Capitolo 4

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Fiammiferi accesi. Si banalmente fiammiferi accesi. Che bruciano insieme. La loro fiammella  messa a contatto formandone una unica, più grande e perché no, anche più forte. Era così che pensavo fosse l'amore. Due persone che bruciano insieme, senza nessuna acqua in grado di spegnerli. Ed era così che puntualmente immaginavo me e Ignazio. E quell'abbraccio, quel contatto fraterno, affettuoso, in cui cercavo di trovare malizia, passione, attrazione, invano, mi sembrava così simile a quel fuoco che ho sempre pensato sia l'amore.

Ci immagino a ripetizione in quell'abbraccio mentre prendiamo fuoco, un fuoco che divampi in tutta la casa, facendo capire a tutti che sì, sono innamorata, e si, amo il migliore amico di mio fratello, e non me ne vergogno.
Innamorata a 18 anni di un ragazzo di quasi 22. Ci sono troppi ostacoli. È Troppo grande, c'è troppo in gioco, metterei a rischio il mio rapporto con Piero. Poi lui è sempre lontano, con appunto Piero.
Il resoconto della situazione è chiaro, non c'è un futuro per noi.
Ma quella fiamma che immagino ogni volta che lui mi sfiora o mi è vicino, non smette di ondeggiare ricordandomi che sono un' illusa se penso di poterlo dimenticare.

Il suono del campanello mi distrae ricordandomi che doveva arrivare Serena.
Ignazio è uscito per farmi vestire ma io sono ancora a zero.
Le vado ad aprire, e mi ritrovo questa mia amica con il fiatone, sudata con gli occhi sbarrati.

M: si può sapere che ti è capitato?
Domando con un pizzico di risata nella voce.

S: bando alle ciance, voglio vedere tuo fratello nudo.
Mi risponde determinata.

La sua delusione è palpabile quando la porto in cucina mostrandogli la parte più tenera del carattere del mio Pieruccio.
È lì che mangia i residui di torta, con tutta la marmellata che ha a disposizione.
Si è sporcato la bocca e la T-shirt e non posso fare a meno di pensare che se fossi qui Franz non smetterebbe un attimo di prenderlo in giro.

Guardo Serena per testare la sua reazione.
La vedo ammaliata, intenerita, come se stesse assistendo alla scena di allattamento di un cagnolino appena nato. È lì che lo fissa, con un sorriso evidente  sulla faccia che io provvedo subito a stroncare.

M: no, assolutamente no. Ti proibisco di invaghirti di mio fratello.
Dico seria nel suo orecchio ma lei è già nel suo mondo.
La odio quando si isola così.

Piero si gira sentendo forse di essere osservato.
Ci guarda, si alza in piedi con un sorriso, pulendosi il viso e le mani dallo zucchero e dalla marmellata, si avvicina a noi sorridente.

P: ciao Serena, da quanto non ti vedo! Sbaglio o ti sei allungata?
Domanda divertito e sereno.

Serena è alta quanto me. Non raggiungiamo il metro e sessanta e mio fratello ci ha sempre preso in giro. Serena però lo ha visto come il più bel complimento della sua vita credo.

S: già..
Risponde sottilmente e io le do una gomitata per farla rinsavire.
Alzo gli occhi al cielo perché ormai ha iniziato a fissarlo.

P: tutto bene Sery?
Chiede confuso mio fratello.

M: si, si è solo molto stanca!
Dico io per difenderla.

S: eh poi carino, tu sarai alto almeno uno e settanta, o giù di lì. Non prenderei così in giro gli altri.
Ribadisce la mia amica, e io ringrazio Gli astri per averla fatta rinsavire.

Piero risponde con una risata e annuendo attutendo il colpo basso lasciatogli da Serena.

Detto questo si gira iniziando a sparecchiare.
E ovviamente, cosa inevitabile direi, Serena inizia a fissargli il culo come se glielo volesse mordere da un momento all'altro.

Certo mio fratello è un cretino.
Mette quei pantaloni attillati e poi si lamenta che tutte gli guardano solo il fondo schiena.

Serena è persa, tento di spingerla via ma lei è dura.
Una spinta un po troppo forte mi fa sbattere contro qualcosa di duro, che non è propriamente un muro ma ci si avvicina.
Apro gli occhi per testare dove sono andata a sbattere.
E lo vedo li, Ignazio, che mi tiene per le spalle.

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