Capitolo 8

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"Ma cosa ho fatto? Ho rovinato tutto!" Penso di essere pentita per averlo baciato contro la sua volontà ma in fondo in fondo sento la felicità dovuta a quel gesto. Per sentire il sapore delle sue labbra rifarei quello stupido, stupidissimo gesto, portandomi a casa il suo rifiuto. Perché è questo che ha fatto, no? È rimasto fermo, immobile e forse anche schifato dal fatto che una sciocca ragazzina lo abbia baciato. Non mi ha respinta né ricambiata, mi ha solo rifiutata.
Tolgo l'intimo ancora umido cambiandolo con uno pulito e indosso una maglietta a maniche lunghe. Brividi di freddo percorrono la mia schiena e mi metto comoda sotto le lenzuola aspettando che il sonno si impossessi di me.
Mi sveglio ancora più infreddolita e la punta del naso è freddo come un cubetto di ghiaccio. Guardo l'orologio in cucina e sono solo le 7:30. La testa mi scoppia e cerco un Oki nel cassetto dei medicinali. Che schifo di prima mattina! Sedendomi, appoggio le braccia sul tavolo e la testa su di esse. Provo a rilassarmi e a svuotare la testa ma sembra un'impresa impossibile. Un vortice di pensieri mi assilla e le ore passano mentre io attendo che il mal di testa si attenui.
"Buongiorno Mia."
"Buongiorno mamma", rispondo rimanendo nella mia posizione.
"Sofia alzati dal letto, subito!" Un mugolio fastidioso esce dalle mie labbra. "Tesoro, non ti senti bene?"
"No, ho mal di testa".
"Scusami", dice dirigendosi in camera di Sofi per svegliarla senza urlare.
Fanno colazione e dopo essersi messe il costume escono di casa. Io in quella maledetta spiaggia non ci metterò più piede! Resterò qui, in questo piccolo bungalow, fino alla fine di questa vacanza... se così possiamo definirla. Il tempo sembra passare a rallentatore e quando mi decido ad alzare la testa noto con piacere che è quasi mezzogiorno. Inizio a stendere la frolla, la adagio nella teglia rotonda e la infilo nel forno già caldo. Aspetto che sia cotta a puntino, la faccio raffreddare e, con la delicatezza di un elefante, rovescio al suo interno la crema. Taglio la frutta con molta precisione: le fragole e l'uva a metà, i kiwi e l'ananas a fettine, e lascio ovviamente interi mirtilli, lamponi e more. Dispongo tutta questa bontà in modo ordinato sulla crema e metto la crostata in frigorifero.
Poco dopo sento la voce di Sofi "Corri dai! Vieni a vedere Sammy."
Mi metto a ridere e vorrei avere anch'io un'amica a cui dire di venire a vedere Sammy, di mangiare a casa mia e di passare la giornata insieme.
"Ciao Mia!"
"Ciao Sofi! E tu devi essere Zoe... ciao", dico sorridendo.
La bimba mi regala un timido sorriso e segue mia sorella in camera sua, alla ricerca del "gatto che fugge". Questo è il suo soprannome.
Io e la mamma prepariamo il pranzo e dopo aver mangiato la pasta al sugo tiro fuori la crostata. Rimane solo una piccola fetta che nessuno vuole più, essendo ormai sazie. E mi immagino la faccia di Alex, mentre assaggia la mia crostata e penso che mi piacerebbe cucinare per lui e anche con lui ma so che questo rimarrà un mio piccolo sogno nel cassetto.
Passo il pomeriggio in piscina con la scusa di voler tener d'occhio Sofi per vedere cosa fa tutto il giorno qui, con gli animatori e i suoi nuovi amici. Nel giro di tre ore ho finito l'ultimo libro di Fabio Volo, comprato il giorno prima di partire. Faccio un tuffo per rinfrescarmi e noto con piacere che l'acqua non è fredda come immaginavo. Resto sdraiata a prendere il sole fino all'orario di chiusura della piscina. Aspetto Sofi che, nell'area del baby club, sta finendo un disegno e poi andiamo al bungalow. La mamma è già sotto la doccia e non vedo l'ora di prendere il suo posto per togliermi il cloro dalla pelle.
"Guarda Mia!", mi dice porgendomi il suo disegno, "queste siamo io, te e la mamma sdraiate sui lettini della spiaggia", continua indicando le figure disegnate sul foglio, "e questo è Alex che guarda se in mare c'è qualcuno da salvare." Il mio cuore manca un battito.
"E tu come fai a sapere il suo nome?"
"Gliel'ho chiesto."
Beh certo...
Mentre mia mamma prepara la cena dedico un po' di tempo a me stessa. Mi lavo i capelli con calma, pettinandoli e massaggiandoli con cura, dedicando più tempo a loro che al resto del corpo. Li asciugo accuratamente e decido di lasciarli sciolti per non rovinare i miei amati boccoli che adesso profumano ancora di più grazie allo shampoo alla banana. Mi spalmo la crema e mi limo le unghie prima di applicare lo smalto trasparente. Scelgo un pantaloncino di jeans e un top bianco in pizzo che si ferma poco sopra l'ombelico. Non faccio in tempo a sfilarmelo, mia mamma mi fulmina con lo sguardo dicendomi "Non ci provare nemmeno! Stai benissimo così." Odio la mia pancetta che non vuole andarsene nonostante ore e ore di palestra e mesi di dieta. "Ma quando te ne vai?" domando toccandomi il ventre. Sento la risata di mia mamma e subito dopo la osservo scuotere la testa. "Ah che età!"
Cerco le All star bianche e solo ora mi ricordo di aver lasciato anche loro in spiaggia stanotte. "Merda!" Indosso gli stivaletti neri estivi e mi dirigo verso il gazebo, affamata. È già apparecchiato e la mia pancia brontola appena vedo il salmone fumante.
"Mamma è buonissimo!", esclamo con la bocca piena.
"Sono contenta che ti piaccia", risponde sorridendo.
Finiamo di cenare in silenzio, gustandoci il cibo e subito dopo Sofi corre dalle sue amichette. Io e la mamma sparecchiamo e mentre lei lava i piatti, io asciugo e sistemo tutto.
"Mamma io mi faccio un giro."
"Va bene Mia, stai attenta."
Senza risponderle mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo agli scogli, passando sul ponticello per evitare di farmi il piccolo tratto a nuoto. Mi siedo cercando la linea dell'orizzonte che si confonde con il mare. Minuto dopo minuto, nonostante oggi non abbia fatto granché, mi sento sempre più stanca e mi ritrovo sdraiata sul nostro scoglio. Non c'è alcuna traccia di noi, ma ci appartiene. Piego le gambe facendo combaciare le ginocchia al petto e le circondo con le braccia cercando di riscaldarmi il più possibile. Mi sveglio con la schiena dolorante ma, stranamente, non sono infreddolita. Mi accorgo di avere addosso un telo da mare e subito lo scosto dal mio corpo. Torno al residence ponendomi moltissime domande su quel pezzo di stoffa blu. Ancora assonnata mi metto sul divano, come sempre accanto a Sammy e subito mi addormento come lei.

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