8-UN CIELO DAI MILLE COLORI

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Il Natale si avvicinava e le strade iniziarono a riempirsi di luci colorate. Ho sempre amato il clima natalizio, l'unica parte dell'inverno da me gradita.
In televisione venivano trasmessi in continuazione film sul Natale, non ne perdevo nemmeno uno. Li guardavo con gli occhi di un bambino.
Avevo anche iniziato a fare i primi regali di Natale.
A Riccardo avevo preso un gioco per la Playstation. Nonostante i suoi vent'anni era più bambinone di me, e di sicuro sarebbe stato felicissimo nel vedere quel gioco.
A mia sorella Anna avevo regalato un romanzo d'amore, amava quel genere di libri, mentre per Natalia avevo preso due Barbie.
Diverso invece era il regalo che avevo scelto per Jasmine. Amava Tiziano Ferro fin da quand'era una bambina, non faceva altro che parlarmi di lui e delle sue canzoni. Uno dei suoi sogni era di andare a un suo concerto e così comprai due biglietti, uno per me e l'altro ovviamente per lei.
Negli ultimi tempi Jasmine era diventata sempre più importante, fondamentale, indispensabile, era quanto di meglio mi potesse capitare. Ogni volta che avevamo la possibilità di vederci, trascorrevamo tutto il tempo a perderci in baci e carezze. Non ero mai stanco di lei.
Una sera uscii con Riccardo. Jasmine venne al Just con Katia. Quei due ci misero davvero poco a prendere confidenza. Si piacquero da subito e impiegarono pochi minuti a baciarsi.
Da allora, non di rado, uscimmo tutti e quattro insieme.
La vigilia di Natale soffiava un freddo vento dicembrino e la pioggia cadeva a fiotti. Ero sveglio da poco e avevo messo la testa fuori dalla finestra soltanto per dare uno sguardo al tempo. Alla vista di quel temporale mi rituffai subito a letto, sotto le coperte.
Presi il cellulare e telefonai Riccardo.
<< Riccà, allora ci vediamo dopo la mezzanotte? >>
<< Sì. Perché non chiedi di venire anche a Jasmine? ... Io provo con Katia. >>
<< Credi che Katia verrà? >>
<< Penso proprio di sì. Almeno tutti e quattro insieme ci divertiremo di più. >>
<< Va bene. Adesso chiamo Jasmine e poi ti aggiorno. >>
Telefonai Jasmine e mi disse che aveva già convinto Katia. Sarebbero arrivate poco dopo la mezzanotte.
Mi alzai a malincuore dal letto. Dopo essermi vestito, andai al supermercato per comprare qualche alcolico. Feci una piccola scorta di birre, vodka e sambuca.
Verso le diciotto, come avveniva ogni anno alla vigilia di Natale, andai a cenare insieme alla mia famiglia, da mia nonna materna.
La casa era strapiena di gente. C'erano molti dei miei zii e dei miei cugini.
Era fantastico trascorrere quei giorni festivi con loro, trasmettevano serenità e allegria.
Ci volle un bel po' per fare gli auguri di Natale a tutti.
<< Quanto sei diventato bello. >> I soliti complimenti di mia zia.
<< Ma che bello ... ormai sto iniziando a invecchiare. >>
<< Invecchiare? ... Ah se ce li avessi io ventuno anni ... >>
<< Eh eh ... tu sei giovane dentro. >>
Dopo aver fatto gli auguri a tutti, mi misi seduto ai piedi del camino, proprio come facevo sempre anche a casa.
Quando tutti furono arrivati, iniziammo a cenare. C'erano oltre tre tavole apparecchiate con quasi trenta sedie intorno ad esse. Dalla cucina proveniva un odore di frittura di pesce molto intenso.
Dopo l'antipasto ero già gonfio come una palla. Avevo già bevuto i primi tre bicchieri di vino e un minimo di lucidità mi aveva abbandonato.
Mangiai a fatica il primo, e fu una vera e propria impresa far entrare nel mio stomaco anche la frittura di pesce. Ero sul punto di scoppiare. Ogni volta che protestavo per aver mangiato troppo, nonna mi redarguiva. Per lei non mangiavo mai abbastanza.
Zio Antonio non faceva altro che riempirmi il bicchiere di vino rosso. Quella sera alzarono un po' tutti il gomito, compreso papà che non beveva mai molto.
Poi, mio cugino Gennaro, il più piccolo di tutta la famiglia, si alzò in piedi sulla sedia per recitare la filastrocca sul Natale, che aveva imparato all'asilo.

Natale
Ho sognato Gesù bambino
che veniva vicino al mio lettino
sussurrando dolcemente
per Natale mi chiedi niente?
Io pensai per prima cosa
a te mamma così amorosa
a te babbo buono tanto
e gli dissi Gesù Santo,
papà e mamma benedici,
fa che siano sempre felici.
Vidi allora il suo bel viso
che faceva un bel sorriso
e lo vidi sparger fiori
sul camino dei genitori.

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