Capitolo 4

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Rimango a fissare i suoi occhi azzurri, quegli occhi che stregherebbero anche la più infida delle streghe, per chissà quanto tempo. Capisco che il fatto sta diventando imbarazzante quando lo vedo lanciarmi per l'ennesima volta uno sguardo, solo che questa volta, insieme agli occhi che parono brillare, vedo sollevarsi l'angolo destro della bocca. Distolgo lo sguardo immediatamente, sperando di non essere rossa come in realtà mi sento e capisco che in realtà non è passato poi molto, ero io a sentir scorrere il tempo diversamente, dato che Andrew esclama.

<< J, sei in ritardo! >>

<< Beh, sono arrivato, no? La prossima volta eviti di darmi un anticipo di dieci minuti. >> il modo in cui risponde al suo amico mi darebbe fastidio se non fossi troppo tramortita dal suono della sua voce. Dio, una voce profonda, così melodiosa, così sexy... Scommetto che se canta lui nel gruppo, si ritrovano spesso un'orda di fan impazzite alla riscossa.

Scuoto lo testa per scacciare il pensiero e mi fingo indifferente, mentre poso lo sguardo su Rosemary che si sta presentando.

<< Piacere, J, giusto? Io sono Rosemary, la manager di Isobel, che è lei... >> asserisce indicando Bel la quale, mi accorgo solo ora, non ha ancora tolto gli occhi di dosso a Andrew, e continua a giocherellare con una ciocca di capelli, mentre però si ricorda di fare un lieve cenno del capo verso J, che poi che diminutivo sarà? <<... e Christine, che è lei, ovviamente. >> e io, da stupida, cretina, deficiente quale sono, mi sento dire, rivolta a Occhi Incantatori.

<< J? È il diminutivo di qualcosa? >> chiedo, con pura curiosità, e lo vedo irrigidirsi a fianco del suo amico. Lo capisco dal pugno sul tavolo che si stringe e dalle spalle che si allargano, perché l'espressione rimane impassibile, a parte forse una fugace scintilla che mi pare di aver visto attraversare i suoi occhi. Una scintilla di rabbia e, forse, di paura... Paura? Ehm, no, devo proprio essermela immaginata.

<< Non è il diminutivo di un cazzo! >> sibila lui a denti stretti, e capisco che è davvero arrabbiato. Però, si scalda in fretta! Era una semplice domanda. Io lo guardo storto, tenendo sotto controllo le emozioni che mi fanno formicolare la pelle quando i miei occhi incontrano i suoi, e finalmente posso concentrarmi sugli altri dettagli. Gli zigomi sono alti e pronunciati, la mascella volitiva è ricoperta da un sottile strato di barba, il quale mi consente di capire il colore dei suoi capelli. La ricrescita della barba appena visibile è di un biondo scuro, gli dona alla perfezione e crea una sorta di aureola naturale attorno alle labbra, le quali sono così carnose e appetibili che, se non mi rammentassi della sua maleducazione, probabilmente mi avrebbero fatto fare dei pensieri poco casti su di loro... Ma a chi la voglio raccontare, i pensieri ce li ho già avuti dalla prima volta in cui l'ho visto, che a pensarci bene è stato solo neanche un giorno fa. Questo mi fa tornare in mente che oggi sono vestita ancora peggio di come mi ha vista ieri, e forse è per questo che, sollevando lo sguardo, lo vedo squadrarmi da capo a piedi con un ghigno beffardo stampato in volto. Maledizione, se non fossero così perfette, le odierei, quelle labbra!

Faccio una smorfia contrariata, per farlo desistere dall'ispezione e fargli capire che ho notato il suo sguardo, ma ottengo il risultato opposto. Il suo ghigno si allarga e lui torna a guardarmi in viso. Contraccambio lo sguardo e, non so da dove e da quale momento, improvvisamente sento una strana elettricità nell'aria. I suoi occhi si posano, ancora beffardi, nei miei e inaspettatamente diventano seri, mentre mi guardano attentamente, come se mi avessero vista per la prima volta. A pensarci bene, effettivamente è proprio così. Quando il suo sguardo si posa sulle mie labbra, io le dischiudo appena, ritrovandomi con la gola improvvisamente secca sotto il suo sguardo profondo e bruciante. Il sorriso beffardo si eclissa dal suo viso e J torna a guardarmi negli occhi per una frazione di secondo, prima di prendere in mano il bicchiere di Andrew e bere un lungo sorso di quello che mi sembra un Crodino. Quel movimento mi distrae e torno a fissare la bibita che mi ha ordinato Rosy poco prima, ancora totalmente intatta nella mia mano.

The Heart Music - A.TDove le storie prendono vita. Scoprilo ora