Capitolo 1

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Dovrei aggiungere un altro disegno o magari una foto alla mia collezione.
Magari un dipinto, sono brava a disegnare.
Questo specchio mi sembra ancora troppo spoglio, anche se ormai è stracolmo e il mio riflesso non si vede nemmeno più. Ho lasciato un banale spazio all'altezza del viso.
La parte sottostante del mio corpo è completamente coperta da mille immagini che hanno altri mille significati.
Ho coperto lo specchio non perché mi vergogno di come sono. So di non essere una modella ma non mi butto giù per questo.
L'ho coperto perché più che del mio aspetto quando guardo il mio riflesso preferisco concentrarmi sui ricordi.
Da tanto tempo ormai i miei ricordi preferiti sono quelli con Piero.
Mio fratello è la mia ancora. Mi è sempre stato vicino anche se era così maledettamente lontano.
In America, in Argentina o addirittura in Cina, Piero era sempre disponibile anche a tarda notte.

Mi manca, da morire. Ma preferisco tenerlo per me. Mia madre soffre abbastanza la sua lontananza, in più Franz studia a Bologna quindi si sente anche la sua di assenza.

In casa il silenzio regna quasi tutto il giorno.
La mancanza dei miei fratelli si sente nell'aria.
Mi capita addirittura di versare qualche lacrima la sera, pensando a tutti i bei momenti persi con loro. Anche quelli banali, come la colazione la mattina o la corsa per il bagno, prima di andare a scuola.

Poi guardo il mio specchio con mille foto attaccate raffiguranti noi, e capisco che loro saranno sempre con me.

Una foto in particolare attira la mia attenzione più di altre.
Ci siamo io e un amico di mio fratello abbracciati. Lui mi da un dolce bacio sulla guancia.
Non avrei nemmeno dovuto attaccarla quella foto, e così inutile. Su quello specchio ci siamo io e la mia famiglia, ma non me la sono sentita di non aggiungere anche lui. Perché si, mi dispiace appiopparvi un vecchio cliché dei film romantici adolescenziali, ma sono innamorata di un amico di mio fratello.
Già innamorata. Che parolone eh? L'avrò  visto si è no quattro o cinque volte e ci ho parlato per meno di cinque minuti ogni volta.
Però quelle volte in cui il suo sguardo, la sua voce e la sua attenzione si sono concentrati su di me, ho perso un po' della mia razionalità.
Sono proprio una ragazzina. Ma quando la smetterò di innamorarmi di ragazzi più grandi, irraggiungibili, che non mi guarderanno mai nemmeno per sbaglio? Mai.
Ma lui è diverso. Non so perché lo penso ma è così. Lui è così schifosamente e meravigliosamente diverso.
Eppure è di un aspetto del tutto normale. Non particolarmente bello, alto, simpatico. Pizzetto nero acconciato, i capelli raccolti in un bel ciuffone nero.
Gli occhi marroni, profondi.
Sorriso buffo, bislacco.
Pancetta e peluria incolta sul petto.
E intelligente senza essere istruito, sa le lingue senza sapere nemmeno la propria, talvolta è volgare e inappropriato. Fa battute oscene. Spesso è fuori luogo. Risulta anche fastidioso. E impiccione e troppo, ma davvero troppo spontaneo.
Non è per niente il mio tipo.
Ma quando ride.. Quando la sua bocca si piega in un sorriso bislacco mostrando i suoi denti non particolarmente perfetti e splendenti, quando i suoi occhi si stringono in due fessure per illuminare il volto del suo sorriso, beh in quei momenti il mio cuore si alleggerisce, pregando che nessuno deturpi mai quel perfetto sorriso.
Se solo Piero sapesse che sono innamorata di un suo amico mi ammazzerebbe. Abbiamo quattro anni di differenza. Sono una bambina in confronto a lui, ma non so perché sento che lui è così perfetto per me.
Sento che con lui sarei felice.

Mi dirigo verso il bagno, mi lavo. Oggi torna il mio fratellone. Starà qui per poco però. Fino al 6 Gennaio. Per il primo concerto a Roseto dovrà ripartire.
Io e mia madre stiamo andando a prenderlo all'aeroporto.

Non vedo l'ora, non sono più nella pelle.
Arrivando lì mi fiondo alla zona sbarco, cercando degli occhiali rossi, un naso sporgente e dei capelli raccolti in un ciuffone alto, tra la gente.

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