È stata una notte piena di pensieri, pensavo alle sue parole, le sue offese, quando diceva "è una povera illusa, insopportabile", con quel tono così freddo, così secco.
Basta! Non dovevo più pensarci. Lui non è niente per me, e ne lo sarà mai, o almeno spero...
Quella notte, non chiusi occhio, infatti, quando alle sei in punto, la mia sveglia suonò, io ero già nel bagno a farmi una doccia calda e mi vestii, in un modo semplicissimo. Mi truccai e prima di uscire, aprii il cellulare.
C'erano una decina di messaggi di Mark e uno di Stephan, mio fratello.
Aprii direttamente il suo che diceva:
"Chiamami al più presto possibile, devo parlarti".
Mi preoccupai, così lo chiamai subito.
Al terzo squillo rispose subito.
"Pronto?"
"Ciao Stephan, ho letto il messaggio, cosa è successo?" Domandai.
"Ehm, è successo che..." Stava piangendo, era triste.
"Che?" Lo incitai a parlare.
"Che, nostro padre, per colpa delle dosi di droga che prendeva, è morto!" Disse tutto d'un fiato.
Rimasi allibita, non sapevo cosa dire, ero dispiaciuta, triste, le lacrime che rigavano il mio viso e il trucco sbavato sul mio viso.
Ma d'altra parte, ero arrabbiata, non potevo crederci, lo avevo avvisato, prima o poi sarebbe morto, non doveva continuare a farlo, ma non mi dava ascolto, non mi ha mai dato ascolto, ero ancora lì, ferma a piangere, quando la voce di Stephan mi fece tornare alla realtà.
"Sophia? Ci sei?"
"Si, ci sono"
"Hai capito cosa ti ho appena riferito?"
"Si, ho capito benissimo, sono rimasta sconvolta, mi dispiace, non doveva andare così, io l'ho sempre avvertito, non doveva continuare a prendere la droga, invece, lo ha fatto! Lo sapevo..."
"Tranquilla Sophia, non è colpa tua, se vuoi dopo le lezioni ti vengo a prendere, alle 13:00 verrò da te, così pranziamo insieme, a dopo!"
"A dopo" risposi semplicemente.
Ero ancora sconvolta.
Ritoccai il trucco, e uscii dalla stanza.
La lezione era cominciata da solo un minuto, così mi affrettai ad arrivare puntuale, e quando entrai in classe, tutti i volti della classe, si girarono a guardarmi...che imbarazzo!
Tutte le lezioni passarono in fretta! Riuscivo solo a pensare l'accaduto di stamattina.
Uscii dalla classe e mentre camminavo , qualcuno mi fermò, era Mark.
<<Ciao!>> disse.
Non risposi. Stavo per andarmene quando mi prese un braccio e mi tirò a se.
<<Lasciami!>> dissi.
<<No, ti chiedo scusa, ti ho mandato una ventina di messaggi di scusa.
Non volevo, non sapevo che scusa inventarmi!>>
<<Scuse? La verità, Mark, la verità, basta dire quella, se avessi tenuto a me, me lo avresti detto!>> dissi.
<<Si ma...ho sbagliato okay? Ma mi pedoni?>> disse.
<<Ci penso, ma è più no che si.>> risposi.
<<Pensaci, io tengo a te>>
<<Si, ma non dimostrarmelo solo quando siamo soli.>> dissi in tono freddo, girai i tacchi e me ne andai.
Arrivo mio fratello, finalmente.
Entrai nella sua macchina e lo salutai, era triste, come me.
<<Ciao!>> disse e io lo abbracciai, sentivo la sua mancanza.
<<Ciao, Stephan!>> dissi e poi gli chiesi <<Ma come è successo, quindi?>>
<<Beh, era sera, io e Caterina, eravamo tornati da una cena romantica, le luci di casa erano aperte ma c'era silenzio, chiamai papà, lo richiamai, ma niente, non rispondeva, ho trovato il suo corpo nella sua stanza, a terra, gli toccai il polso per vedere se c'era ancora battito, ma niente>> rispose tristemente.
<<Oh! Capisco, sono davvero sconvolta, mi manca già!>>
<<Si, anche a me!>>
Arrivammo a casa, Caterina era anche lei, triste, mi abbracciò e cominciammo il nostro pranzo...
Il giorno dopo, c'era il funerale di mio padre, quindi non tornai All' Università.
Rimasi a Chicago, mi mancava la casa, il mio letto, la mia stanza.
E con le lacrime agli occhi, mi misi a dormire, domani era un altro giorno.Ciao! Questo è stato il capitolo più triste, fino ad adesso!
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Al prossimo capitolo❤️