Vaghiamo per un ora come due senzatetto per tutta Roma, finché ad un certo punto arriviamo al Colosseo. "Finalmente" grido. Dal Colosseo é facile arrivare all'albergo, infatti in 2 minuti possiamo stravaccarci sul letto.
"Mika ma... Non hai più le prove?" "Si.. Dalle 5:30 fino all'inizio del concerto.. A a proposito, ecco il biglietto del parterre, che se no non ti fanno entrare" sorrido e me lo metto nel portafoglio. Mi dispiace un po' che con questa storia del concerto riesco a stare pochissimo con Mika. "Zuppa sei triste, che hai?" sorrido. Se n'è accorto subito. Neanche mia madre era così. Neanche lei.
"Stiamo pochissimo insieme" dico in poche parole. Sono perfettamente consapevole che non ci possa fare nulla. "Io..." Balbetta, ma lo interrompo. "Mika,lo so che non puoi farci niente, non c'é problema" dico sorridendo e con molta calma, per poi fiondarmi sulle sue labbra. "Ti amo" sussurro "Anche io" risponde sussurrando.
Sul letto, sdraiata abbracciata come un bradipo a Mika mi addormento.Passeggio, il cielo è azzurro e c'é qualche spruzzo di nuvole che lo rende ancora più meraviglioso.
Lo ammiro per qualche minuto.
Sono mano nella mano con Mika.
Camminiamo senza una meta precisa, ci piace così.
É tutto cosí stupendo, tutto così perfetto.
Camminiamo a lungo, dove ci portano i nostri piedi.
Il cielo, che prima era azzurro é diventato rosso: il Sole stava andando a riposarsi.
Ad un certo punto esclamo "Le prove!" .
Si, non siamo andati alle prove.
"Non c'é problema, piccola", mi risponde. Quando mi giro verso di lui non trovo Mika. Non é più Mika. Stacco bruscamente la mano da quella fresa che si era fatta più stretta e corro via piangendo. Era Nicholas."Mikaaa!" urlo. Le lacrime mi rigano il volto. Si sveglia di soprassalto. "Ehy, che succede?" chiede spaventato. "Nicholas..." Mi interrompo. Al solo pensiero scoppio a piangere. Mi abbraccia, senza interrompermi, anche se ha il volto nero dalla rabbia solo per aver sentito quel nome. "L'ho sognato."
Mi chiede tutti i dettagli e gli racconto tutto, appena finisco dice: "Basta, sono stufo di questa situazione, Sveva prestami il tuo cellulare che lo chiamo"
Ho paura, ma estraggo il cellulare dalla tasca e glielo porgo ugualmente. "Metti in vivavoce" dico, prima che faccia partire la chiamata.
Due semplici squilli, e lo stronzo risponde. "Ce ne hai messo di tempo, troia." Oh no. "Cretino, non sono Sveva, sono Mika. Non provare più a darle della troia, intesi?! O devo venire lì a gridartelo in faccia?!".
Non ho mai visto Mika così prima d'ora, e di sicuro non avrei mai voluto vederlo. Io so guardare dntro le persone, come lui, e vedo che se fuori sembra forte, dentro è a pezzi, e non sopporto di vederlo così.
"Senti criceto, non sei mia madre, ne mia sorella, quindi non provare a darmi ordini" risponde Nicholas. Guardo Mika negli occhi. Sono diversi, sono pieni di odio, ma anche stracolmi di tristezza.
Le lacrime mi rigano il viso, sia nel vedere Mika in quello stato, sia nel sentire le parole spregevoli che uscivano dalla bocca di Nicholas. Tremo.
"E tu chi sei per dare della troia alla mia ragazza?!".
"LA TUA RAGAZZA?!"Gli tiro una pacca sulla spalla e gli faccio segno di chiudere la chiamata.
Dopo neanche un secondo la chiamata è chiusa. Ha gli occhi lucidi. "Cosa succederà ora?" "Non lo so, Sveva, non lo so"
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Rain //Mika
FanfictionSveva. Una ragazza depressa e timida esce di casa in una giornata di pioggia armata di ombrello e incontra un ragazzo, invece sprovvisto e lo soccorre. Subito la ragazza si accorge di aver davanti la persona che le ha salvato la vita più di una volt...