Matt
Sorrido un'ultima volta all'obiettivo fotografico, stringo la mano dell'uomo che mi ha dato il premio, lui mi sorride e mi saluta con un'amichevole pacca sulla spalla. Mi avvio lungo il corridoio, un mormorio sommesso continuo a fare da sottofondo, con il mio nuovo riconoscimento stretto in mano. Sono stato nominato Man of the match1 in questa partita. Ho dovuto ringraziare coloro che mi hanno attribuito la nomina, sorridere a chi mi ha premiato, infine ritirare il titolo e concedere un'intervista. Quest'ultima è stata la più noiosa delle cose da fare. I giornalisti non vogliono che tu risponda, vogliono solo che tu ripeta le parole che loro ti mettono in bocca. Le loro domande sono ciò che vogliono sentirti dire, basta ripeterle facendole apparire affermazioni e il gioco e fatto: ti trattengono poco e non insistono su nulla.
Raggiungo gli spogliatoi e, come entro, il chiasso dei miei compagni di squadra mi accoglie. C'è chi urla, chi ride, chi canta; tutti sono felici e dannatamente soddisfatti. La partita di oggi è andata bene, il primo match giocato in casa è stato vinto. Anche se con uno scarto di soli sette punti, siamo riusciti ad uscire vittoriosi dal primo dei derby gallesi. Contro di noi oggi c'erano i Newport Gwent Dragons; molti di loro sono anche nostri compagni di squadra in nazionale. Sono giocatori eccellenti e, indubbiamente, è stata una partita piacevole e intensa. Considerando che si tratta dei Dragons, sicuramente anche il terzo tempo sarà piacevole, come una sorta di rimpatriata fra compagni di squadra.
«Ehi, Man of the match» mi incalza Mark come chiudo la porta, altri gli danno corda con qualche schiamazzo.
Mark è felice, parecchio. Lo si capisce dal gigantesco sorriso che non ne vuole sapere di scomparire dal suo volto. Come sperava ha potuto giocare la partita di oggi e il tempo è stato davvero clemente. Sul campo di Arms Park splendeva un sole limpido e particolarmente caldo, sembrava quasi anomalo. E sul prato morbido e perfetto del campo da gioco, Mark ha corso come un dannato, segnando due mete. Direi che la sua euforia ci sta tutta.
Raggiungo il punto della panca su cui il mio borsone aspetta e comincio a tirare fuori le cose per farmi una doccia. Indosso ancora la divisa della squadra; sulla maglia rigata azzurro-blu ho macchie di erba e di colorante bianco, ma per il resto niente di particolare. Mi sento incredibilmente rilassato, non ho male da nessuna parte, praticamente, e l'adrenalina che ho scaricato durante tutta la partita, ora che è sparita, mi ha lasciato solo un senso di pace; o forse quest'ultimo è merito della vittoria, chi può dirlo. So solo di stare davvero bene.
«Gran bella partita la tua, Matt» esordisce Brian, tallonatore e capitano della squadra.
Sorrido:
«Ti ringrazio»
«Se non avessi fatto che placcaggio alla fine, ci saremmo sicuramente presi la meta del pareggio. Spero non avremo bisogno di altri interventi all'ultimo da parte tua come quello di oggi mentre sarai ad allenarti per i test match di novembre» ridacchia.
Lo guardo, serio, cominciando a chiedermi per quale motivo, ogni qualvolta rientro negli spogliatoi al termine di una partita, qualcuno debba tirare in ballo i test match. Trovo sia ancora presto per parlarne e vorrei evitare che la gente cominciasse a caricarmi di responsabilità e aspettative che, non è detto, debba soddisfare.
Brian mi guarda, leggermente sorpreso.
«Sto... sto cercando di non pensarci più di tanto a quelle partite» ammetto.
«Per quale motivo?»
«Beh, siamo ancora a settembre. Annunceranno i convocati fra quasi un mese e non voglio dare per scontata la mia presenza in nazionale. Per me è un onore vestire la maglia del Galles e non voglio convincermi di essere così importante per la squadra da pretendere che il numero sette sia mio anche questa volta»
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Cenerentola non lucidava palloni da rugby
RomanceMatthew Evans - il principe della situazione - è un celebre giocatore di rugby riconosciuto a livello internazionale. Danielle Philips - la Cenerentola di turno - è una delle donne di servizio dello stadio in cui lui gioca insieme alla sua squadra. ...