Al just

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Il sabato sera mi fece accantonare la "vicenda Jasmine".
Uscii da casa verso le ventuno. Andai a prendere Riccardo, il mio migliore amico da anni, e come ogni sabato sera andammo al solito bar, il Just.
<< Riccà cosa prendi da bere? >>
<< No, stasera offro io. >> Si affrettò a dire.
<< Paghi il secondo giro, il primo tocca a me. >> Replicai. Si convinse.
<< Allora, che prendi? >> Gli chiesi.
<< Una birra. >>
<< Ah Riccà, vedi che lì c'è l'ultimo tavolino a disposizione>> gli dissi indicando un tavolino libero all'esterno del bar. << Intanto che prendo da bere inizia a sederti, altrimenti ci toccherà stare in piedi. >>
Uscii dal Just con due birre e un pacco di crostini.
<< Ah Luigi, ho dimenticato di dirti una cosa. >> Mi disse mentre mi sedevo di fronte a lui.
<< Che mi devi dire? >>
<< Ehm ... avevo dimenticato di dirti che questa sera ... ho un appuntamento con una ragazza ... >>
<<Riccà e quindi? >>
<< Viene con un'amica e dovresti tenerle compagnia. >> Non era la prima volta che m'informava di qualcosa del genere all'ultimo minuto.
<< Ma almeno è carina? >> Gli chiesi.
<< Sì, è una gran bella ragazza e direi anche abbastanza troia, si concede molto facilmente, o almeno così dicono.>>
Nell'attesa buttammo giù un bel po' di alcolici tra birre e drink. Non ero più lucido, ma nemmeno ubriaco. Una dolce via di mezzo.
Al Just arrivarono altri nostri amici, e tra una chiacchierata e l'altra si fecero le ventitré.
<< Eccole, sono loro! >> Esclamò, indicandomi due ragazze che si avvicinavano. Erano vestite in modo molto sexy. Una di loro indossava un vestitino bordeaux, mentre l'altra aveva una gonna nera con una camicetta rossa. Con quelli che dovevano essere dieci centimetri di tacco, raggiungevano esattamente il mio modesto metro e settantacinque.
<< Piacere, io sono Luana. >> Fu la ragazza che aveva l'appuntamento con Riccardo a presentarsi per prima.
<< Piacere mio, Luigi. >>
<< Io invece sono Carmen. >> Questa volta mente le sue intenzioni. Ci recammo in un luogo buio e isolato e iniziai a baciarla. Era ciò che voleva.
Iniziò a toccarmi ed ebbi la conferma che non era per niente una "brava ragazza".
Facemmo sesso, proprio come animali, senza sentimento, tanto per provare piacere fisico.
<< Torniamo al Just? >> Le chiesi dopo esserci ricomposti.
<< Sì, è meglio che andiamo, fra un po' devo ritornare a casa. >>
Tornati al Just, Riccardo e Luana, erano già lì.
<< Carmen - Carmen è tardi, dobbiamo tornare subito a casa. >> Si affrettò a dirle Luana con una nota di panico nella voce.
Prima di andarsene, Carmen mi lasciò di sua spontanea volontà il numero di cellulare, invitandomi a farmi risentire al più presto. Non ne avevo la minima intenzione. Poi le due ragazze se ne andarono nella stessa direzione dalla quale erano arrivate.
Riccardo ed io restammo ancora un po' al Just.
<< Sono quasi le due e mi sta iniziando a venire sonno. Torniamo a casa? >> Chiesi.
<< Sì, anche a me sta venendo sonno. >>

"Rispose Riccardo.
Riccardo si sforzava di sembrare sobrio quando non lo era per niente.
In auto i discorsi si concentrarono (per quanto possibile), sul tempo trascorso con Luana e Carmen. Riccardo si divertiva cercando di raccontare anche i minimi particolari della sua serata di "sesso sfrenato".
Arrivammo sotto casa sua.
<< Guida piano. >> Mi raccomandò scendendo dall'auto.
<< Tranquillo, guido meglio da sbronzo che da sobrio. >> Guidai più lentamente del solito.
Mi sentivo terribilmente in colpa. Mi ero comportato come un animale e non era da me. Nei miei ventuno anni non mi era mai capitato di fare sesso. Avevo sempre e solo fatto l'amore, e per giunta con un'unica ragazza. Tornato a casa, andai di corsa in camera mia. Dormivano già tutti.
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Avevo sonno. Mi sdraiai sul letto senza nemmeno spogliarmi per indossare il pigiama. Non avevo bisogno del filexat, l'alcol mi faceva quasi lo stesso effetto, mi rilassava. Dopo quelli che dovevano essere stati pochi secondi, caddi in un sonno profondo.
Quella notte sognai. Fu un sogno strano, sfocato e senza un filo logico.
Le uniche due cose che riuscii a distinguere furono un treno e due occhi verdi che mi fissavano dal finestrino.

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