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[avviso contenuto forte]

Dopo aver parlato con Connor mi sentii in colpa per quanto estremamente freddo ero stato con lui il giorno precedente. Sapevo che non aveva fatto nulla di male e che aveva semplicemente cercato di darmi il benvenuto, ma mi ero tenuto a distanza e avevo agito brutalmente verso di lui solo perché le cose non era andate nel modo giusto. Se non avessi tentato il suicidio, in primo luogo, o se fosse effettivamente andato a buon fine, non sarei in questa posizione, a dover dar conto a persone come lui. Tutto quello che era accaduto prima di essermi svegliato in un letto di ospedale, dopo aver tentato di togliermi la vita, era solo un ricordo lontano e sfocato, quasi come se mi fossi svegliato in una nuova vita ma nello stesso corpo. Era strano quanto poco potevo ricordare ma credo che, alla fine, fosse una buona cosa. Forse mi avrebbe aiutato a stare meglio più facilmente. Avrei potuto ricordare perché avevo tentato di togliermi la vita - purtroppo quello non era un ricordo lontano e sfocato come sperai potesse essere - ma tutto il resto lo era. Ricordavo a malapena l'aspetto della mia casa.

"Ehi," alzai lo sguardo e trovai Connor sulla soglia della porta. "Vuoi venire a fare una passeggiata? Sembri un po' solo e credo che una boccata d'aria potrebbe fare bene ad entrambi."

Anche se la tentazione di rifiutare l'offerta era forte, non mi andava di respingere ancora Connor così, esitante, annuii. "Certo."

Mi alzai e seguii Connor, senza che nessuno dei due disse nulla. Ancora non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di lui della notte precedente, e avrei voluto sapere che cosa stava combinando. Tuttavia, non mi sembrava il momento giusto per chiedere questo tipo di domande.

"Dove stiamo andando?" Chiesi, rompendo il silenzio tra di noi.

Connor mi guardò sorrise. "Vedrai."

Continuammo a camminare in silenzio, corridoio dopo corridoio fino a quando raggiungemmo un vicolo cieco. Alzai un sopracciglio confuso e guardai verso Connor, che si stava guardando attorno con cautela.

"Wow, questo sì che è emozionante Connor, sono così gra-"

"Shh" mi zittii, continuando a guardarsi intorno prima di un passo in avanti. "Loro non sanno che so di questo posto."

Guardai mentre giocherellava con un lucchetto su una porta di metallo, cercando lentamente di aprirlo. Dietro la porta c'era una scalinata che portava verso l'alto, nell'oscurità. Mi sentii subito diffidente. Dove mi stava portando? Connor fece un passo indietro e mi fece gesto di andare per primo. "Dopo di te, Troye boy."

Scossi la testa all'uso del soprannome che sembrava avermi assegnato e cautamente iniziai a camminare su per le scale. Sentii la porta chiudersi con un click dietro di me e mi ritrovai nella più completa oscurità. Sentii dei passi dietro me che immediatamente mi misero più a mio agio in quanto dimostrarono che Connor mi stava seguendo veramente e non rinchiuso in una stanza buia di cui nessuno sapeva l'esistenza. Mentre continuavo a salire le scale, vidi una luce sopra di me.

"Che cos'è questa?" Chiesi, rallentando un po'.

Sentii Connor fermarsi direttamente dietro di me. "Continua ad andare avanti, sei quasi arrivato." Seguendo le sue parole, continuai su per le scale fino a quando la luce naturale colpì la mia faccia. Ci ritrovammo sul tetto dell'ospedale guardando sulla città per miglia e miglia.

Diffidai ad avvicinarmi troppo al bordo per paura di perdere l'equilibrio così rimasi nelle vicinanze delle scale, osservando l'ambiente. Era veramente bello, ma non potevo fare a meno di notare quanto incredibilmente in alto eravamo. Quando guardai verso Connor notai che i suoi occhi erano chiusi e un piccolo sorriso era sulle sue labbra mentre la dolce brezza del vento gli arruffava i capelli. Era piuttosto rilassante stare qui fuori all'aperto, piuttosto che rimanere rinchiuso in un ripostiglio con niente da fare e nessuno - oltre a Connor o Rosa - con cui parlare.

"Perché mi hai portato qui?" Chiesi. Gli occhi di Connor si aprirono al suono della mia voce, iniziando a guardare verso di me, i suoi occhi verdi penetrarono nei miei blu.

"Mi piace qui - è tranquillo e mi rende felice. È il luogo dove mi sento più in pace con il mondo. Ho pensato che potrebbe piacere anche a te."

Sentii gli angoli delle mie labbra contrarsi verso l'alto in un piccolo sorriso. "Porti tutti quanti qui su?"

Connor scosse la testa e guardò il pavimento. "Ci ho portato solo una persona. Si chiamava Sam. Era qui da cinque mesi e io solamente da tre settimane. Una settimana dopo, fu trovato morto. Si è buttato da lì" spiegò indicando l'angolo del tetto più lontano da dove si trovava in piedi. "E ho dovuto mentire e dire loro che non avevo idea di come fosse arrivato fino a qui. Ancora non sanno che io so come arrivarci. Tu sei il secondo, e l'unica altra persona che ho portato quassù. Spero solo che non sia una cattiva idea."

Scossi la testa. "È terribile, mi dispiace."

Connor strinse le spalle. "La vita va avanti, credo. La gente muore ogni giorno. È solo la morte più tragica che viene realmente riconosciuta. Suona male, ma è vero."

Guardai a terra. "Vieni qui spesso?"

"No, solo in rare occasioni. Se mi vedrebbero sparire furtivamente e senza spiegazioni si insospettirebbero e mi seguirebbero fino a qui."

"Cosa accadrebbe se ti scoprissero?" Chiesi.

Connor sospirò. "Non lo so. Ma so che sicuramente bloccherebbero questo ingresso in modo permanente, e non conosco altre vie per arrivare qui. Non potrei sopportarlo, mi sento sicuro qui, lontano da tutto e tutti."

Un altro silenzio cadde tra di noi. Connor improvvisamente sembrò così vulnerabile, come un bambino dopo aver perso la propria madre al supermercato. Tranne il fatto che Connor non era un bambino alla ricerca di sua madre in un supermercato. Era qui per un problema grave con la sua salute mentale; come lo ero io. L'unica cosa che tutti e due volevamo era pura felicità e serenità. Mi sembrava così fuori portata in un posto come questo.

"Come mai sei qui, Troye?" Chiese Connor. Quando guardai verso di lui sembrò sinceramente incuriosito. Non potevo spazzolare via la domanda cambiando il soggetto, visto che Connor avrebbe sicuramente trovato un modo per riportare la domanda iniziale nella conversazione.

"Ho tentato il suicidio." Risposi guardando il cielo grigio e nuvoloso sopra di noi.

"Come mai?"

"Mi sentivo inferiore e poco importante."

"Che vuoi dire?"

Chiusi gli occhi e sospirai; non c'era modo di uscire da questa conversazione ora. "A volte mi sento di non appartenere a questo mondo. E molto spesso mi sento come se non avessi alcuno scopo reale, come se esistessi solamente per essere di intralcio a chi ha già piani precisi per la propria vita ed è felice. E mi chiedo perché per me non sia lo stesso. Perché non ho progetti per il mio futuro, perché non sento nessuna emozione, perché mi sembra di essere così inferiore a loro dal momento che tutti sembrano avere una vita migliore della mia. Odio non sentirmi importante. Passo ogni giorno a sentirmi come non avessi un motivo per essere qui. Non volevo passare il resto della mia vita a sentirmi in quel modo così ho pensato che sarebbe stato più facile porre fine alla mia vita."

Prima che potessi dire qualcos'altro, Connor si mise in piedi di fronte a me e strinse le sue braccia intorno alle mie spalle, tirandomi in un abbraccio stretto. Dopo una breve esitazione, feci scivolare le braccia intorno al suo busto restituendo l'abbraccio, vedendolo come la cosa giusta da fare in questa situazione.

"Tu sei importante, Troye. Hai più di una ragione per essere in questo mondo, proprio come tutti gli altri." fece un passo indietro guardandomi negli gli occhi. "Se solo potessi vedere il potenziale che io vedo in te."

pills ✧ tronnor [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora