11.WHIRLWINDS

113 31 1
                                    

POV'S Chiara

Rimango sbigottita per qualche secondo prima di vederlo dirigersi verso di me. Ma prima che possa allontanarlo, il corpo di Noel gli si posiziona di fronte ostacolandolo.
- spostati- lo avverte Ryan spintonandolo, quando mi raggiunge mi si inginocchia davanti e prende le mie mani fra le sue. Istintivamente mi ritraggo e chiudo gli occhi per impedire alle lacrime di vincere l'indifferenza
- Chiara..ti prego, ti prego, lasciami spiegare- come può anche solo pensare di pretendere che io voglia ancora starlo a sentire dopo tutto quello che mi ha fatto e mi sta facendo tuttora patire?
- no- rispondo acida,
-vattene prima che chiami la polizia- lo minaccia Noel, ma come se le sue parole risuonassero a vuoto, Ryan non fa una piega
- torniamo a casa mia..ti devo delle spiegazioni fin da troppo tempo. Poi sarai libera di andartene, ma ti prego..ora vieni con me- rimango allibita.
- pensi che delle tue spiegazioni possa farmene qualcosa? Mi hai ferita troppe volte. Io non posso ricaderci, devo pensare a me stessa o non sarò mai felice- so per certo che se ora andassi con lui, il mio buon senso fortificatosi nelle ultime ore svanirebbe così facilmente che non mi renderei nemmeno conto di star riprecipitando in questo vortice senza fine.
- e a me non ci pensi?- non può essere davvero così egoista.
- a te? Io dovrei pensare a te?- urlo esasperata,
- per tre anni. Tre fottutissimi anni non ho fatto altro che pensare a te. E ora? Guardami cosa mi ha portato pensare a te. Ad innamorarmi del ragazzo più egoista e opportunista che abbia mai conosciuto. Sono stata presa in giro abbastanza non trovi? E senza avere colpe, l'unica colpa che mi posso attribuire è non essermene resa conto tre anni fa. - quando finisco di urlare istericamente mi rendo conto che ho ripreso a piangere, Noel mi raggiunge automaticamente e mi poggia una mano sulla spalla
- non toccarla cristo -
lo avverte afferrandogli il polso e togliendolo con forza dalla mia spalla, mi guarda fisso negli occhi supplicandomi di ascoltarlo e prima che possa cedere Noel gli si scaraventa contro facendolo cadere. Sotto i miei occhi cominciano a scagliarsi pugni a vicenda ripetutamente, senza pensarci afferro Ryan per la felpa e lo costringo a fermarsi
- va bene. Vengo con te - sotto lo sguardo sbigottito di entrambi, mi precipito ad aiutare Noel a rialzarsi
- scusami, è tutta colpa mia...- affermo mortificata tamponandogli il labbro sporco di sangue con il pollice
- non preoccuparti tu non hai colpe..solo quella di esserti innamorata di un simile coglione- bisbiglia evidentemente intimorito
- sicura di voler andare con lui?- direi che questa è l'idea più stupida che ti sia venuta in mente tesoro, questo ragazzo è fin troppo buono so perfettamente che è così ma restando qui peggiorerei solo le cose, so per certo che non cederò nuovamente a sentimenti di speranze basate su nulla.
- no, ma in ogni caso dovrei andarci - anche perché ho lasciato il mio telefono in quel covo.
- va bene, ma fammi sapere quando sei a casa- mi chiede premurosamente accompagnandomi alla porta, chiamo con lo sguardo Ryan ed esco
- lo farò - lo rassicuro
- e scusa ancora..per..tutto- mi sorride e mi fa cenno con la mano. Esco dalla via seguita di Ryan, posso testare personalmente quanto stia iniziando a fare freddo e andare in giro con addosso solo un vestito non mi sembra molto proficuo. Incrocio le braccia al petto e cerco di camminare più velocemente, ad un tratto una mano mi afferra l'avambraccio e mi fa voltare
- stai morendo di freddo.- afferma togliendosi la felpa e porgendomela, per quanto desideri quella felpa, mi obbligo a non indossarla, scuoto la testa in segno di disapprovazione e riprendo a camminare ma Ryan mi si posiziona davanti sbarrandomi la strada, si avvicina fino a far scontrare i nostri bacini, trattengo il respiro. Mi infila la felpa non curante del mio precedente rifiuto e riprende a camminare. Senza profilare parola lo seguo. Mi sento immediatamente meglio, la sua felpa odora di...di lui. Di Ryan. Prima di deprimermi più di quello che già sono, noto con sollievo che siamo arrivati.
- vieni?- mi domanda, annuisco e lo precedo all'interno della casa, salgo le scale più velocemente di quanto le mie scarpe mi permetterebbero ed entro in camera sua. Sento i suoi passi farsi sempre più vicini e aumento la velocità con cui sto cercando il mio telefono. Quando finalmente l'ho trovato, Ryan fa irruzione nella stanza.
- siediti un momento..- inarco il sopracciglio per rimproverarlo del tono autoritario che ha utilizzato e resto in piedi
- per favore- così va meglio, mi siedo sul bordo del letto in cui fino a ieri notte stavo dormendo serena e aspetto le sue "spiegazioni".
- dimmi - affermo sbrigativa intrecciandomi le mani in grembo
- ho letto la nota che hai scritto qualche tempo fa, quando stavamo ancora insieme..-
cos'ha fatto?!
- cosa?! Era una cosa personale Ryan! Era uno sfogo personale! Non avevi il diritto di leggerla!- dire che sono furibonda è dire poco.
- hai ragione...ma mi è capitata sotto gli occhi e l'ho letta, ho capito quello che ho fatto, le cazzate che ho fatto, quanto hai sofferto per me e quanto ti avrei fatto risoffrire. Perciò...preso dal momento ti ho cacciata, non capendo che allontanandomi da me non avrei risolto nulla, perché io ti voglio con me, sarò la persona che meriti stia al tuo fianco, pensavo che lasciandoti andare avresti incontrato qualcuno che ti facesse stare bene ma poi mi sono reso conto di voler essere io quella persona. Solo io.-
sono letteralmente disorientata, ragione e sentimenti si scontrano nel mio inconscio..vorrei solo scivolargli tra le braccia e perdonarlo ma la parte ragionevole di me me lo impedisce
- e tutto questo lo capisci solo ora vero? Hai fatto bene ad allontanarmi. Non mi sarei resa conto in cosa stavo ricadendo.- le mie parole feriscono più me che lui, ma devo impedire ai sentimenti che provo per lui di prendere il pieno controllo delle mie azioni. Faccio per alzarmi ma due braccia forti si allacciano al mio collo trascinandomi sempre più vicina a lui, cerco di divincolarmi ma tutto quello che ottengo è una carezza sulla nuca
-ho bisogno di te...sono un coglione lo so. Ma...non voglio più separarmi da ciò che mi fa stare bene-
non posso credere che sia realmente così egoista - e quando io avevo bisogno di te?! Tu dov'eri Ryan. Dov'eri?! Lasciami in pace..puoi anche risparmiarti tutta la recita, non credo più ad una parola di quello che dici- sfurio scattando in piedi e dirigendomi verso la porta,
- fino a ieri sera non dicevi così- sussurra sperando che non possa sentirlo ma con un tono abbastanza forte per cui possa capire perfettamente cos'ha detto. Rimango sbalordita, sbatto ripetutamente le palpebre per constatare se tutto ciò sia vero, senza darmi il tempo di ragionare la mia mano scaglia un colpo pesante sulla sua guancia. Sento la conseguenza rumorosa di quello che ho fatto espandersi in tutta la stanza ma non sono per niente pentita delle mie azioni
- mi fai schifo- ammetto fra le lacrime e fondandomi al pian terreno. Spalanco la porta e digito immediatamente il numero di mia madre sulla tastiera del telefono, dopo qualche squillo finalmente risponde
-pronto? - annuncia allegra
-mi vieni a prendere? Mi trovi difronte al parco comunale di questa inutile città.-
-fra cinque minuti sono li- chiudo la telefonata e prima che possa sedermi comodamente sul marciapiede sento la porta riaprirsi, non mi degno nemmeno di voltarmi ma solo quando sento le sue mani sulle mie spalle capisco che è chi non avrei voluto che fosse
-Ryan ti ho detto...- ma senza permettermi di finire la frase ne comincia una lui molto educato mi dicono
-Chiara davvero perdonami, io...non sapevo cosa fare e ho detto una cattiveria assurda che non penso nemmeno- non so più cosa fare con questo ragazzo.
- va bene...- a momenti arriverà mia mamma e vorrei evitare di farmi trovare a picchiare un 'povero ragazzo indifeso'
- hai ancora la mia felpa..- dice con lo sguardo basso
-si..scusa...te la restituisco immediatamente- impongo più a me stessa che a lui iniziando a sfilarmela, ma la sua mano si posa sul mio braccio
- intendevo che puoi tenerla- non ho nessuna intenzione di tenerla..sarebbe una distrazione che mi porterebbe a pensarci senza sosta
-ormai l'hai messa...tienila pure davvero-
si vede che gli fa schifo anche solo il pensiero di metterla dopo che l'hai messa tu quello che dovrebbe essere il mio "buon senso" mi riduce come al solito l'autostima
-te la riporto fra un paio di giorni, il tempo di lavarla - decido alla fine
-Chiara..davvero non c'è problema...- ma questa volta sono io ad interromperlo,
-ho detto che te la riporto tra un paio di giorni. Devo andare- ammetto fiera di me, non ricevendo nessuna risposta mi incammino verso il parco che fortuntamente non è molto distante da casa di Ryan, devo seriamente decidermi a comprare una macchina sono maledettamente stanca di essere così dipendente da chiunque ne abbia una. Nel bel mezzo delle mie profonde riflessioni personali sento l'irritante rumore del clacson della macchina di mia madre richiamare la mia attenzione, senza esitare mi incammino nella sua direzione e quando finalmente richiudo la portiera mi sembra di ritornare a respirare. Tutto il tempo che ho passato con Ryan è stato come se fossi in apnea.
- allora com'è andat...- ma si blocca quando si gira per salutarmi, le parole le muoiono in bocca e non posso far altro che assicurarla
-niente domande.- se questo è il tuo modo di rassicurare le persone siamo messe più che bene tesoro mi mordo la lingua sperando invano di poter far tacere il mio buon senso. Il suo viso non fa una piega. Quando finalmente arriviamo a casa mi fiondo direttamente in camera come se non ci tornassi da secoli. Il perfetto prototipo di una perfetta giornata da dimenticare.

AMORE FRAGILE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora