5-ATTIMI DI SERENITÀ

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Nei giorni successivi ripresero le conversazioni senza limiti con Jasmine, su whatsapp. Mi spiegò nei minimi particolari tutto ciò che era accaduto la notte di Halloween, e mi arrabbiai parecchio perché aveva accettato il passaggio di uno sconosciuto. Evitai di raccontarle quello che era avvenuto tra me e quella ragazza di cui non conoscevo nemmeno il nome. Tra me e Jasmine non c'era una relazione, però non volevo ferirla.
Il sabato successivo le chiesi di nuovo di uscire, avevo una voglia matta di vederla. La temperatura si era abbassata di parecchio a causa di una perturbazione proveniente dall'Artico, e nonostante le piogge fossero cessate, ridando spazio al sole, il freddo era comunque pungente. Quelle giornate calde di pochi giorni prima erano solo un lontano ricordo, l'inverno era alle porte.
Decidemmo di vederci dalla mattina, in modo tale da poter trascorrere molto più tempo insieme. Jasmine alle undici uscì da scuola. Tornò a casa, e appena si fu preparata mi chiamò per avvisarmi. Passai a prenderla e andammo a Mergellina.
Passeggiando sul lungomare, rimasi estasiato dalla bellezza di quella parte di Napoli, e mi venne in mente una descrizione di Mergellina, fatta da un anonimo su un blog.
" Napoli può essere giudicata sporca, maleodorante, inospitale, caotica, pericolosa, trasandata, fuorilegge e senza regole, ma solo per il suo lungomare vale la pena soffrire e sopportare. Alla vista di questo paesaggio ti commuovi sempre, riesci a percepire lo spirito di questo numeroso popolo, e ti tornano in mente le tantissime melodie napoletane.
Non può esserci fregatura, furto, disonestà e maltrattamento che possa ingrigire l'incanto di questo golfo, unico e dai mille colori.
Si può solo piangere, godere dello spettacolo e dimenticare tutto il resto.
Napoli ti ripaga sempre. "
In queste poche righe c'era davvero l'essenza del lungomare di Napoli e del suo golfo.
Dopo aver camminato per un po', ci fermammo a un bar per bere qualcosa, e poi ci sedemmo sugli scogli a osservare il mare. Entrai in un mondo tutto mio, in cui esistevamo soltanto io, Jasmine e il mare. Era una sensazione fantastica. Ci abbracciamo. Quell'abbraccio sprigionava amore, un amore puro, e non era la prima volta che ciò accadeva con Jasmine.
Avevo deciso di non "scappare" più, anzi, in un certo senso mi ero costretto a non "scappare" più. Ci conoscevamo da pochissimo tempo, ma ero convinto che stare a contatto con Jasmine poteva farmi solo bene. Valeva la pena rischiare.
Rimanemmo lì, in silenzio per moltissimo tempo. Sembravamo un unico corpo.
La guardai e lei fece lo stesso. Amavo quegli occhi ogni giorno di più. Poi le nostre labbra s'incontrarono di nuovo dopo la serata trascorsa al cinema. Furono baci di una dolcezza innaturale.
<< Promettimi che non andrai più via. >> Mi disse.
<< Non sono bravo a mantenere le promesse, ma posso provarci. >>
<< Prometti almeno che ci proverai con tutto te stesso. >>
<< Te lo prometto. >>
I suoi occhi diventarono lucidi, sembrava che stesse sul punto di piangere dalla felicità, e poi mi baciò ancora.
Stava iniziando a calare la sera. Il golfo diventò una scia infinita di luci, che pian piano risalivano fino alle pendici del Vesuvio.
Estrassi il mio fedelissimo lettore MP3 dalla tasca dei jeans.
<< C'è una canzone che voglio dedicarti. >>
<< Dedicarmi una canzone ... quale? >>
<< Resta in silenzio e ascolta. >>
Misi una cuffia nel mio orecchio destro e l'altra nel suo orecchio sinistro.
" Tu si 'na cosa grande pe' me
'na cosa ca me fa nnammurà
'na cosa ca si tu guard' 'a me
je me ne moro accussi'
guardanno a te
vurria' sape' 'na cosa da te
pecche quanno i' te guardo accussi' "
A quel punto della canzone ci fu un nuovo, lunghissimo bacio, accompagnato da quella vera e propria poesia di Modugno, in quel caso interpretata da Gigi Finizio. In quel bacio c'era più trasporto che in tutti quelli precedenti. Inspiegabilmente le mie mani cominciarono a pulsare, e sentii il battito del mio cuore sperduto in ogni millimetro del corpo. Mi sentivo girare la testa, non capivo più nulla.
Ci distaccammo leggermente e accarezzai le sue labbra con delicatezza. La canzone intanto era arrivata all'ultima nota.
<< Ho bisogno di te. >> Le sussurrai.
<< Sono qui, amore. >>
I giorni trascorrevano e iniziammo a vederci con molta regolarità. Jasmine stava diventando una dipendenza.
Non avevo più avuto attacchi di panico e provai a scalare anche le dosi di filexat. Prima di dormire prendevo "solo" quindici gocce. Mi bastavano.
Di tanto in tanto tiravo fuori la foto di Marta dal mio portafoglio e rimanevo a fissarla per minuti interi. Ero sicuro che fosse felice nel vedermi finalmente reagire, ovunque lei si trovasse.
A Jasmine non avevo mai parlato di Marta, non mi sentivo pronto per affrontare quell'argomento. Anche Novembre stava per volgere al termine, e il freddo diventava sempre più intenso.
Seguire i corsi con quel gelo e con quelle giornate piovose era sempre più una tortura. Alle sette del mattino, più che in stazione sembrava di trovarsi in Siberia.
Con umore decisamente migliore affrontavo gli allenamenti con la mia baby squadra di calcio. Nemmeno il freddo e la pioggia riuscivano a fermare quei bambini.
Iniziò anche un piccolo torneo con altre scuole calcio e vincemmo le prime tre partite, tutte con molti gol di scarto.
Una domenica pomeriggio, dopo la quarta vittoria consecutiva, tornai a casa e telefonai Jasmine.
<< Vuoi venire a casa mia questa sera? >>
<< Ma ho vergogna ... ci sono i tuoi genitori. >>
<< Questa sera ho casa libera, i miei genitori e le mie sorelle sono fuori e torneranno martedì. >>
<< Se mi assicuri che non ci sarà nessuno, verrò. >>
<< Stai tranquilla. >>
Cercai di creare un ambiente molto accogliente. Scesi giù in tavernetta e accesi il camino, poi prenotai due pizze e passai in videoteca a noleggiare un film dal titolo "Amore e altri rimedi".
Dicendo di dover andare con alcune amiche a un pub, Jasmine si fece accompagnare da suo padre in un luogo poco distante da casa mia. Alle venti in punto era da me. Dopo aver mangiato la pizza, ci sdraiammo sul divano e avviai il film. Il camino aveva reso l'ambiente molto gradevole.
Jasmine lesse il titolo del film e disse: << Dal titolo sembra un film molto interessante. >>
La guardai sorridendo. << Lo è. >>
Guardammo il film in assoluto silenzio, e poi nel momento della scena finale, un'ondata di passione ci travolse.
Ci baciammo. Quei baci oltre ad essere ricchi di amore erano anche pieni di passione. Iniziai a toccarla e lei fece lo stesso. Pian piano ci spogliammo. Eravamo sul punto di fare l'amore.
Jasmine all'improvviso si ritrasse. << Basta. Fermiamoci.>> Rimasi stupito. << Ho sbagliato qualcosa? >>
<< No ... il punto è che ... sarebbe la mia prima volta, e per quanto tu possa piacermi ... devo prima essere sicura che tu sarai l'unico ragazzo con cui lo farò. >>
<< Ah ... scusami ... non volevo ... >> Ero imbarazzato.
Mi baciò sulle labbra. << Non è colpa tua, tranquillo. >>
Ci rivestimmo e trascorremmo il resto della serata ignorando quanto era accaduto poco prima.
Mancava poco a mezzanotte.
<< Domani dovrò andare a scuola, chiamo papà e mi faccio venire a prendere. >>
<< No, ti accompagno io. >>
In auto era molto loquace come sempre, e sembrava davvero che non avesse preso a malo modo la situazione precedente.
Prima di scendere dall'auto mi diede un bacio sulle labbra, augurandomi una dolce notte.
<< Ti voglio bene. >> Le dissi.
<< Anch'io te ne voglio. >>
Come ogni volta che ero solo in auto, iniziai a pensare troppo. Mi aveva fatto certamente piacere sapere che Jasmine fosse ancora vergine, sono sempre stato un po' all'antica.
Poi scoccò la mezzanotte. Cercavo di scacciare quel pensiero da giorni, ma in quel momento fu impossibile. Era il primo di dicembre. Erano trascorsi due anni, due lunghissimi e terribili anni, dalla morte di Marta.

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