Capitolo 7

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Al mio risveglio un fascio di luce penetrò dalla finestra poggiandosi sul mio volto. Ci misi un po' a svegliarmi, ma alla fine i miei occhi si aprirono. Ero leggermente stordita ancora, ma non fu quello a non farmi alzare dal letto. Andai in bagno per poter lavare il viso e quando lo stavo asciugando, vidi sul lavello uno spazzolino ancora confezionato. Lo presi e mi lavai i denti, anche se ciò mi parve un po' scortese,poiché non avevo chiesto il permesso. Ma non potevo scendere giù senza darmi una ripulita prima. Rimasi con la felpa del giorno prima. Forse perché era calda e mi dava conforto. O forse perché faceva solo tanto profumo di Blake. Era un profumo dolce, ma allo stesso tempo delicato. Scesi in punta di piedi le scale per non farle scricchiolare. Non sapevo se Blake dormisse o meno e non avrei voluto svegliarlo. Ad un tratto però di nuovo quel presentimento. Mi diressi verso la cucina e ci avevo azzeccato nuovamente! Era ai fornelli che preparava le uova e tostava il pane. Adagiava il cibo sui piatti accuratamente per cercare di non farlo uscire dai bordi. <<Buongiorno Eveline.>> Mi disse dolcemente senza neanche voltarsi. Aveva anche lui avvertito la mia presenza.<<'Giorno.>> Continuai io, sedendomi su una sedia. Mi portò il piatto ancora fumante  sotto il naso per farmelo odorare. <<Che buon odore. Grazie.>> Gli dissi accennando un sorriso. Lui si sedette dall'altra parte del tavolo e mi guardò. << Succo di mela?>> Mi chiese sicuro già della risposta. <<Certo.>> Gli dissi mentre me ne versava un po' nel bicchiere. Facevamo ancora finta di niente, ma sapevo che prima o poi uno dei due avrebbe accennato alla sera prima. Ed ero sicura al 99,99% che quella che avrebbe aperto bocca per prima sarei stata io. Volevo sapere. Volevo risposte. Ad un tratto però vidi l'inaspettato. Il bicchiere  si librò in aria e puntò verso di me. I miei occhi si sgranarono alla visione di ciò. E subito si poggiò autonomamente accanto al mio piatto. Lo fissavo incredula. <<Sei stato tu?>> Gli domandai alzando immediatamente lo sguardo.  Lui annuì. <<Come riesci a farlo?>> Gli chiesi incuriosita. <<E' uno dei miei poteri da Angelo.>> Mi rispose convinto. <<Cos'altro sai fare?>> Richiesi con gli occhi meravigliati. Era strabiliante. Pensai. <<Prima mangia Ev, ne hai bisogno dopo ieri. Dopo ti dico tutto. >> Ancora attesa, non ne potevo più. Ero troppo stupefatta e ad  un passo dall'avere a tutte le mie domande una risposta. Ma non dissi niente e abbassai lo sguardo sul mio piatto, iniziando a mangiare la mia abbondante colazione.

Dopo averla finita, stavo posando il piatto sul lavello per pulirlo, nel frattempo che lui sistemava la cucina. Ma ad un tratto sentii una scossa. Le sue mani erano sui miei fianchi, poggiate appena delicatamente, anche se le avevo avvertite. Mi girai verso di lui e immediatamente incontrai i suoi occhi fissi su di me. Si mordeva il labbro inferiore e questo mi face avvampare. Sentivo calore dentro di me quando eravamo così vicini. <<E' il momento che ti dica tutto quello che vuoi sapere.>> Mi disse prendendomi poi le mani. <<Sei un Angelo.>> Ribadii senza pensarci. Fu la prima cosa che mi venne in mente e probabilmente lo dissi per capacitarmene io stessa. Per rendermi conto che tutto quello fosse reale. <<Si Ev. Sono un Angelo e non voglio farti del male. Voglio solo proteggerti.>> Aveva la stessa espressione che mostrava sulla torre dell'orologio. Sperava gli credessi. <<Perché devi proteggermi?>> Gli chiesi cercando di capirne qualcosa di più. <<Questo è quello che sono stato mandare a fare. Io devo proteggerti da ogni pericolo che incombe sulla tua strada. Non dovevi necessariamente sapere cosa sono. Ma la situazione è andata in altro modo.>> Dopo quelle parole rimasi di stucco. Il suo compito era proteggermi?  <<Sei stato mandato per proteggermi? Chi ti ha mandato?>> Richiesi e tutto ad un tratto mi sentii piccola come un cucciolo. <<Io sono un Angelo speciale. Sono per metà uomo e metà divino. Gli Angeli devono proteggere le persone che gli vengono affidate. Sono i grandi pilastri che reggono in piedi questo mondo che ci hanno dato questa missione. Gli Ordini Maggiori.>> Tutte quelle cose ad un tratto sembravo non riuscire a digerirle. Erano troppe. Di nuovo quel giramento di testa si stava facendo sentire. <<Vuoi dirmi che ci sono altri Angeli che proteggono le persone?>> A quella domanda lui annuì. <<Perché sei per metà umano e per metà Angelo?>> Gli domandai cercando di immaginare la risposta. <<Mia madre era un Angelo della luce. Gli era stato affidato mio padre da proteggere. Lei aveva grandi poteri ed era bellissima e s'innamorò perdutamente di mio padre. Anche lui a sua volta. Dal loro amore nacqui io. Non era ben chiaro se gli Angeli potessero "stare" con gli umani, ma tra i miei funzionò. Sono un Angelo però, a tutti gli effetti, solo che sono anche per metà umano. Non ce ne sono tanti in giro come me, è una rarità trovarne ed è per questo che i miei genitori morirono. Per salvarmi. Gli Ordini Maggiori da quel giorno mi hanno sempre protetto, insegnandomi tutto quello che c'era da sapere sul mondo divino e umano.>> Nel sentirlo parlare avvertii angoscia nella sua voce. Aveva perso i suoi da piccolo per via di qualcuno o qualcosa che voleva portarlo via. Tanto era l'affetto dei loro genitori che diedero la vita per salvarlo. <<Perché ti salvarono? Da cosa dovevano proteggerti? >> Gli domandai. Ero ancora appoggiata al lavello e lui mi teneva strette le mani. Avevo capito, era difficile per me quanto per lui. <<Dai Demoni.>> Mi rispose. A quella risposta il mio respiro per un attimo si fermò. Avevo i muscoli tesi e le mie mani strinsero le sue dal terrore che stavo provando. Subito se ne accorse e le guardò stringendole ancor più forte per confortarmi. <<I Demoni? E... Esistono?>> Ma dopo gliele lasciai per portarmele al viso,ero troppo scossa da tutto ciò. Avevo letto di questi solo nei libri. Come mi ero fatta un immagine degli Angeli secondo i racconti letti, ne avevo una anche per i Demoni. Li immaginavo con la pelle di un rosso cupo, con gli occhi quasi gialli. Terrificanti oserei dire. Ma immaginai un minuto dopo che  non fossero come li avevo pensati. <<Si,esistono e ci danno la caccia. Loro sono ombre, possono camuffarsi in quello che vogliono e prendono la loro forza dall'oscurità,dall'Inferno. Ma non gli basta e ne vogliono altra. Allora danno la caccia agli Angeli perché uccidendone uno risucchierebbero via tutto il loro potere, la loro anima e avrebbero una forza anche se temporanea,incredibile. Specialmente prendendo l'anima da un Angelo speciale,come me. La vita di un Angelo è fondamentale come lo è quella di un umano.>> Dopo aver pronunciato quelle parole, mi prese il viso tra le mani e subito risentii il tremolio. Era stranamente piacevole quell' effetto che mi faceva. <<Io, Ev sono qui perché non ti accada nulla di male. Sono un Angelo guerriero, nonostante sia celeste. Devo prendermi cura di te.>> Stava dicendo troppe cose. Ora avevo troppe risposte per la testa e non sapevo se ce l'avessi fatta a reggerle. Ma mi tenevo ancora in piedi e questo era fortunatamente un miracolo. Esistevano Angeli ed esistevano Demoni. Mancava poco e avrei creduto anche che esistessero gli unicorni. Lui doveva proteggermi.  Fu questa la cosa a cui subito dopo pensai. Mi doveva proteggere da qualsiasi cosa. Doveva salvarmi da qualsiasi cosa. Anche da una stupida caduta dalla finestra dove stavo per rimetterci le penne. La mia testa adesso era un via vai di pensieri. Però mi aveva detto la verità, non mi aveva mentito e me ne aveva data prova. <<Perché... La prima volta che ci siamo toccati, ho sentito una leggera scossa? E' perché quando mi hai salvata... E anche prima l'ho sentita di nuovo solo più intensa?>> Aveva gli occhi lucidi e nel suo sguardo intravedevo come una piccola luce. <<La prima volta, l'hai sentita... L'abbiamo sentita... Perché io sono il tuo Angelo custode. So però, che non sempre si sente, alcuni non l'avvertono sempre come noi, con la persona che gli è stata affidata. E... Si è intensificata ancora di più, nel momento in cui ti ho salvata. Quando l'ho fatto, siamo come entrati in contatto. Ci siamo legati. Eri a un punto dal morire e io ti ho presa per non farti schiantare. E' come se le nostre anime, la nostra pelle, le nostre ossa, persino i nostri respiri si siano uniti nel momento in cui ti ho afferrata. Anche il tuo cuore adesso batte come il mio.>> Battevano insieme. Quello che stava dicendo, mi stava facendo sentire come lui, speciale. Provavo un certo piacere nel sentirgli dire quelle cose e vedevo nei suoi occhi che anche a lui non dispiaceva. Eravamo come due calamite che toccandosi, adesso non potevano staccarsi più. <<E' per questo che senti la mia presenza quando sono vicino a te. E sai dove andare per trovarmi,non è l'istinto, sei solo legata a me.>> Mi disse dolcemente con un piccolo sorriso che gli si formò sulle labbra. Ora tutto era più chiaro. Ora tutto capivo,c'era stata una connessione ed  ogni mio dubbio era scomparso. Io ero legata a lui.

Angeli Contro DemoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora