Capitolo 11

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Questo ragazzo mi mandava sempre di più,ogni giorno che passava, il cervello in pappa. Dall'episodio sulla mia poltrona non era passato molto tempo e il nostro legame si era ancor di più intensificato. Ogni tanto scappava qualche sguardo che faceva si che le nostre labbra si attirassero, ma per il resto continuavamo a essere come sempre. Quel pomeriggio la mamma finiva di preparare le valigie per un nuovo viaggio di lavoro, che l'avrebbe tenuta lontana da Toronto un paio di giorni. <<Ho fatto la spesa,così hai il frigo pieno, ho cambiato le lenzuola, pulito la casa ...e gentilmente Eveline, non distruggerla.>> Mi scherzò girando gli occhi in aria, consapevole però del fatto che fossi responsabile e che, quindi non avrei combinato nessun casino. <<Non far cadere ai tuoi piedi qualche imprenditore o capo di non so dove stai andando, per favore, ti voglio tutta per me.>> Le dissi ricambiando lo scherzo anche io. Era stupenda la mamma, quindi c'era questo rischio, ma lei dopo papà non aveva voluto più nessuno accanto, neanche un amico. Mi diede un bacio in guancia e pian piano la vidi allontanarsi dalla porta di casa al cortile, fino ad arrivare all'auto. Chiusi la porta e respirando l'aria pulita di casa, mi raggomitolai sulla mia poltrona. Non passò molto che mi ricordai di dover studiare quella maledetta storia. Non ne avevo proprio voglia, ma mi costrinsi a scendere dalla poltrona per andare a prendere il libro. Ritornai alla poltrona e con un evidenziatore, evidenziai le cose che più importanti mi parvero. Dopo un'ora di insopportabile agonia, mi diressi in cucina per andare a prendere un po' di thè verde che la mamma mi aveva preparato,lasciandolo nel termos. D'un tratto una piacevole sensazione di  prurito alla nuca. Dietro di me sentii due mani stringermi le braccia calorosamente e nel contempo una bocca sfiorarmi il collo. Solo con una persona avevo quella sensazione ed era lì dietro di me. <<Non si arriva alle spalle di una signora.>> Gli dissi con tono pacato e voce lieve, abbozzando a un sorrisetto,senza voltarmi. << Come posso farmi perdonare, allora, signorina?>> Continuò lui al mio orecchio, facendomi ancora sentire il suo respiro mentre mi scostava alcune ciocche di capelli dalla spalla. Mi dava piccoli baci sul collo che fecero scattare in me delle palpitazioni. Mi stavo assolutamente eccitando al tocco delle sue labbra sulla mia pelle. << Avrei qualche idea.>> Risposi con voce provocatoria. Di scatto mi girai e mi sentii stampate le sue labbra sulle mie, con una passione che mi fece incendiare. Sentivo le sue mani, sui miei fianchi,scendere ancora di più alle cosce. Ci stavamo spingendo troppo in là e lo volevo,avventata a quanto pare, con tutta me stessa. Ma ad un tratto si staccò, facendo appello sicuramente a tutte le sue forse perché fino a poco prima avevo visto che anche lui fosse voglioso. <<Cosa mangi stasera signorina?>> Mi chiese accennando uno dei suoi soliti sorrisi da far cadere malate tutte le ragazze che lo incontravano. <<Non so ancora,la mamma mi ha riempito il frigo, ma non ho ancora pensato a cosa cucinare.>> Risposi cercando di ricompormi da quegli attimi precedenti, di pura euforia. Non capivo ancora se stessimo insieme o meno, ma mi lasciavo tranquillamente andare, per quanto lo volessi sapere. <<Mangi con me?>> Feci, guardandolo con gli occhi da cerbiatto.<< Certo Ev, dimmi cosa vuoi mangiare stasera e ci penso io a prepararlo.>> Entusiasta andò al frigo, scrutando con attenzione ciò che ci fosse dentro. <<Spaghetti. Scegli tu il condimento, sorprendimi Chef.>> Dissi divertita dalla situazione. Subito si mise all'opera. Pentole emanavano vapore,invadendo la cucina di un odore delizioso, nel frattempo che sistemava il tavolo con piatti, forchette, bicchieri e candele anche. L'ammiravo, affascinata da quei suoi modi di fare, era così disinvolto. Neanche un'ora dopo, era tutto pronto. Mi mise davanti quel piatto pieno di spaghetti  mescolati a pomodorini tagliati in piccoli pezzi, insieme ad altri di pollo al curry. Era davvero troppo buono. Sapeva pure cucinare bene oltre a baciare come un Angelo.  Quel pensiero mi fece sorridere,dato che era davvero un Angelo e lui lo notò. <<Cosa ridi Jones? Non ti piace quello che ti ho preparato?>> Mi domandò mentre si rigirava nella forchetta un bel po' di spaghetti. <<Certo che mi piacciono, idiota. Cucini bene. Ti chiamerò spesso per la tua cucina. >> Continuai portando alla bocca un giro di spaghetti.<< Oh quindi solo per la mia cucina mi chiamerai.Bene, bene.>> Ironizzò lui.<< Ovviamente mio caro.>> Dopo aver terminato di mangiare lavai i piatti dato che lui aveva preparato la cena. Non appena ebbi finito mi diressi in salotto da lui, vedendo che era intento a leggere uno dei miei libri. <<Me lo presti?>> Mi chiese facendo gli occhi da cucciolo. <<Prendilo, ma non credo sia il tuo genere.>> Risposi mentre mi accoccolavo sul divano. <<Ma è uno dei tuoi e io voglio conoscere tutto delle tue cose.>> Mi convinse con quella frase,perché traspariva sincerità. Non sembrava una stupida battuta, lo voleva davvero. Oppure ero troppo stanca per capire, perché non avevo chiuso occhio, a causa degli incubi, la notte prima. Sbadigliai stiracchiandomi dolcemente sul morbido divano, mentre lui stava sulla mia poltrona. <<Hai sonno Ev.>> Fece,senza alzare gli occhi dal libro. <<Ottima osservazione Blake.>> Continuai io,prendendolo in giro, assonnata quant'ero. <<Ti porto a letto.>> Disse chiudendo subito il libro,alzandosi dalla poltrona. Si avvicinò a me e prendendomi in braccio, raggiunse le scale, salendo gli scalini ad uno ad uno. Ero minuta e quindi non pesavo molto, ma per lui, per la forza che aveva, dovevo pesare una piuma. Aprì la porta della camera, mentre io con le braccia intorno al suo collo,ammiravo la luce che i suoi occhi emettevano. Si prendeva cura di me e io avevo sempre più bisogno di lui. Era diventato il mio pane quotidiano quel ragazzo,non volevo andasse mai più via. Ormai gli ero legata con tutta me stessa. Mi accasciò sul letto e mi rimboccò le coperte.<< Blake.>> Dissi afferrandogli il braccio con la mano. <<Resti a dormire con me,stanotte? Non voglio restare sola.>> In parte era vero, sarei rimasta tutta la notte sola per vari giorni, ma avevo una così tanta voglia di stringermi a lui,che il solo pensiero mi dava sollievo. <Si Ev.>> Mi rispose con un sorriso di contentezza. Si levò le scarpe,ed entrando dentro le coperte,si avvicinò a me. Gli posai una mano sulla pancia e poggiai la mia testa sul suo petto. Sentivo il suo cuore, batteva come il mio. Era una sensazione mozzafiato, quasi mi vennero le lacrime agli occhi. Lui mi posò una mano sulla nuca, immergendola poi tra i miei capelli dopo. Sentivo il suo calore che mi riscaldava. E le mie palpebre si fecero pesanti tanto che si stavano quasi per socchiudere. <<Buonanotte,piccola.>> All'udire di quella buonanotte così dolce,sprofondai in un sonno così piacevole, dalla quale non pareva volessi svegliarmi più.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 11, 2016 ⏰

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