E probabilmente ero una completa idiota. E probabilmente mi piaceva esserlo. Mi piaceva essere totalmente innamorata di lui, come una qualsiasi ragazza. Mi piaceva credere in quell'amore, attaccarmi con tutte le mie forze, amarlo come una disperata, perché solo il poter provare quel sentimento mi rendeva umana, viva, degna di sorridere e di stare al mondo.
Unica motivazione dell'essere me, era amare lui.
Quella sensazione di vuotezza, di buchi dentro, più banalmente il sentimento di sentirsi incompleto, tipico dei giovani, con lui spariva. Ero un unico, bellissimo pezzo, incastonato in un altro. Lui, il mio pezzo mancante.
Come potevo rinunciarci? Come potevo dimenticare il momento trascorso in camera mia, quando i miei vestiti profumavano ancora di lui, quando leccando le mie labbra sentivo ancora le sue, bagnate, dolci come miele.
Come potevo dimenticare quando sfiorando la mia pelle sentivo il calore delle sue mani?
Come dimenticare quegli occhi persi nei miei, pieni di un senso di colpa inutile, pieni di rimorso, così confusi e distanti dal momento.
Mi sentivo come se lo stessi violando. Come se la colpa di quello che accadeva fosse mia. Lo stavo costringendo a farlo? Probabilmente si, e mai ci fu nulla di più soddisfacente di quello nella mia ignobile vita. È ora mi chiedeva di lasciarlo andare, mi chiedeva di abbandonarlo, di non pensarlo e di non amarlo. Si sentiva in colpa ad essere il destinatario di questo mio sentimento a suo dire malato e ingiusto. Già malato. Come se io stessi amando un pazzo, un assassino, un ignobile criminale. No, io non amavo nessun avanzo di galera. Io amavo un ragazzo di quattro anni più grande, bello come un Dio. Mi chiedeva ancora di dimenticarlo. Pazzo illuso. Chiedi l'impossibile.
Chiedi la fine di qualcosa di infinito.
Chiedi di trovare un angolo in un cerchio perfetto.
Chiedi l'impossibile, si.
Come puoi andare via? Come puoi lasciarmi qui, sola, ad amarti? Come puoi chiedermi di rinunciare a parte della mia anima?
E ti guardo, ti guardo mentre prepari le valigie, ti guardo mentre pieghi accuratamente le tue maglie, le poggi sommariamente nella borsa forse troppo piccola. I vestiti non entrano e ti sforzi di incastrare tutto dentro.
L'a zip non si chiude, come se anche le valigie volessero farti rimanere qui, con me.
Ti guardo mentre ti prepari, mentre posi il grande zaino su una spalla, mentre indossi il tuo osceno cappello, mentre porti agli occhi quei tuoi occhiali da sole.
Ti guardo mentre ti volti e incontri il mio sguardo perso e carico di lacrime.
Ti guardo mentre mi guardi stupito, non sapevi che ero lì e che ti stavo osservando. Ti scruto mentre sul tuo viso si fa spazio un espressione imbarazzata e dispiaciuta.
Ti guardo mentre ti avvicini, e di conseguenza io faccio lo stesso.
Non andare, ti prego non andare.
I miei occhi lo implorano ma le parole non escono.
Non posso piangere, non davanti a lui. Non così.
Non per questo.
Un bacio delicato sulla fronte fa perdere parte della mia concentrazione è un vuoto allo stomaco rischia di farmi soffocare.
La trachea si stringe e fa male, trattengo le lacrime.
No, ti prego, no.
Una carezza tra i capelli corti, mi fa ancora più male.
La mia mano ferma la sua all'altezza del mio viso.
Non oso guardarlo negli occhi.
Non sosterrei quello sguardo intenso.
Non sopporterei l'intensità di quel marrone che lo compone. Marrone così diverso da altri, chiaro, lucente, luminoso. Splendente di vita propria.
Non posso guardarlo. E so che me ne pentirò amaramente, ma non posso.
L'anello che porta combacia con la mia guancia pallida. Il metallo è freddo e fastidioso.
Ma perfetto.
Ho bisogno di lui.
Ora, adesso e per sempre.
Mi avvicino a lui. Il mio viso soffia aria calda sul suo e vedo i suoi capelli corvini vibrare scossi da quel venticello improvviso e umano.
"No."
Il mio viso arresta il suo cammino.
No, Una parola, mille sogni infranti.
No, semplicemente no.
Nessun bacio d'addio. Nessun contatto.
Anche questo negato.
Non lo merito? Una persona che ama così tanto non merita di essere ricambiata anche solo per una volta? No. Lui decide di no.
Lui decide tutto.
Non capisce quanto faccia male.
Mi abbraccia.
Un abbraccio per scusarsi, un abbraccio che parla di noi. No, parla solo di me. Di questo amore a senso unico, di questo sentimento gettato al vento.
" troverai qualcuno da amare "
Che stupido.
"Voglio amare te. Devo amare te, devi essere tu, solo tu. Tu sei il mio tutto. Sei il mio lieto fine. Non ci sarà mai nessuno che potrà scavalcarti. Nessuno sarà come te""Ti ostini ad amarmi. È solo ostinazione. Basterà poco. Poco tempo. Sei così piccola. Passa subito"
Che stupido, buzzurro maledetto.
Superficiale e semplicista.
Lo odio, così tanto.
Ma se penso che ora andrà via.. Potrei morirne." sei uno stronzo. Come puoi pensare questo?"
Un sussurro strozzato.
Una delusione incolmabile.
Un dolore atroce.
Un insulto che è pura verità."Lasciami andare"
"Non posso"
Sto cercando di trattenermi ma le lacrime spingono giù, come pesi.
"Mary, amo un altra. Perdonami. "
Perdonami.
Divertente.
Mi ha appena ucciso e mi chiede di perdonarlo.
Una vittima ha mai perdonato il suo killer? No.
Non lo perdonerò mai.
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Hayran Kurgu"non ci arrivi da solo perché so quanti anni ci separano? Non ci arrivi da solo a capire perché diavolo ti rispondo male di continuo, o perché conosco alla perfezione ogni tuo tatuaggio? Non ci arrivi da solo a capire perché diavolo non riesco a gua...