Jasmine

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Al ritorno, giacché la stazione di Portanolana è l'inizio della corsa della circumvesuviana, arrivando in anticipo trovai un posto dove sedermi.
Pochi minuti prima che il treno partisse, nel vagone dove mi trovavo, entrò una ragazza molto carina. Aveva i capelli castani, lunghi fino a metà schiena, due occhi di colore verde smeraldo e un portamento fantastico.
Si avvicinò.
<< Ciao, è libero questo posto? >> Indicò il seggiolino alla mia destra.
<< Sì, è libero. >>
<< Quindi posso sedermi o disturbo? >>
<< Certo che puoi sederti. >> Risposi cercando di dare un tono quanto più gentile alla mia voce.
<< Comunque io mi chiamo Jasmine. >> Mi disse dandomi la mano per presentarsi.
<< Molto piacere, Luigi. >> Fu la mia risposta. Generalmente non mi capitava di trovarmi in difficoltà di fronte a una ragazza, ma la bellezza di Jasmine e i suoi modi così gentili, mi mettevano in grande imbarazzo.
<< Si direbbe che sei un tipo di poche parole. >> Disse sorridendomi.
<< N-no, è che mi hai colto alla sprovvista e non ... >> le parole quasi non mi uscivano dalla bocca.
<< E non? >> Chiese.
<< Niente, lascia stare. >>
<< Va bene. >>
<<Quanti anni hai? >> Le domandai.
<< Diciassette. E tu? >>
<< Io ne ho ventuno. >>
Fissavo il display del cellulare. Ero imbarazzato come non mai e la cosa m'infastidiva. Si era dimostrata molto socievole, ed io stavo facendo la figura dell'apatico – depresso – asociale. Dovevo chiederle qualcosa, qualsiasi cosa.
<< Prendi questo treno ogni giorno? >> Fu la domanda meno banale che la mia mente riuscì a elaborare.
<< No. Questa mattina non avevo voglia di andare a scuola, anche perché ieri non ho avuto modo di studiare, e ho preferito venire a Napoli per fare un po' di shopping.>> Mi mostrò due buste ai suoi piedi.
<< Nessuna delle mie amiche ha voluto farmi compagnia e quindi ci sono venuta da sola. >>
<< Ah capisco. >> Continuavo a essere a corto di parole.
<< Tu invece che ci fai qui? >> Aveva un sorriso fantastico e trasmetteva positività allo stato puro.
<< Io studio lettere moderne alla Federico II, e purtroppo, sono costretto a prendere questo treno tre volte alla settimana per venire a Napoli a seguire i corsi. >>
Col tempo iniziai a sciogliermi e a dire qualche parolina in più. La conversazione proseguì per tutto il tragitto, fin quando non arrivammo alla mia fermata.
<< Comunque è stato bello conoscerti. >> Le dissi.
<< Grazie della compagnia. >> Rispose.
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Il treno si fermò e scesi.
Stavo per scendere le scale della stazione quando sentii la sua voce. Mi voltai ed era affacciata al finestrino <<LUIGI VOLEVO CHIEDERTI ... >> E poi non riuscii a udire più nulla. Il treno si stava allontanando e il fracasso delle rotaie copriva la sua esile voce.
Jasmine mi aveva fatto un'ottima impressione. Mi sentivo stupido nel pensarla così assiduamente, l'avevo vista appena per mezz'ora.
Mi sentivo stupido anche per non averle chiesto dove abitava, per non averle chiesto il cognome, in modo tale da poterla aggiungere tra gli amici di facebook e quindi poterla risentire. Avrei potuto chiederle anche il numero di cellulare, ma niente, non lo feci.
Insomma, mi sentivo stupido per una marea di motivi.
M'infastidiva sempre di più il fatto che Jasmine balenasse in continuazione tra i miei pensieri, e ciò, per una persona fredda e razionale come me, era una cosa molto insolita.
Il venerdì avevo di nuovo i corsi, stessi orari del giorno precedente. Il tragitto nel treno fu come sempre stressante e irritante, e la lezione di latino fu ancora più noiosa.
Quando salii in treno per ritornare a casa, speravo di incontrarla di nuovo, ma sapevo che sarebbe stato impossibile, era salita su quel treno per caso, non usava viaggiarci quasi ogni giorno,come accadeva a me.

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Spero che vi stia piacendo la mia storia ogni tanto commentate vorrei sapere il vostro parere.
GRAZIE ❤️❤️

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