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Erano circa le 4 del mattino, e sulla grande pista scura dell'aeroporto di Dublino il sole non era ancora sorto.
La giovane Marta si trovava a suo agio lì, in mezzo a quei grandi mezzi di trasporto con le ali. Non le facevano paura, anzi, per lei erano sempre stati affascinanti. Aveva passato buona parte della sua infanzia su quei grandi draghi, come li chiamava da piccola. Essere figlia di un Generale dell'Aeronautica Militare, dopotutto non era semplice. Aveva passato quasi tutta la sua vita a cambiare città o stato, inevitabile fu quindi il passare del tempo su quei mezzi.
Ma quella mattina, tutto era diverso, nessun saluto, nessuna valigia, nessun pacco, nessuna lacrima, nessuno partiva. Solo una cosa arrivava. Il suo cucciolo. Quella mattina, dopo più di due mesi di distanza, il suo cucciolo sarebbe arrivato sul suolo Irlandese dopo il suo trasferimento, ricongiungendosi alla padrona. Dante, così si chiamava, le era stato regalato per il suo diciassettesimo compleanno. Era un corso, un cane ritenuto fin troppo grande per una ragazza esile come lei. Ma forse fu proprio la sua imponenza a far innamorare la ragazza di quell'animale.

Mentre era immersa nei suoi pensieri e la fredda aria di giugno le pizzicava il naso volto all'insù, sulla pista opposta era appena atterrato un Jet privato. Marta non ci fece caso, ma i passeggeri al suo interno sì, fecero caso a lei. Uno in particolare: Niall Horan. Il ragazzo sapeva, che per ragioni di estrema sicurezza, nessuno poteva stare fermo sulla pista di atterraggio, ne tantomeno poteva starsene ad ammirare il cielo ancora scuro.

"Vieni, possiamo scendere."

Louis, compagno di avventure,scosse il giovane cantante di fama mondiale dalla sua osservazione, e prendendo il suo zainetto verde dallo scompartimento superiore, segui l'amico al di fuori del veicolo.

"Ah l'Irlanda, quanto mi era mancata!"

Un dolce sorriso si estese sul volto del giovane, mentre si guardava intorno nel pronunciare quelle parole. Mancava da tanto tempo nella sua terra, e il suo attaccamento per quella nazione aumentava ogni qualvolta lui era lontano da casa.

Insieme ai loro bodyguard, i giovani ragazzi, si avviarono verso l'entrata dell'aeroporto seguiti da alcuni addetti con i loro bagagli. Sarebbero andati subito in hotel a riposarsi, la leg del tour in Irlanda sarebbe iniziata due giorni dopo e avevano bisogno di riposare.

"Aspettate, voglio fumarmi una sigaretta prima di andare dentro e vedere il sorgere del sole. Mi tenete compagnia?" Chiese Liam beandosi di quegli attimi di silenzio.

"Perché no, basta che mi offri semplicemente u..." Louis non riuscì a terminare la frase che una lieve ondata di vento colpì i quattro ragazzi rivolti con le spalle verso la pista di atterraggio.

Si girarono, osservando con curiosità l'atterraggio perpendicolare di un elicottero a circa mezzo chilometro di distanza da dove si trovava la ragazza.

"È un HHF3, dell'Aeronautica Militare Italiana, consegna speciale per quella ragazza lì. Il padre ha fatto di tutto purché fosse possibile." Affermò Mark, uno dei loro bodyguard, alle loro spalle.

"Chi mai può essere tanto viziata da far arrivare dall'Italia un elicottero militare solo per lei?" Ridacchio Harry, come se l'osservazione di quel momento l'avesse risvegliato del suo stato di dormi-veglia per colpa del get-lag.

"In realtà nessuno, lei meno di tutte le altre persone al mondo."

***
Marta tremava, aspettò con impazienza che le eliche si fossero fermate del tutto prima di avvicinarsi all'elicottero. Mentre camminava, cercando di mantenere un andamento elegante, vide il padre uscire dal velivolo e dirigersi con passo svelto verso di lei.
Era in uniforme, gli occhi stanchi a causa del viaggio, e il sorriso sulle labbra. Aspettò che la figlia gli facesse il saluto sugli attenti, come era loro tradizione, per poi abbracciarla stretta.

"Walking in the wind."  NJH.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora