18. Al palazzo dei Vampiri

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Mi svegliai piano e la prima cosa che percepii ful l'odore di resina e legno. Non ero più in hotel, lì l'odore era diverso, mi ricordava quando la signora delle pulizie arrivava in casa nostra e si metteva spargere detergente da tutte le parti, odore di ospedale ecco. Mi tirai a sedere di soprassalto. Dove ero finita?
Guardai la coperta che mi era stata messa addosso, era di lana fatta a mano e tutta colorata. Come quelle che c'erano nella casa in montagna dei miei nonni.
Mi guardai attorno e notai una figura scura in piedi vicino alla porta. Mi spaventò e portai una mano al petto.

<Sei nella nostra casa, se te lo stai chiedendo> disse quel nuovo individuo.

<E-e tu chi saresti?> chiesi un po' impaurita.

<Io, carissima Guardiana, sono Jeon Jongkook ma per te...> disse arrivando in un lampo vicino al mio letto <Sono solo Jungkook e tu?> mi prese le mani fra le sue freddissime.

<I-io sono Arianna... s-solo Ari. Come ho fatto a finire qui?> chiesi tremante.

<È stato V... perdonalo per i suoi modi, è un po' rozzo. Comunque, ora vestiti e vieni fuori in corridoio, ti aspetto lì. Vi sono tante cose da fare> disse picchiettando le mani sulle mie ginocchia, poi se ne andò.

"Oddio! E ora?! Voglio ritornare dai ragazzi", mi mancavano già. Questo attaccamento morboso che mi legava a loro iniziava a stufarmi. Non mi sentivo legata a quel modo con nessun altro e la cosa mi seccava, e parecchio!

Mi tolsi le coperte di dosso e avvertii subito freddo, mi guardai. Avevo addosso solo un completo intimo di pizzo bianco, carino, ma non era nemmeno mio! Qualcuno doveva avermi cambiata. Per il mio bene spicologico decisi di non pensarci.

Mi fiondai verso l'unico armadio, lo aprii e ci trovai vestiti da ragazzo troppo grandi per me, che avrei messo volentieri, ma sapevo che non erano i miei e dovevo stare attenta a chi rubavo i vestiti. Soprattutto se erano vampiri. Rabbrividii al pensiero di ritrovarmi in una situazione simile a quella di Yui di "Diabolik Lovers".
Feci passare uno ad uno gli abiti finché non trovai un vestito da donna bianco con le cuciture sui fianchi nere poco più lungo di una maglietta. L'avrei anche messo, ma per dormire. Era davvero troppo corto.

Andai verso la porta ed urlai <Yah! Ci sei?>.

<Sì, dimmi> risponde... tizio... com'era? Ah sì, Jungkook.

<Che razza di vestito è questo?>.

<Ma andiamo! Non fare storie, cucciola! Mettilo e basta> disse lui un po' spazientito.

<Io questa specie di maglietta non la metto. E non mi chiamare cucciola!> oddio oddio! "Ora sclero" mi dissi. La mia vita invece di farsi più semplice, si stava rendendo difficile ancora più di prima!

Qualche momento più tardi aprii la porta. Stavo indossando il "bitch-vestito" e delle scarpe col tacco vertiginose.
Jungkook era con la schiena appoggiato al muro di fronte con le braccia conserte. Mi sorrise, ma gliene feci passare la voglia quando lo squadrai da testa a piedi.

<Che vuoi da me? Perché mi guardi in quel modo?> ero indispettita. Odiavo essere osservata.

<No, niente> disse staccandosi dal muro con una spinta <Ora andiamo>.

Feci un passo, ma capii che non potevo stare in piedi. Accidenti a quelle scarpe maledette!
Chiusi gli occhi e quando li riaprii ero tra le braccia di Jungkook. La sua pelle e il suo fiato che sfioravano il mio collo erano congelati. Rabbrividii. Gli tirai uno schiaffo. Sapevo bene come sarebbe finita alla lunga e non volevo morire in un brutto corridoio in un posto che nemmeno conoscevo. Gli avevo tirato uno schiaffo per farlo rinsavire.
Mi rimise in piedi e quando alzò la testa vedi la sua guancia segnata da quattro graffietti. Ops.

Sorrise procurandomi i brividi <Fortuna che ho una soglia bassa del dolore, se no ti lascio solo immaginare che fine avresti fatto>.

Alla fine ci incamminammo verso un'altra stanza, un salone più che altro. Sembra la sala degli specchi del palazzo di Versailles. Il soffitto era molto alto con un affresco del cielo con le nuvole e sulle pareti era rappresentato un giardino inmmenso con fontane e alberi dalle forme più strane. Sembrava di starci veramente dentro quel giardino fiabesco. Se non fosse stato per il freddo gelido.
In fondo alla sala c'erano otto troni di legno scuro lucido. Sei dei troni erano occupati da sei ragazzi molto affascinanti (mai quanto gli EXO però) con la pelle bianca cadaverica, vestiti in smoking nero e camicia nera.
Il mio accompagnatore, mi scortò lungo un tappeto rosso che finiva proprio davanti ai troni.
Non mi piaceva avere sei paia d'occhi che mi guardavano. Mi stavano mettendo in soggezione ed anche il modo in cui ero vestita faceva la sua parte!

Uno di quelli seduti scoppiòinuna leggera risata che echeggiò tra le imponenti pareti <La gattina sembra che ti abbia insegnato chi comanda, nevvero Junkook?>.

Ma chi erano questi?!

La Parte Migliore Della Vita (EXO~BTS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora