Ventuno

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Danni

Parte prima la vibrazione della suoneria. È un rumore talmente fastidioso e forte che praticamente mi fa sussultare. Sollevo la testa, guardandomi intorno ancora intontita. Ci metto svariati secondi a elaborare il tutto e ricordarmi cosa stavo facendo. Davanti a me il tavolo è pieno di dispense, appunti, evidenziatori, penne e qualche libro. Mi sono certamente addormentata mentre studiavo, compiendo l'insano gesto di chiudere un momento gli occhi. Per fortuna, come se avessi saputo in anticipo che sarebbe andata a finire così, ho impostato una sveglia per sicurezza in modo da non rischiare di non andare a prendere Jamie ad allenamento. Sbadiglio, tentando di riprendermi in fretta, cercando anche di riordinare il tavolo meglio che posso. Manca meno di una settimana al mio prossimo esame e, come sempre, mi sembra di non stare dedicando tempo a sufficienza allo studio. Non lo faccio apposta, cerco di ritagliarmi ogni momento possibile per ripassare le cose, ma temo ancora che non basti. Oltretutto ormai il sabato è tabù. Domani – eccezione fatta per la mattina – non ho assolutamente intenzione di studiare. Gli ultimi quattro sabati di novembre sono interamente dedicati alla nazionale gallese e ai suoi test match. Spero arrivi presto il giorno dell'esame; qualunque sia l'esito voglio togliermelo di torno.

Impilo rapidamente le dispense una sull'altra, dando un aspetto dignitoso, nell'insieme, al tavolo su cui stavo studiando. Con altrettanta fretta mi cambio e mi sistemo meglio che posso, per poi uscire di casa diretta ad Arms Park. Avendo fatto tutto tentando di impiegare il minor tempo possibile, appena sono sul marciapiede in direzione dello stadio mi accorgo di essere fortemente in anticipo. Controllo l'orario un paio di volte e, alla fine, rallento il passo così da non arrivare troppo presto.

Di rado Jamie ha allenamento il venerdì, ma oggi invece sì. Andare ad Arms Park di venerdì pomeriggio gli piace particolarmente perché, in concomitanza con i suoi, ci sono gli allenamenti della squadra maggiore e per lui questo è più che sufficiente a rendere il tutto speciale. Anche se non lavoro sono sempre io ad andare a prenderlo quando finisce e, come per gli altri giorni, lui rimane con me finché mia sorella non passa a recuperarlo.

Mentre cammino mi soffermo a osservare le vetrine dei negozi, sempre le stesse, rendendomi conto che compio questo stesso tratto di strada da più di un anno, ormai. Le case sono sempre uguali, con i medesimi colori e mattoni. Tutto è rimasto identico se non fosse che negli ultimi due mesi, almeno un paio di giorni a settimana, accanto a me c'era Matt. Inevitabilmente mi ritrovo a pensare a lui e alla quantità di giorni che sono trascorsi dall'ultima volta che l'ho avuto davanti in carne e ossa. Sono passate quasi due settimane. È vero che di tanto in tanto ci sentiamo, ma ho dovuto ammettere a me stessa che non è uguale all'averlo vicino. Matt ovviamente non ne ha colpa. Gli allenamenti della nazionale si svolgono fuori Cardiff e l'autunno internazionale1, si sa, è un periodo di forte intensità per tutti i giocatori, perciò è normale abbia altro a cui pensare. È già tanto che trovi il tempo per scrivermi un messaggio ogni tanto, in fin dei conti non rappresento niente di speciale per lui. Solo che ho davvero voglia di rivederlo, al momento è l'unica certezza che ho.

Arrivo ad Arms Park in anticipo di dieci minuti, più o meno. Come solito raggiungo il parcheggio sul retro, fermandomi davanti al cancelletto in attesa. I miei occhi si posano inevitabilmente sul Millennium Stadium, la tana dei Dragoni. È una struttura monumentale, un colosso e sovrasta in modo quasi minaccioso il piccolo Arms Park ai suoi piedi. Sabato 22 anche io sarò fra le mura del Millennium, sotto il suo tetto, a incitare la nazionale gallese nella speranza riesca a vincere contro i tutti neri della Nuova Zelanda. Non avrei mai potuto perdermi un match di tale rilevanza per me; l'occasione di vedere due delle squadre che ammiro di più, l'una contro l'altra, era così ghiotta che non potevo lasciarmela sfuggire. Il giorno stesso dell'inizio delle vendite sono andata ad Arms Park ad acquistare cinque biglietti per me, Jamie, Norman, Jenna e Rhys. Spero davvero possa essere una partita memorabile. Sono sicura che i Dragoni, guidati da Matt e sostenuti dalla loro nazione, faranno il possibile per lasciare il campo di gioco a testa alta.

Cenerentola non lucidava palloni da rugbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora