Capitolo 12

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Il cielo è grigio e mi ricopre, impetuoso. Io sono steso sull'erba, in un grande campo al centro di una radura. Tutto attorno a me è grigio, tetro, fa quasi paura. Sento freddo e capisco che è a causa dei miei vestiti grigi bagnati dalla pioggia che scende imperterrita, grigia anche lei. Il che è impossibile, io non ho vestiti grigi. Eppure tutto attorno a me è grigio. La vista è leggermente sfocata a causa della fitta pioggia e per ciò, più che vedere, percepisco nettamente quando una figura si sdrai affianco a me. Il mio intero braccio destro assorbe il calore del suo braccio sinistro, il quale mi accorgo essere di un bel color oro, la pelle leggermente abbronzata spicca in mezzo a tutto quel grigio. E poi noto che tutta la figura dstesa accanto a me è colorata, è l'unica cosa colorata di tutto il posto, più colorata perfino di me. Ma improvvisamente tutto intorno a me inizia a prendere colore, ad assumere le tonalità che gli aspettano per natura, lìerba rigogliosa diventa verde, il cielo si schiarisce, e i miei vestiti sono azzurri. Sorpresa dal repentino cambiamento, mi guardo intorno, chiedendomi come sia potuto succedere. Così torno a guardare la figura ancora colorata, pronta a domandare risposta, ma solo quando alzo lo sguardo verso il volto, solo quando incateno i miei occhi a quella misteriosa figura, ne capisco il perché. Tutto il grigio del paesaggio è non è scomparso, si è solo concentrato in quelle profonde pozze. Tutto il grigio che prima mi faceva così paura ora è diventato così brillante dentro i suoi occhi. Eppure, la paura c'è ancora, persiste. Non se ne viole andare quel brivido che mi percorre la schiena.

E, scioccamente, mi ritrovo a chiedermi di cosa ho davvero paura...

<< Christine sveglia... Christine..>> mi sento scuotere per la spalla mentre la voce di mia madre entra nelle nubi del sonno. Sbuffo e mi giro sulla pancia, portandomi il cuscino sulla testa.

<< Christine, non fare la bambina, hai lezione questa mattina, sbrigati ad alzarti. Ti voglio tra venti minuti in cucina e fare colazione tutti insieme. >> e dicendo questo se ne va accostando delicatamente la porta. Io sbuffo anora una volta. Infantile, lo so, ma vogliono fare la famigliola riunita solo quando fa comodo a loro. Mi metto a sedere e guardo il telefono sul comodino per vedere l'ora. Sono solo le otto e non ho lezione prima di due ore. Avrei potuto dormire ancora tanto! Mentre sto per alzarmi il telefono suona e il messaggio di Bel mi appare sullo schermo: Cappuccio e Cupcake? Sorrido mentre rispondo: Cappuccio e cupcake al cioccolato, volevi dire. La sua risposta mi arriva quasi istantanea: Che domande, era sottintenso. Ora? Io guardo verso la porta dalla quale è appena uscita mia madre e sospiro mentre le rispondo: Devo prima fare colazione con i miei, quindi fai per le nove. Mi alzo senza aspettare la risposta e mi dirigo in bagno, dove mi sistemo pettinando i capelli, mi lavo velocemente i denti, pettino i capelli in una morbida coda con qualche ciocca libera sulle tempie ed indosso una semplice maglietta di raso lilla, cintura alla vita e gonna larga a fiori, i soliti sandali ai piedi. Sto per uscire quando sento il telefono squillare, allora do una veloce occhiata: Uff, mi metti dopo i tuoi. Cattiva. Ti voglio bene, a dopo. Sorrido squoendo la testa e mi dirigo di sotto, dove trovo già seduti al tavolo della colazione i miei che stanno già sorseggiando il thè. Alla faccia della colazione insieme!

<< Buon giorno cara. >> mi saluta mio padre mentre mi siedo e ricambio il saluto. La colazione è come tutte quelle poche volte che mangiamo insieme, lenta, silenziosa e formale, con i gomiti non appoggiati al tavolo e il tovagliolo sulle gambe. Mi coinvolgono ogni tanto in qualche conversazione, per lo più su politica e attualtà e presto decido che ne ho abbastanza.

<< Mamma, papà, è meglio che vada, devo accompagnare Isobel in un negozio prima di andare a scuola. >> mi pulisco ancora una volta la bocca e appoggio il tovagliolo sul tavolo.

<< Non vorrai uscire pettinata in quel modo! >> esclama mia madre, quasi inorridita per le ciocche che ho lasciato libere ai lati delle tempie, neanche fossero serpenti a sonagli. Sospiro.

<< Mamma, sono solo capelli...>> alla sua occhiata torva, decido di assecondarla. << ...ma se ti fa stare meglio, li raccoglierò tutti. >> lei annuisce, soddisfatta, e io mi sento leggermente in colpa perché so che poi li pettinerò come voglio. Corro di sopra e preparo la borsa per la scuola. Un ultimo saluto veloce e sono fuori dalla proprio mentre Isobel sta fermandosi di fronte al mio cancello. Abbassa il finestrino e si cala gli occhiali scuri sul naso, storcendo la bocca alla vista della mia mise.

<< Non so se ti ci faccio venire in giro con me vestita così! >> dice ma sta sorridendo e sento già lo scatto della portiera aprirsi. Io ricambio il sorrido e mi siedo velocemente affianco a lei, la quale parte appena ho allacciato la cintura.

<< Rosy? >> chiedo, mentre mi slego i capelli, li sciolgo e li smuovo sulle spalle, indossando gli occhiali a montatura grande che mi ha portato Bel. La giornata è tremendamente calda e soleggiata, e io sto morendo dentro questa maglia a mezze maniche.

<< Aveva un gruppo di mummie sta mattina, come le chiama lei. >> scala una marcia e io rido al sentire il nomignolo con cui le chiama Rosemary. Poi però storco la bocca quando mi accorgo che Bel si sta dirigendo fuori città.

<< Ehy, guarda che la caffetteria è dall'altra parte. >> le ricordo ma lei scuote la testa.

<< Non andiamo alla Rosa, andiamo da Burry. >>

<< Bel, è troppo distante, io ho lezione. >>

<< Ma va, niente lezione, oggi, bigia! >> esclama lei e scoppia a ridere appena vede la mia espressione. Non c'è pericolo che bigi, figuriamoci! Mai fatto in vita mia, non inizierò certo oggi.

<< Isobel no, torna indietro, oggi ho fisica ed è una lezione importante, non posso saltarla. >> lei sospira ma deve aver capito che non piglierebbe pesci perché al primo incrocio mette la freccia e si dirige verso la scuola.

<< Cavoli, Chri, io non ho lezione oggi e avevo bisogno di te questa mattina. >>

<< Di me? E per cosa, sentiamo? E poi, non hai lezione? Me se oggi hai psicologia, e non mentire, è la tua materia preferita e mi ci fai una testa immensa tutte le volte. >> lei sorride e sposta lo suardo su di me, gli occhi nascosti dalle lenti scure.

<< Okay, è vero, ma volevo saltare insieme a te, sai, per andare a fare un po' di shopping. >>

<< E quale sarebbe l'occasione speciale che ti spinge a fare compere? >> domando, consapevole che anche lei, se non quanto me, odia fare shopping. Ma appena la vedo diventare rossa fino alla punta delle orecchie, scoppio a ridere e questo non fa che farla arrossire ancora di più. Lei sbuffa e uno schiaffetto abbastanza forte mi atterra sul braccio, creando un sonoro schiocco.

<< Okay, okay, la smetto ma, Bel, dovevi vedere la tua faccia!! >> dico mentre continuo a sorridere e a massaggiarmi la parte lesa. Lei sbuffa ancora sonoramente e si toglie gli occhiali lanciandomeli in grembo.

<< Non è come pensi, è che devo rinnovare il guardaroba. >> esclama lei mentre fa manovra per inserirsi in uno spiazzetto di fronte alla mia scuola, data l'ora tarda che si è fatta a causa delle sue trovate.

<< Almeno non mentirmi, dato che già mi avevi promesso capuccio e capcake, e io non ho visto nulla del genere! >> le ripasso gli ochhiali mentre slaccio la cintura e prendo in mano la borsa. Lei sorride mentre si infila gli ochhiali.

<< Bè, questo è stato a causa del tuo spiito implacabile da guastafeste. Chri, io ho lezione tra un po', ma se ci andassimo lo stesso, sai, per negozi? >> le sorrido a mia volta e apro la portiera, subito colpita dal caldo afoso della giornata. Rimpiango di essermi sciolta i capelli e mi tocco il polso per verificare di avere l'elastico nero.

<< Certo, per me va bene. Io finisco all'una, andiamo a pranzo e poi...shopping! >> cerco di mettere enfasi nell'ultima frase ma il risultato è una vocina stridula accompagnata da una smorfia della bocca.

Odio lo shopping.

<< Sei un tesoro, e vedrai che troveremo qualcosa anche per te. >> ammicca lei facendomi l'occhiolino e allontanandosi appena sono scesa. Io rimango a fissare la sua auto sparire dietro la via e mi perdo qualche secondo nelle sue parole. Improvvisamente ricordo il sogno che ho fatto questa notte e sento l'improvviso, strano e sconvolgente desiderio di...beh, di comprarmi un vestito grigio.

Grigio come i suoi occhi.


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