Capitolo 15

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Pov's Emanuele

Mi avvicino ad Erica, sconvolto dal suo abbraccio con Andrea.
-Se vuoi puoi anche ritirarti...te lo concedo.
Mi guarda con la bocca aperta e alza un sopracciglio.
-PAPÀ...posso usare i miei poteri?
Poseidone la sente fino al suo trono.
-Ma certo, tesoro.
Erica si gira a guardarmi e afferra la sua spada. La imito e ci mettiamo in posizione al centro dell'arena.
Sentiamo il colpo di pistola ma non ci muoviamo.
-Posso chiederti perché stai combattendo con me?
Le chiedo, cercando di tenere la spada ferma: mi tremano le mani...non voglio farle male.
-E me lo chiedi pure? Dovresti saperlo che non sono una che si arrende facilmente. E poi, ti pare giusto dirmi di ritirarmi? A me?
Mi guarda mentre rigira la spada tra le mani. Continuo a fissare la sua arma fino a quando mi attacca e cado a terra. Mi rialzo subito e l'attacco. Per un po' sì crea un continuo gioco di spade.
-La sai una cosa? Sei bella anche quando mi vuoi mezzo morto.
Non so come ci sia cascata ma riesco a distrarla. Meno un fendente sicuro che lei sia in grado di pararlo ma invece mi sbaglio perché lei non si scansa e così la ferisco al braccio. Approfitto per buttarla a terra e mettermi sopra di lei. Ci guardiamo per alcuni secondi senza muoverci.

Sta diventando imbarazzante la cosa...

Ad un tratto lei fa un urlo di frustrazione e un'onda enorme mi scaglia al lato opposto dell'arena.
Quando mi viene incontro la ferita si è già rimarginata. Mi rialzo.

Ho ragione quando dico che è bella anche quando è arrabbiata...

All'inizio penso di poterla ingannare di nuovo con qualche complimento. Poi vedo il suo volto e deglutisco.

Pov's Erica

Sono furiosa e furiosa è dir poco.
Siamo entrambi in piedi aspettando la mossa dell'altro.
Lo colpisco alla pancia con il dorso della spada.
-Questo è per aver bevuto quando non dovevi farlo.
Lo faccio di nuovo e lui geme stringendosi i fianchi.
-Questo è per aver fatto....AAAAAH!
Sta per ribattere sentendo il mio secondo urlo di frustrazione ma io lo colpisco ancora più forte da farlo cadere a terra.
-Questo, invece, è per avermi fatto piangere.
Ares si alza dal trono inorridito a causa del comportamento del figlio.

Lo so che non mi vuole far male...sennò sarei già a terra.

Si rialza e prova a difendersi ma io lo schivo, lancio la spada a terra ed evoco un muro d'acqua intorno a noi due in modo tale che nessuno ci veda. Riprendo la spada e gli e la punto al petto. Ci guardiamo.
Lui lentamente si rialza mentre io continuo a puntargli la spada.
-Credi che io l'abbia fatto apposta? Credi che mi abbia fatto piacere vederti piangere? Oppure vederti abbracciata ad Andrea?
Ora è arrabbiato. Il suo petto si alza velocemente e si sta avvicinando minacciosamente. Arretro e abbasso un po' la spada.
-Credi che mi abbia fatto divertire il fatto che la mattina mi sono svegliato nudo accanto ad una ragazza?

Ma che cazzo sta dicendo?

-E secondo te è stato bello scoprire che quella ragazza non eri tu??
Ora il suo tono di voce si sta addolcendo ma continua a venire verso di me. Ad un tratto butta la spada a terra, mi afferra un fianco e mi porta accanto a sé.
-Al diavolo questa cazzo di gara...io ti amo.
La sua mano sfiora la mia guancia.
-Scusa...
Diciamo insieme dopo attimi che sembrano infiniti.
La sua bocca è vicinissima alla mia.

Lo so che starete per uccidermi...ma io voglio la mia vendetta.

All'ultimo momento gli punto la spada alla gola e, con un calcio, lo butto a terra. Il muro intorno a noi crolla e la folla esulta.
-ABBIAMO UNA VINCITRICE!
Mentre Zeus parla io l'unica cosa che ho davanti a me è il sorriso di Emanuele.
Mentre la mia squadra si raggruppa intorno a me lo sento dire, sorridendo:
-Ti ho mai detto che sei proprio una bastarda?
-Beh...c'è sempre una prima volta, no?
Gli urlo.
-La gara è finita! I vincitori possono partecipare al banchetto di stasera mentre le squadre perdenti dovranno rimettere in ordine l'arena! Buona fortuna e...che gli dei ci assistano!
I miei compagni urlano alle parole di Ermes e, alzandomi, mi portano fuori per festeggiare mentre i componenti della altre squadre si lamentano.

Vittoria compiuta.

Pov's Emanuele

-È mezz'ora che puliamo i troni degli dei e già ho un mal di schiena atroce!
Marisha ha la coda sfatta e il grembiule girato.
-Va beh...almeno l'idea di far pulire gli spalti ai nostri "allievi" è stata buona. A noi capitani tocca solo pulire stì troni.
Gli risponde Denis.
Micol e Marika sono più in là e si occupano del trono di Dioniso che sembra il più mal ridotto.
-Aaaaah! Se c'era Erica bastava che scatenava un'onda e tutto sto schifo si puliva...
-Emanuè la colpa è tua! Potevi almeno vincere, no?
-Eh si...ora spiegami come fai a vincere contro una chi mi affoga anche solo se mi avvicino.
-Ma stai zitto! Ammettilo che era perché non volevi farle del male...perché potevi anche darle una botta in testa e il problema era risolto.
Marisha ha ragione ma io non ribbatto.
-Invece di nominarmi un milione di volte...potreste chiedermi un aiuto no? Va beh...tanto ho già fatto.
Mi guardo intorno. È tutto pulito ed Erica è proprio di fronte a me.
-Ma...non eri a festeggiare tu?
-Bah...non mi sembrava giusta la punizione e quindi ho deciso di darvi una mano. Ora scusate ma mi chiamano.
Erica sorride a Micol e lei la accompagna fuori. Io le raggiungo e mi affianco a Erica.
-Sei proprio una stronza, lo sai?
-Ah...anche stronza sono ora?
-Si...
Gli dò un buffetto su una guancia e mi allontano.

Pov's Erica

È mezzanotte passata e finalmente sono tornata a casa.
Ho un mal di testa atroce.
I ragazzi, contro la mia volontà, mi hanno fatto bere del vino dicendomi che altrimenti Dioniso si sarebbe arrabbiato. Alla fine ho ceduto...e poi...magari Dioniso ha sentito e lo faceva apposta a mandarmi quelle occhiatacce.
I miei amici dormono così mi stendo anche io sul letto cercando di non fare rumore.
Il mio sguardo si posa su Emanuele.

Non credo di poterlo perdonare così facilmente ma sono felice che ci stiamo riavvicinando. Certo...non lo ammetterei mai ma sono felice...
Felice come la prima volta che ci siamo conosciuti.
Mi ricordo che stavo in un bar del mio paese con Letizia e stavamo tranquillamente parlando quando entra Domenico e porta con se questo ragazzo dai capelli non troppo scuri, dagli occhi chiari e dal petto muscoloso ma allo stesso tempo magro come uno stecchino.
Credo di avergli sorriso...e se non ricordo male lui ha ricambiato.
All'inizio ci odiavamo....era così saputo, fiero di sé...ma simpaticissimo e molto dolce.
Eh...così mi sono innamorata. Poi quando mi chiamava piccola...e lo fa ancora solo per darmi fastidio!
La prima volta che lo abbiamo fatto ero imbarazzatissima...ma accanto a lui mi sentivo protetta. E ancora oggi.

Lo guardo di nuovo.
Sorrido e finalmente chiudo gli occhi.

Gli Dei Dell'Olimpo Il ragazzo dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora