Capitolo 16

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Pov's Erica

-Allora...te lo provi o no questo vestito?
-Ho detto di no.
-E smettila! Se tuo padre ti ha chiamata per una serata con lui tu devi metterti qualcosa di decente, no?
-MICOL NON MI VESTIRÒ DA CANARINO...OK? E POI OGGI CI SARAI ANCHE TU. NON È CHE VADO A FARE CENA DA MIO PADRE...
-Uffffa non è da canarino...è semplicemente giallo! E poi io ti sto facendo vedere qualcuno dei miei vestiti perché tu non sei voluta scendere sulla terra e nemmeno mi ringrazi...
La guardo brutto.
-Per favoooore...
-Eh va bene...proviamo questo benedetto vestito.
Mi spoglio e indosso l'abito.È semplice e completamente giallo, mi arriva poco dopo le ginocchia e ha una troppa scollatura per i miei gusti.
-Micol...è orribile!
-Ehm...ok, toglilo.
Le sorrido e mi rimetto i miei vestiti.
-Beh...allora come ci vai?
-Se volete posso aiutarvi io.
Marika è appena comparsa da dietro la porta; è appoggiata al muro e ci osserva.
-Allora? Posso darti una mano?

Ancora non mi fido completamente di lei ma accetto lo stesso. Credo che se non lo avrei fatto Micol mi avrebbe ucciso.

-Vi ho sentite oggi a pranzo e quindi ho deciso di portarti questo.
Mi allunga una busta che io apro lentamente.
-Non è una bomba...ti avviso prima.
-Ma grazie, cara.
Ci facciamo entrambe un sorriso forzato.
All'interno trovo un vestito completamente azzurro che, quando lo provo, mi fa rimanere a bocca aperta. Ha una scollatura a cuore e arriva a metà coscia. È fantastico.
-SEI BELLISSIMA...MA ORA VAI.
Micol mi prende per il braccio e mi trascina fuori. Riesco solo a mettermi le mie scarpe bianche, ad aggiustare i capelli e a ringraziare Marika che sono già sulla spiaggia.
-Quindi...come funziona la cosa?
Denis, Emanuele e Marisha ci hanno appena raggiunti. Marika sta arrivando proprio ora.

Emanuele mi guarda strano...eh certo...SONO VESTITA ELEGANTE E SOTTO HO UN PAIO DI CONVERSE!
Tutti lo troverebbero "strano".

-Ehm...praticamente dobbiamo scendere nel palazzo di papà perché ci ha affidato una missione importante...almeno credo.
-Questo lo avevamo capito, Erica.
Marisha mi scruta da capo a piedi e mi sorride.
-Smettetela di guardarmi così e lasciatemi fare.
Annuiscono mentre ridacchiano un po'. Ci si mette anche Emanuele che mi guarda dolcemente.
Mi inginocchio e tocco l'acqua del mare. Dopo un po', in lontananza, dei delfini emergono e vengono verso di noi. Quando arrivano ognuno ne prende uno.
-Erica...ma questi andranno sott...AAAAAH!
Denis non fa in tempo a parlare che i delfini scendono giù. Su ognuna delle loro teste si crea una grande bocca d'aria.
-Denis...puoi aprire gli occhi ora.
Siamo finalmente arrivati a palazzo. Ringrazio i delfini e guido i miei compagni fin dentro la sala principale.
-Ciao, tesoro!
Mio padre mi saluta e mi fa un enorme sorriso. Accanto a lui c'è una donna bellissima vestita tutta di azzurro e viola.
-Vi presento mia moglie, Anfitrite. Anfitrite questa è mia figlia e loro sono i suoi amici.
-Ciao, ragazzi.

Ecco...ora voi direte..."questa è cattiva perché non tollera che tu sia figlia di suo marito". Invece...

-Sono molto contenta di conoscerti...mio marito mi ha parlato molto bene di te.
-Io sono contenta che tu sia contenta...cioè...non che credevo che tu sei cattiva ma...cioè...non l'ho mai pensato...ecco...
-Ehm...vieni con me, cara.

ECCO. ME LA SONO GIOCATA.

Mi conduce fin dietro ad un muro e inizia a parlare.
-Senti...posso fare una cosa?
Annuisco sorridendo.
Mi guarda e mi tocca la fronte.
-Ora gira su te stessa.
Faccio come mi dice e vedo che i miei vestiti prendono un'altra forma. Ora indosso delle converse azzurre, dei collant azzurri, dei pantaloncini azzurri e una maglia sempre azzurra. I capelli sono raccolti in una treccia e un elastico a forma di perla me li ferma.
Persino il trucco è azzurro.
-Ecco...avevo capito che non ti trovavi con quei vestiti...e poi...per quello che dovrete fare non va bene la gonna.
Mi fa un occhiolino e si siede su un tavolino.
-Puoi andare, ora.
-Grazie Anfitrite. È stato un piacere conoscerti.
-Di nulla, cara.
Torno nella sala e quello che mi aspetta sono dei versi di stupore e meraviglia.
-Dov'è il mio vestito?
Chiede Marika.
-Ehm...prometto che lo farò tornare come prima...
Annuisce confusa.
-Bene...ti ripeterei cinquantamila volte quando sei bella ma ora abbiamo altro di cui parlare.
Poseidone mi sorride e strizza un occhio. Poi torna a parlare.
-Come sapete qui, sotto l'oceano, c'è il famoso labirinto del Minotauro. Non chiedetemi come il labirinto sia sott'acqua e non chiedetemi come fa il Minotauro a respirare sott'acqua perché è una storia troppo lunga. Delle voci mi hanno detto che è tornato in vita. Il vostro compito è quello di andare a controllare se è vero. Beh...e se è vero...dovreste ucciderlo di nuovo.
Rimangono tutti a bocca aperta.
-Che cosa?
Gli dico.
-Si, lo so è...
-MA È FANTASTICO! IL LABIRINTO! ANDREMO NEL LABIRINTO!
Inizio a saltellare per tutta la sala mentre i miei amici mi guardano strano.
-Ehm...oook, potete andare.
Poseidone ride e scompare.
Usciamo dal castello e ci dirigiamo verso quello che dovrebbe essere il labirinto.
-Ma quanto manca?
-Micol...te l'ho detto 50 volte fino ad ora, manca poc..
Spalanco gli occhi e la bocca.
-GUARDATE, ECCOLO!
Emanuele sta indicando un enorme costruzione in pietra ricoperta da alghe.
-Su...entriamo!
-Aspetta...guarda qui.
Indico una crepa sul muro vicino all'entrata a Denis. Lui si china e mi guarda, preoccupato.
-Non possiamo supporre nulla se non entriamo.
Cerco di sorridergli e faccio un passo verso il labirinto, stringendo i pugni. Poi mi giro e vedo i lati della bocca di Emanuele alzarsi un po'.
Iniziamo a camminare ma poi mi blocco di colpo.
-Ragazzi!
Gli altri cacciano le armi e si mettono sull'attenti.
-Ragazzi...siamo in un labirinto...
Denis, con l'arco in mano, mi guarda strano.
-Erica questo lo sapevamo.
-Nooo...pensateci...siamo in un labirinto...
Continuano a guardarmi strano.
-Qual è lo scopo di un labirinto?
Domando.
-Trovare l'uscita...
Emanuele sembra aver capito e mi guarda preoccupato.
-Non capite? Dopo dovremmo trovare l'uscita!
-Beh...questo è un problema.
Micol fa una faccia così strana che, sott'acqua, sembra ancora più buffa. Emanuele prende diverse alghe, le lega insieme formando una lunga corda e lega un estremità a una roccia subito prima dell'ingresso.
Decidiamo di continuare a camminare. Svoltiamo così tante volte che ho perso il conto.
Finalmente, dopo due ore di cammino, sentiamo un rumore.
-Hey...guardate qui.
Marisha indica un graffio di artigli su un muro, coperto un po' dalle alghe.
-RAGAZZI!
Mi giro di scatto. Micol è a terra e davanti a lei c'è lui: il Minotauro. È una cosa enorme e spaventosa. Gli artigli sono lunghissimi, le corna sono troppo appuntite per i miei gusti e, sul busto, ha solo uno straccio ricoperto dal sangue della nostra compagna.
-MICOL!
Su tutto il petto ha uno squarcio enorme e respira a fatica anche se ha ancora la bolla d'aria attorno alla testa.
D'istinto mi avvicino al mostro e inizio a urlare per distrarlo. Lui si gira e inizia a guardarmi. Fa un passo ma io alzo immediatamente le mani e le porto, con uno scatto, davanti a me. Creo una piccola spinta abbastanza forte da farlo cadere atterra e poi mi precipito su Micol che sta urlando di dolore.
Emanuele e gli altri si precipitano sul mostro ed iniziano ad attaccarlo.
-Ok Micol...respira.
-Cazzo...FA MALE!
Guarda la ferita. Sta diventando di un verde che non mi piace per niente.
-Provo...provo a fare qualcosa.
Le strappo del tutto la parte della camicia sopra la ferita e avvicino le mie mani ad essa, senza toccarla.
-Siamo in acqua, no? FAI QUALCOSA!
Micol sta piangendo dal dolore.
Giro la testa e vedo i ragazzi combattere contro il Minotauro poi avvicino sempre di più le mani.
-Se l'acqua rende forte me vuol dire che può far bene anche agli altri...
Mi concentro e penso a tutte le cose belle che mi vengono in mente, chiudendo gli occhi.

Quando ho scoperto di essere una semidea.
Quando ho conosciuto mio padre.
Quando sono riuscita, per la prima volta, a controllare l'acqua.
Quando mi sono innamorata di Emanuele.
Quando ho baciato Emanuele per la prima volta.
Quando ci siamo amati per la prima volta.
Quando l'abbiamo rifatto ancora, ancora e ancora.

Svengo prima di riaprire gli occhi.

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Muovo le mani. Sono sopra ad un letto, riconosco il morbido tessuto di una coperta.
Apro gli occhi e, nel letto opposto, vedo Micol. Sembra stare bene.
Non mi accorgo che mi sta guardando fino a quando non urla.
-RAGAZZI! ERICA SI È SVEGLIATA!
I miei amici entrano dalla porta e mi si piazzano attorno. Mi metto a sedere e vedo che stanno tutti bene tranne qualche graffio.
-Cosa è successo?
Domando.
-Praticamente, no? Noi stavamo combattendo e abbiamo sconfitto il Minotauro. Poi tu hai cominciato a brillare e poi sei svenuta. Abbiamo ritrovato te e Micol per terra ma sembrava che tu stessi dormendo e che Micol fosse guarita del tutto.
Poi Emanuele ti ha portato in braccio fino a qui e lo stesso ha fatto Denis con Micol.
-Stavo...brillando?
-E dovevi vedere come brillavi! Io ho assistito a tutta la scena dal mio palazzo.
Mio padre entra e, dopo avermi dato il suo primo bacio, esce dalla camera.
-Beh...grazie.
Dico a Emanuele.
-Oh ma non è tutto.
Continua Marisha.
-Se Emanuele non si fosse messo davanti a te, mentre combatteva contro il mostro, saresti morta!
Emanuele arrossisce un po' e io sorrido. Dalla stanza entra una ninfa che ci ordina di tornare tutti a dormire. I miei amici mi salutano ed escono dalla stanza.

Per la sera mi "dimettono dall'ospedale" e ritorno dagli altri. Ceniamo insieme e trascorriamo una bella serata.

Adesso però devo sistemare un'ultima cosa.

Prendo Emanuele in disparte.
-Dimmi piccola!- mi dice. Arrossisco.
-Sai.... quasi mi piace "piccola"- dico. Mi alzo sulle punte così sono alta più o meno come lui.
-Che c'è?- mi domanda dolcemente.
-Niente.... volevo dirti.... che ti perdono.... ti perdono e ti....- non faccio in tempo a finire di parlare che lui mi prende da dietro la nuca e mi bacia. Quando le nostre bocche si allontanano rimane fermo a guardarmi.
-Pace fatta?- domanda scherzando.
Gli prendo il mignolo col mio, come fanno i bambini quando litigano. Gli sorrido. Gli prendo la mano e torniamo dagli altri insieme.

Ora è tutto come prima....

Verso mezzanotte decido di farmi un bagno per schiarire i pensieri. Apro l'acqua e lascio che la vasca si riempi. Quando è piena, mi spoglio, mi ci immergo, prendo il sapone e come una bambina lo verso in acqua solo per fare la schiuma. Sono stanca, gli eventi degli ultimi giorni mi hanno distrutta e ora voglio solo riposarmi. Butto la testa all'indietro e mi addormento nell'acqua calda. Non faccio sogni, per lo più faccio pensieri. Sono felice che tutto sia tornato apposto con Emanuele, credo. In fondo, io lo amo.
Sento qualcuno entrare nella stanza. Mi sveglio e mi trovo Emanuele seduto affianco alla vasca che mi guarda.
-Ciao piccola- mi sorride. Mi stringo le ginocchia al petto, da quando è successa quella cosa in Perù mi vergogno a stare con lui da sola e per di più nuda.
-Ciao- gli dico.
-Ti piace proprio l'acqua- scherza.
-L'acqua mi calma, mi rilassa- gli spiego.
-Anche io avrei bisogno di farmi un bagno- dice. Fa per andarsene ma io lo afferro per un braccio e lo tiro dentro la vasca con tutte le scarpe. Non so dove ho trovato tutta questa energia.
-E no amo! Le scarpe nuove!- mi rimprovera a metà fra il serio e lo scherzoso. Gli sfilo le scarpe e i calzini e le metto accuratamente fuori. Poi gli sfilo anche la maglia e i pantaloni. Li ripiego fuori dalla vasca e con un tocco li asciugo.
-Così va meglio?- domando rimettendomi seduta.
Mi guarda con il suo solito sorriso da furbetto. Mi fiondo sulle sue labbra e lo bacio. Lui mi accarezza, si mette dietro di me, mi abbraccia e mi stringe a se baciandomi il collo.
-Tu mi ami?- domando. Non vedo l'ora di tornare a baciarlo tutti i giorni.
-Da morire- risponde mordicchiandomi l'orecchio e facendomi ridere.

Gli Dei Dell'Olimpo Il ragazzo dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora