capitolo 4.

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ADAM:

E adesso?
Elizabeth lo guardava implorante, una parte del cervello di Adam si stupì di scoprire che Beth aveva la sbronza bisognosa di coccole.
Per come la conosceva lui, avrebbe scommesso che avesse la sbronza divertita come quella di suo fratello.
A proposito di Cole, doveva andare a controllarlo?
Scosse la testa, in fondo c'era Eric con lui, e non aveva bevuto.
Era in grado di prendersene cura, ma lui?
Doveva implorarlo di fare cambio?
Beth lo fissava, gli occhi umidi come se stesse per scoppiare a piangere, lui non sapeva gestire le lacrime!
Lo teneva ancora per mano, invitandolo a sdraiarsi «non sa quello che stai dicendo» se ne uscì alla fine, sperando che rinsavisse e tornasse a detestarlo come al solito, ma lei scosse la testa «so benissimo quello che sto dicendo» dovette fermarsi un attimo, come se le girasse la testa «lo so che mi odi, che non mi vuoi in questa casa. Hai chiarito il concetto fin troppo bene» continuò, odorava di alcol «ma non voglio stare da sola» sembrava costargli molto ammetterlo, ma lui non riusciva a capire.
La cosa giusta sarebbe stata infilarla sotto le coperte e andarsene di li.
Alla svelta.
Invece se ne stava ancora inchiodato al pavimento, indeciso sul da farsi «e poi, me lo devi!» Adam aggrottò la fronte, confuso «mi devi un favore, e io sono pronta a riscattare» annuì convinta, ma dovette tersi la testa. «Ma di che diavolo stai parlando!?» si convinse a dire, lei sembrava serissima «tu mi hai baciato. E io non l'ho detto a nessuno» Adam sgranò gli occhi, ma lei non gli diede tempo di replicare «non fare quella faccia. Quattro anni fa, le sera della festa dei quindici anni di Cole...» qualcosa iniziò a smuoversi nella sua coscienza «mi hai insultata, maltrattata e derisa. E poi mi hai baciato» nella sua testa si accese una lampadina, aveva completamente rimosso quella sera!

Ancora non era riuscito a dire nulla «era il mio primo bacio, e tu facesti in modo che io ti odiassi ancora di più... e io non lo ho detto a nessuno. Quindi adesso mi devi un favore, sdraiati» lo tirò appena e lui non oppose resistenza, la mente riportata indietro di quattro anni mentre cadeva sopra di lei e si spostava sul lato sinistro del letto.
Beth si sdraiò, guardando il soffitto «non posso credere che tu abbia rimosso tutto, sei ancora più stronzo di quello che pensassi...» il sonno gli era passato di colpo, non credeva che Beth lo detestasse ancora per quell'episodio «non lo ho rimosso, è solo che non ci ho più pensato. È successo quattro anni fa accidenti, anche tu avresti dovuto superarlo!» certo, ora che gli tornavano in mente tutti i particolari, non si meravigliò del fatto che se ne ricordasse ancora

"la casa era invasa da ragazzini.
nonostante suo fratello stesse festeggiando i quindici anni, l'unica ragazza presente era Elizabeth.
Non che Adam ne fosse particolarmente sorpreso, praticamente era un ragazzo anche lei.
Era tornato da poco, ormai viveva vicino al college, ma non si sarebbe mai perso il compleanno del suo fratellino.
Solo che non riusciva a tollerare tutti quei ragazzini: un conto era averne in giro per casa solo cinque, un conto erano quindici!
Seduto sul dondolo del portico di casa sua, Adam inspirò una boccata di fresca aria notturna.
Il suo quartiere era così tranquillo rispetto a dove viveva ora.
La porta di casa si spalancò, per poi richiudersi immediatamente.
Elizabeth era uscita quasi di corsa fermandosi sulla soglia del primo gradino della veranda, aveva gli occhi lucidi.
Adam la guardò, che cosa aveva mai potuto farla rimanere così?
Lei che era stato il suo tormento sin da quando lui aveva iniziato a rubare la testa delle sue bambole solo per fare in modo che se ne stesse a casa sua e che per ripicca aveva rotto il vaso preferito di sua mamma usando la sua palla da baseball per farlo incolpare «Beth?» la chiamò, incerto su come comportarsi.
Lei si voltò e lo fulminò con lo sguardo «che c'è vuoi goderti lo spettacolo? beh, mettiti in fila e paga il biglietto» replicò, acida.
Ma ad Adam non sfuggì che si stava sforzando di trattenere le lacrime «che cosa è successo?» le chiese ancora, con un tono un po' più gentile «succede che tuo fratello ha degli amici idioti! che per di più non sanno perdere!» urlò a indirizzo degli occupanti della casa «spiegati meglio, non riesco a capire» lei sbuffò, andandosi a sedere vicino a lui «c'è che quel cretino di Alfred non sa giocare con la play, e se la prende con me perché l'ho battuto. Allora ha iniziato a strillare a tutti che la partita non valeva perché io sono una ragazza e le ragazze non dovrebbero giocare. tutti si sono messi a ridere e - quando gli ho gentilmente fatto notare che aveva perso perché è un'incapace e non perché io sono una ragazza - lui si è messo a ridere dicendo "hai ragione, tu non sei una ragazza, sei uno scherzo della natura"» la voce le tremava, non sapeva se per la rabbia o per il tentativo di reprimere le lacrime.
Adam scoppiò a ridere «non ti ci mettere anche tu! non ho rotto il naso a lui perché c'è tua madre in casa ma non mi farò scrupoli con te!» lo minacciò, facendolo ridere sempre di più «beh, non puoi dargli torto però, tu sei un maschiaccio. una ragazza non andrebbe in giro vestita come te o comportandosi come te» le fece notare.
Lei incrociò le braccia e mise il muso «solo perché non mi concio come quelle sgallettate dalle ridarella facile che frequenti tu, non vuol dire che io non sia una ragazza!» si era offesa sul serio, non lo avrebbe mai detto «allora provalo, hai mai baciato un ragazzo?» le domandò, era la prima cosa che gli era venuta in mente.
Lei aveva sgranato gli occhi, poi aveva ripreso la sua espressione normale «certo che l'ho fatto» disse, ostentando una sicurezza che non aveva. Ad Adam veniva da ridere, era un caso senza speranza «stai mentendo» le fece notare «non è vero» si intestardì «e allora provalo, se hai il coraggio bacia me. così saprò che non stai mentendo» lei aveva sbattuto gli occhi un paio di volte, grosse lacrime minacciavano di scendere ma lei non si scoraggiò.
Gli si avvicinò di un poco, quel tanto che bastava per far sì che le loro spalle si toccassero.
Adam quasi non credeva che pur di non ammettere che stava mentendo lo avrebbe accontentato.
Con calma, convinto che si sarebbe tirato indietro, Adam si avvicinò a lei.
Quando toccò le sue labbra rimase sorpreso, non si era tirata indietro!
Aveva una bocca morbida da baciare, come poche non aveva trovato fino ad all'ora.
Si rese conto all'improvviso, come se avesse iniziato a prestare attenzione solo in quel momento, che Beth non si stava più trattenendo: grosse lacrime le solcavano le guance.
Per un attimo, Adam ebbe l'impulso incontrollato di stringerla a se, ovviamente subito dopo aver picchiato a sangue quel moccioso di Alfred.
Quel pensiero lo fece ritirare immediatamente, lui non faceva cose del genere!
Lui non era tipo da fidanzate, tanto meno se si trattava di una mocciosa come Beth.
La scostò e assunse l'aria più strafottente che riusciva a tenere «so che sono bravo, ma addirittura mettersi a piangere... beh, devo darti ragione. Sei una femminuccia»"

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