Capitolo 11

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<< J, sei riuscito a venire, alla fine! >> esclama Andrew, spezzando il silenzio imbarazzante. A parte Kevin, che non lo ha mai veramente guardato, hanno già tutti distolto lo sguardo dal nuovo arrivato, che se ne sta seduto alla batteria come se niente fosse. Tutti tranne me, cretina quale sono! Ma come biasimarmi, è uno splendore! I jeans neri dall'effetto rovinato gli danno un'aria trasandata e gli ricadono sui pantaloni in modo assolutamente sexy e la bocca mi si riempie di saliva. La felpa a mezze maniche che lascia scoperti parte dei bicipiti solidi e muscolosi è slacciata, lasciando intravedere quella che penso sia una canotta bianca con l'immagine dello skyline di un qualche posto che non riconosco. La canotta è larga, non aderente come la maglia di Andrew e Kevin, e mi ritrovo a pensare che avrei tanto voluto poter vedere meglio quel corpo che deve essere così meraviglioso, il sogno di ogni ragazza! Mi accorgo di avere bisogno ancora di deglutire e non riesco a riconoscermi. Ma che diamine, non ho mai avuto questo genere di pensieri su un ragazzo! E non dovrei averne affatto, visto il tipo di ragazzo, tipo dalla quale è meglio stare alla larga. Mi obbligo di smetterla di guardarlo e analizzare quanto gli sta bene il polsino nero che ha al polso destro, un polsino largo e stretto che, non ho idea di come sia possibile, ma gli valorizza l'avambraccio, facendomi notare i muscoli tesi mentre stringono le bacchette e le vene che sorgono sotto la pelle quando fa ruotare le bacchette tra le dite della mano, come se fosse un'esperta majorette. Il pensiero mi fa sorridere, dato che non riesco proprio ad immaginarmelo che saltella qua e la a tempo di musica e all'inizio riesco a distrarmi grazie a questo pensiero, che vira però all'immagine di lui con indosso una tuta aderente nei punti giusti e porto istintivamente lo sguardo sul suo corpo, ma rendendomi conto che lo sto letteralmente analizzando divento logicamente viola in viso. Sollevo lo sguardo per vedere se anche lui se ne è accorto e trovo conferma dal suo labbro sollevato leggermente verso l'alto in una smorfia di derisione e il suo sopracciglio destro sollevato. Innervosita da me stessa, mi scosto i capelli dalla spalla e li lancio con un gesto stizzito sulla schiena per poi voltarmi verso Andrew, che mi sta guardando con una strana espressione, sembra quasi...compassione? E per quale ragione dovrebbe dispiacersi per me? Sto per chiedergli quale problema ci sia quando sento Rosy tossire. Mi volto a guardarla e noto che si sta asciugando la bocca, visto che deve essersi ingonata con l'acqua che Andrew deve aver lasciato sul tavolino. La osservo confusa e lei mi indica dietro di me. Io mi volto verso J e...cazzo! Mi mordo il labbro per non piangere. Premo forte per procurarmi dolore fisico e impedirmi di pensare al suo di fisico! Si è alzato in piedi, mettendo ben in mostra i suoi centonovanta centimetri abbondanti e si sta togliendo la felpa. Lo fa lentamente e con attenzione, come se si trattasse della felpa più preziosa del mondo, ma in realtà non ha mai distolto gli occhi dai mie, che si sono incollati a lui come una calamita ad un pezzo di metallo. Il movimento lento porta in tensione le spalle scoperte e vedo una vena guizzargli sul collo quando si accorge che mi sto mordendo il labbro. Si volta per appoggiare la felpa da qualche parte, non ho idea di dove dato che il mio cervello di solo super analizzatore si stà perdendo quel dettaglio per ammirarsi la mia nuova opera d'arte preferita, e voltandosi si nota che la canotta ha l'apertura sotto l'ascella larga che lascia intravedere il petto superiore, ovvero i pettorali e, diamine, mi ritrovo a fare una nota con la chitarra per coprire lo strano verso che mi stava salendo dalla gola. Quando si volta, vedo che mi sta guardando strano, quasi trionfante e capisco che così facendo sto solo facendo il suo gioco. Lui vuole solo provare che non sono immune al suo corpo, ci scommetto! Il sapore dolce che avevo in bocca viene rimpiazzato dall'amaro quando mi accorgo che è proprio così. Io non sono assolutamente immune al suo fascino e scommetto che sta pensando che sono come tutte le altre ragazze frivole e sciocche. Il pensiero mi fa imbestialire e metto tutta la mia forze per costringermi a girarmi con nonchalance ancora verso Andrew.

<< Allora, ora che ci siamo tutti possiamo proseguire? >> mi sento dire ma non riconosco la mia voce. È roca e bassa e la schiarisco debolmente prima di continuare a parlare. Lo sento tamburellare leggermente sulla batteria e il mio cuore, di vita propria, segue il ritmo veloce di quei colpi dolci, quasi impercettibili se non fosse per i miei sensi super allerta.

The Heart Music - A.TDove le storie prendono vita. Scoprilo ora