Capitolo di passaggio

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"Caro Diario"        Bulgaria(1492)

Come ti stavo dicendo mi ha conficcato una siringa nel collo e mi ha fatto addormentare. Al mio risveglio mi sono ritrovata legata a una sedia di metallo legata con delle corde intrise di verbena e delle catene sui polsi e sulle gambe anch'esse intrise di verbena. Provai a liberarmi ma invano...ero troppo debole per via della verbena che mi scorreva nelle vene. Mi guardai attorno ero in una stanza buia con un tavolino alla mia desta con sopra degli oggetti strani. Ad un tratto entrò Christoph che mi guardò sorridendo. Aveva con se delle lanterne dalle quali accese delle torce che si trovavano sui muri,che prima non avevo notato dato la poca luminosità.

«Allora Samanta,se questo è il tuo vero nome,da quanto tempo sei una vampira?»disse con una voce dura.

Non riuscii a rispondere per via della verbena in circolo nel mio corpo.

«Che fai non rispondi?»disse tirandomi un pugno che mi fece sputare un po di sangue dalla bocca.

Vedendo le mie condizioni capì che ero troppo debole per riuscire a parlare cosi usci dalla stanza e dopo qualche secondo tornò un bicchierino di legno e un coltellino. Non capivo cosa volesse fare. All'improvviso di tagliò la mano e versò un po di sangue nel bicchiere. Lo avvicinò a me per farmelo bere. Capì subito che mi si ingrandirono le vene sotto gli occhi ma non volli berlo per paura che ci fosse della verbena. Ma lui me lo fece bere a forza. Ri acqustai un pò di forze.

«Allora da quanto tempo sei una vampira»mi richiese.

«Da circa un mese e mezzo» risposi con un pò di affanno.

«Quindi avevo ragione nel dire che non eri stata vampirizzanta da molto. Ma ora toglimi una  curiosità come è successo? E poi il pazzo omicida che uccise i tuoi genitori eri tu?»disse con un sorriso stampato sulle labbra.

Gli raccontai la mia storia e lui con un espressione sincera mi disse che gli dispiaceva per quanto successo ma io gli risposi che le sue scuse non gli avrebbero riportati in vita e che poteva tenersele pure per lui. La sua facci si incupì e con un sorriso a dir poco malvagio disse

«Iniziamo!»

Si avvicinò al tavolino dove c'erano quegli strani oggetti e prese un pugnale con la lama ricurva e mi disse

«Sai qual'è la prima cosa che mi ha colpito di te?» non mi diede il tempo di rispondere che con il pugnale mi graffiò il volto e poi mi disse ridendo
«Il tuo volto!»

«Oh pensavo fossi un gentiluomo...e invece cosa fai colpisci una ragazza come.. cosi non va bene!»dissi anche io ridendo

«Tra poco non riderai più mia cara!» disse con un sorriso agghiacciante

Dopo questa affermazione iniziò a picchiarmi e a infilzarmi con tutte le armi che aveva a sua disposizione. Dopo un paio di ore fece una cosa che non mj sarei mai aspettata da lui. Prese un pugnale e si tagliò nuovamente la mano e mi diede il suo sangue per farmi riprendere. Ma visto quel gesto non mi staccai più dalla sua mano. Cosi li prese un pugnale e me lo conficcò nel fianco. Per farmi distaccare. Dopo di che uscì dalla stanza e chiuse la porta dietro di sè

The Vampire Diaries: "Il Diario Di Una Petrova"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora