cinque

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Quando aprii gli occhi era ancora buio. Non ero sicuro di che ora fosse, o del perché mi fossi svegliato, ma ero improvvisamente molto sveglio. Una volta che i miei occhi si adattarono al buio che mi circondava mi alzai lentamente dal letto e camminando a piedi nudi sul pavimento freddo misi la testa fuori dalla porta per vedere se il corridoio fosse libero prima di uscire. Tutto era silenzioso, e il corridoio era molto più inquietante di notte quando nessuno era sveglio oltre a me. O magari era soltanto una mia impressione.

La mia attenzione fu improvvisamente catturata da un stanza in fondo al corridoio dove notai non ero ancora stato. Sentii un forte rumore rimbombare così feci subito un passo indietro nella mia stanza per il timore che qualcuno mi trovasse sveglio. Dopo aver atteso per qualche istante, mi resi conto che nessuno stava arrivando dalla mia direzione così feci di nuovo un passo fuori. Lentamente e con cautela cominciai a camminare lungo il corridoio, rimanendo nell'ombra. Un piccolo rumore risuonò di nuovo, molto più forte ora che ero più vicino. Mi fermai e trattenni il respiro, preoccupato che il minimo di rumore potesse attirare l'attenzione. Non sembrarono accorgersi della mia presenza, così continuai. Ogni camera lungo il corridoio era buia, quindi era impossibile dire da quale stanza provenisse il rumore.

All'improvviso, senza alcun preavviso, un'ombra emerse dalla camera accanto a me e si scontrò nel mio petto, scaraventandoci entrambi sul pavimento. Per fortuna i miei occhi si erano abituati abbastanza al buio quindi non mi ci volle molto a decifrare l'aspetto della persona che si era scontrata con me - Connor Franta. I suoi occhi erano spalancati dal terrore e la sua pelle, anche al buio, contrastava fortemente da quanto pallida fosse.

"Tu non mi hai visto." sussurrò con urgenza, prima di alzarsi velocemente in piedi e iniziare a correre lungo il corridoio. Prima che potessi tirarmi su in piedi, Rosa apparve al mio fianco e mi tirò su per il braccio.

"Stai bene, Troye?" chiese mentre mi accompagnava di nuovo nella mia stanza, i miei occhi continuarono ad osservare il corridoio nella ricerca di Connor, anche se lui era ormai andato. Ripensai a quello che mi aveva detto e allo sguardo di puro terrore sul suo volto.

"Sì, sto bene. Ho soltanto perso l'equilibrio."

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Quando mi svegliai di nuovo la mattina l'ambiente era già completamente diverso dalla notte precedente. Nonostante fosse ancora ragionevolmente tranquillo, era già un po' più affollato. Io quasi lo preferivo di notte, a prescindere da quanto fosse raccapricciante e misterioso camminare da solo per i corridoi. Non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di Connor - lo sguardo di paura sul suo volto e la velocità con cui è scappato via. Di cosa aveva così paura? Essere scoperti? O che qualcuno potesse vedere quello che stava facendo? Non avevo visto quello che stava facendo, solo che voleva disperatamente allontanarsi da me. Non che lo biasimassi, probabilmente pensava che io stessi cercando intenzionalmente qualcosa contro di lui come rivincita per essere così fastidioso. Ma non riuscivo a venirne a capo - di cosa aveva così paura?

Rosa apparve sulla soglia della porta pochi istanti dopo con una ciotola di cereali in mano. "Ho pensato che potresti essere affamato così ti ho portato un po' di colazione. Spero ti piacciano i Cheerios."

Feci una smorfia al nome dei cereali mentre metteva la ciotola accanto a me. Non c'era decisamente niente di 'allegro' in questo posto, lo odiavo. Volevo andare a casa, vedere la mia famiglia e dimenticare, come se nulla fosse mai accaduto.

"Grazie, Rosa." Sorrisi. "Ehi, non è che per caso hai visto Connor Franta questa mattina?"

Rosa alzò un sopracciglio. "Penso sia ancora nella sua stanza tesoro, o almeno lo era dieci minuti fa. Come mai?"

Alzai le spalle. "Nessuna ragione. Ho solo pensato che potrei andare a trovarlo tra un minuto."

"Va bene, la sua stanza è sulla sinistra, basta seguire il corridoio fino in fondo. È proprio nell'ultima stanza a sinistra."

Dopo che Rosa se ne andò aspettai qualche minuto prima di lasciare la stanza e cammina per il corridoio in direzione ovest. Quasi immediatamente i miei occhi si posarono sull'ultima porta a sinistra e pregai che Connor fosse ancora lì. Quando arrivai lo vidi. Era profondamente addormentato nel suo letto, rannicchiato sotto il suo piumone con la mano sotto il cuscino mentre giaceva sul fianco destro. La bocca leggermente aperta mentre respirava dolcemente. Non l'avevo mai visto così tranquillo, ed è stato decisamente diverso rispetto al suo solito frizzante ed energico carisma. Non che mi dispiacesse - era quasi rilassante vederlo così tranquillo. Mi appoggiai allo stipite della porta e lo guardai; vedere Connor così tranquillo mi fece sentire un po' più a mio agio.

Poco dopo i suoi occhi si aprirono dolcemente e guardarono direttamente verso di me, i suoi occhi verdi penetranti nei miei. "Posso aiutarti?"

Deglutii e scossi la testa. "Volevo solo controllare che tutto fosse okay, sai .. dopo ieri sera."

Gli occhi di Connor si spalancarono alla mia risposta, ma si ricomposero velocemente. "Sì, bene grazie. Mi sorprende che tu ci tenga così tanto da chiedere onestamente. "

Alzai un sopracciglio. "Cosa dovrebbe significare?"

"Volevo davvero cercare di essere tuo amico, Troye. Abbiamo tutti bisogno di un amico in questo posto per impedirci di impazzire. Tu sembravi essere carino e mi era piaciuto anche il tuo sorriso. Appena ho messo gli occhi su di te ho pensato subito che saremmo potuti andare d'accordo. Peccato che la tua personalità è così differente. "

"Mi hai bombardato di domande e mi hai dato spazio! Non ero nemmeno stato qui un giorno intero, ero di cattivo umore." Replicai.

Connor ridacchiò. "Non capisci. Qui, o hai amici o nemici. Non c'è una via di mezzo. Non sto dicendo che ora siamo nemici, ma non riesco a classificarti come amico. E dubito fortemente che tu possa biasimarmi per questo. "

Guardai per terra, sentendomi in colpa per il modo in cui avevo trattato Connor il giorno precedente. "Mi dispiace di essere stato un tale stronzo con te."

Connor fece un mezzo sorriso. "Va tutto bene, succede. Non sei esattamente la prima persona a dirmi che sono troppo a volte."

"Tu non sei troppo, è stata colpa mia. Mi piacerebbe molto provare e risolvere le cose. Mi piacerebbe essere tuo amico, Connor." Sorrisi goffamente.

Connor sorrise smagliante. "E amici sia. Mi piacerebbe molto rimanere in quel modo anche a me, se non ti dispiace."

Sorrisi di nuovo; il primo vero sorriso da quando ero arrivato. "Piacerebbe molto anche a me."

pills ✧ tronnor [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora