Capitolo 9

27 7 0
                                    

Inizio a rendermi conto che tra pochi minuti avrei incontrato una persona che mi odia e che probabilmente avrebbe fatto di tutto per impedire a me e Bel di entrare nel gruppo solo quando Rosy svolta a destra e imbocca una stretta stradina molto lunga.

<< Dovrebbe essere questa. L'email diceva di andare dritte fino al capannone che c'è in fondo alla strada...ah, dovrebbe essere qui. >> esclama entusiasta Rosy avvicinandosi al suddetto capanno. È un edificio molto più alto di quanto mi aspettassi e un po' lugubre all'esterno, con i muri di un color grigio scuro e piccole finestre scure e non illuminate. Deglutisco mentre mi agito sul sedile e lancio un'occhiata a Isobel nello specchietto retrovisore, notando che si sta passando frenetica una mano tra i capelli. Incrocia il mio sguardo e mi sorride, nervosa. Io mi sento appena un po' rincuorata, ho meno da perderci io di lei, oggi. Man mano che ci avviciniamo, notiamo una figura che ci sta aspettando davanti a una piccola porticina che prima non avevo notato marrone che stona decisamente con il resto dell'edificio. Andrew ci saluta con la mano mentre Rosy spegne la macchina.

<< Okay ragazze, tranquille e fatevi valere, so che ce la farete! >> ci rassicura quest'ultima facendoci un enorme sorriso. Porto una mano alla maniglia della portiera con l'intenzione di scendere e togliere il prima possibile il cerotto quando Rosy mi appoggia una mano su quella con la quale stavo torturando la catenella dei pantaloncini. Io la guardo e lei mi sillaba con le labbra di star tranquilla e io prendo un bel respiro prima di scendere.

Ma chi me lo fa fare!

Andrew ci viene incontro mentre scendiamo dalla macchina e ci avviamo verso il bagagliaio per prendere gli strumenti. Sembra leggermente in ansia, ma si offre comunque di aiutarci.

<< Ciao ragazze,grazie per essere venute. Venite, vi faccio strada. >> solleva come se nulla fosse la mia pedana a piede che uso per alcuni effetti della chitarra elettrica. In teoria oggi non dovrei usarla, ma a quanto pare Bel ha avuto la premura di portarsela dietro ugualmente, dopotutto non si sa mai. Lo seguiamo mentre si avvicina alla porticina e la apre con un leggero spintone alla maniglia. Io alzo un sopracciglio mentre una strana domanda mi sorge.

<< Scusa, ma come fate a fare entrare gli strumenti da questa porta? >> lui si gira verso di me sorridendo e io mi domando cosa abbia mai detto di così buffo. Una volta entrate ci ritroviamo in una piccola hall, una sorta di salotto di accoglienza dove ci sono un corto ma molto largo divano, che potrebbe benissimo fare da letto per un qualche nano, e un grande tavolo addossato alla parete, con di fianco una piccola mensola dove ci sono alcuni dischi in vinile e alcuni libri. Di fianco alla piccola libreria vedo una porta di legno e mi chiedo cosa possa esserci là. Sarei curiosa di ndare a vedere, ma Andrew si sta dirigendo verso il piano superiore. Perfetto, pure scale! Con questi anfibi non ho il senso della misura degli scalini. L'impresa alla fine non è poi così ardua, dato che gli scalini, a differenza di molte altre cosa, sono larghi e fatti di mattoni di un bel colore marrone caldo, in contrasto con le pareti griglie anche all'interno. Mi ero completamente dimenticata della domanda che avevo fatto fino a quando Andrew non decide di rispondere, con mio sommo imbarazzo.

<< Sai, Christine, quando ho mostrato questo posto a Kevin e J qualche mese fa, è stata la prima cosa che mi ha chiesto J! >> sorride lui come se fosse un ricordo piacevole, mentre io storco la bocca, totalmente disgustata di aver avuto una qualche condivisione di pensiero con quell'essere stronzo e freddo... Tuttavia, mentre sto formulando questo pensiero mi tornano in mente i bellissimi fiori che stringeva ieri tra le braccia e freddo non mi sembra più molto un aggettivo adatto a lui. Scuoto la testa mentre Andrew riprende a parlare. << Comunque c'è un ingresso posteriore molto più grande. Abbiamo portato tutto dentro da li. Ve lo mostrerò, se entrerete a tutti gli effetti nel gruppo. >> Bel a quelle parole, probabilmente per l'agitazione o forse perché era troppo impegnata a guardargli il sedere, inciampa in un gradino e riprende l'equilibrio aggrappandosi alla parte bassa della maglietta blu scuro a manica ampia di Andrew, il quale si ferma e si gira, sorridendo e, con mio grande stupore, arrossendo un pochino quando Bel toglie bruscamente la sua mano dalla sua schiena e si sistema la tracolla del basso sulle spalle, rossa come un pomodoro. << Tranquille, avete me dalla vostra. Vi manca solo convincere Kevin. >> così dicendo sale gli ultimi gradini, una scala lunghissima a proposito, non lo avrei mai detto da fuori, e apre la porta sulla sinistra, ignorando completamente cosa ci sia in quella sulla destra e senza darci nessuna spiegazione. Sono tentata di chiedere informazioni ma una dolorosa gomitata di Rosy mi fa desistere. Le sillabo un "ahio" massaggiandomi la parte dolente mentre lei invece mi sorride e fa l'occhiolino. Una volta entrate ci ritroviamo una stanza completamente, e sorprendentemente diversa da ciò che mi aspettavo. A differenza dell'ingresso, è una stanza molto alta, resa però più "morbida" dalle pareti rivestite di gomma di un tenue rosso scuro, che riconosco essere fatta apposta per insonorizzare la stanza e darle una migliore acustica. Il pavimento è interamente ricoperto da un grande tappeto di diverse tonalità di blu e qualche punto luce rosso, arancione e giallo, che poi intuisco essere un ritratto di una porzione di mare al tramonto. Ma la cosa che più mi lascia a bocca aperta è il numero considerevole di strumenti in una sola stanza. Appese a tre delle quattro pareti infatti ci sono tre chitarre per ogni parete, tre elettriche, tre acustiche e una classica, dato che le altre due noto che sono dei bassi. Il pavimento è ricoperto di cavi, alcuni collegati a uno dei due amplificatori nella stanza mentre altri, due per la precisione, sono sciolti e posizionati vicino a due aste , il che mi fa intuire che siano stati preparati per noi. Si riconosce la parte "palchetto" dove fanno le prove perché vi sono le due aste con i rispettivi microfoni davanti, altre due ai lati e spostati leggermente indietro e per finire la batteria sul fondo. Spostando lo sguardo noto un ragazzo intento a collegare una pianola a dei cavi e ad ascoltarne l'intonazione. Kevin, intuisco, non ci ha neanche notate. O almeno credo. Come sentendosi osservato, si gira e noto con sorpresa che si tratta di un ragazzo dai tratti dolci, ma maturi, con il pizzetto ben curato attorno alle labbra e sul mento. I capelli, mori e molto a spazzola, gli sono dritti sulla testa se non per un piccolo ciuffo che gli cade sugli occhi, i quali sono di un caldo color marrone. Ci sorride ma non dice altro.

<< Ragazze, questo è Kevin, il nostro pianista. Kevin, loro sono Rosemary, Christine e Isobel...>> ci presenta Andrew e Rosy subito si sporge ad offrirgli la mano, entusiasta, squadrandogli la maglia stretta che gli ricopre le spalle molto larghe e muscolose, troppo per i miei gusti, e i jeans neri portati a vita bassa.

<< Puoi... potete chiamarmi Rosy. E loro sono Chri e Bel. >> sorride e sorprendentemente Kevin non sembra seccato per la troppa confidenza, bensì ricambia il sorriso. Possibile che... poi però ritira troppo gentilmente la mano e sorride anche a me ed Isobel, facendoci una leggera riverenza con il capo. Come se non si fosse minimamente accorto della sensualità che Rosy sprizzava da tutti i pori.

Oh beh, magari è gay.

<< Allora, Christine, il tuo posto è qui, mentre tu Bel ti puoi mettere qui, utilizzando l'asta da parte alla mia. >> esclama Andrew e indicandoci le posizioni e prendendo ad accordare con nonchalance la propria chitarra, come se non fosse successo nulla, ma è evidente che la mia amica in iperventilazione di fianco a me non ne è dello stesso avviso. Io Christine e lei Bel. Oh beh, almeno sappiamo che lui non è gay. Con questo pensiero e un leggero sorriso sulle labbra, felice che l'attrazione della mia amica non sia a senso unico, mi posiziono mentre lei fa lo stesso.

<< Aspetta, ti aiuto ad attaccarla. >> mi volto a queste parole e noto che Andrew si è sporto verso Bel e le ha appoggiato una mano sul lato del basso, come a tenerlo fermo mentre infila il jet dell'amplificatore, mentre così facendo le sfiora più volte il fianco, e il rossore che noto sulle sue orecchie mi conferma il fatto che non è casualmente. Sorrido e mi volto verso Rosy che seduta su una panca che prima non avevo notato di fronte a noi mi fa l'occhiolino.

Oh, sì, aveva ragione. Sarà un'esperienza molto interessante.


The Heart Music - A.TDove le storie prendono vita. Scoprilo ora