi e sapevo che non lo avrei mai dimenticato anche se era quello che lui avrebbe voluto. Non c'era modo di dimenticare qualcuno che aveva avuto un tale impatto sulla tua vita, nonostante il poco tempo che avevamo condiviso insieme.

Sapevo che andare a casa dalla mia famiglia sarebbe stato per il meglio. Avrebbero capito quello che stavo passando e mi avrebbero sostenuto, senza soffocarmi o essere troppo appiccicosi. Un giorno verranno a sapere quanto ho amato quel ragazzo dagli occhi verdi che mi ha rubato il cuore dal primo giorno ma, per ora, tutto quello che sapranno è che ho perso un amico molto caro. Solamente io e Connor sapevamo quello che eravamo realmente, e così sarebbe rimasto per un po' di tempo. Quello che avevamo condiviso era speciale, qualcosa di completamente insostituibile, e avevo giurato a me stesso che non avrei mai potuto amare qualcuno nello stesso modo in cui avevo amato Connor. Sarebbe stato impossibile.

L'amore non ha confini o limiti e lo si può trovare nei posti più pazzi, folli, in situazioni e persone inaspettate. Non cambierei una singola cosa nel rapporto che ho condiviso con Connor, avrei solamente voluto durasse molto più a lungo. Continuavo a rassicurarmi pensando che ora era in un posto migliore, dove non avrebbe più sofferto e dove sarebbe stato in grado di essere con Sam che sapevo significava molto per lui. E sapevo che un giorno l'avrei rivisto; un giorno, nel futuro. Fino ad allora tutto quello che potevo fare era sentire la sua mancanza e ricordare le emozioni che mi aveva dato ogni volta che mi teneva la mano, visto che lui non poteva più essere qui a farlo.

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