capitolo 5.

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ELIZABETH:

Quel giorno Los Angeles era troppo assolata per i suoi gusti.
Nascosta dietro le lenti scure degli occhiali da sole, Liz sorseggiava il suo caffè, aspettando l'arrivo di Eric.
Per come si sentiva, non avrebbe voluto vedere un solo goccio di alcol per altri dieci anni, ma forse la colpa non era solo della festa: il bacio di Adam la confondeva come niente ci era riuscito fino ad allora.
Inconsapevolmente, Liz si sfiorò le labbra con le dita «scotta?» domandò Eric, sedendosi davanti a lei e facendola tornare alla realtà «come?» Eric sorrise «il caffè, scotta? ti stai toccando le labbra» le fece notare.
Liz abbassò la mano di colpo «no, non scotta» lui scosse la testa, come se non ci credesse «allora, cosa hai fatto poi ieri sera? Cole mi ha detto che non sei voluta uscire con noi» Liz sbuffò «lo sai che non mi piace fare il terzo incomodo. E poi, non avevo voglia di uscire nemmeno stamattina, figurati ieri sera» bevve un altro sorso di caffè.
Se quella mattina non avesse avuto lezione, non sarebbe mai uscita dalla sua stanza.
Si vergognava troppo «ti prego non dirmi che sei stata rintanata nella tua stanza da sola a leggere» gli intimò lui.
Adorava Eric, ma da quando si era messo in testa di farle avere una vita sociale più ampia di loro quattro e i suoi libri, era diventato asfissiante «no, ho visto un film con Adam» sapeva di avere tre secondi esatti prima che Eric metabolizzasse le sue parole e capisse cosa aveva detto, così tentò di goderseli al meglio «aspetta, hai detto Adam? Occhi verdi, capelli neri, un metro e novanta... Quel Adam?!» lei sospirò, il tempo era finito «si, quell'Adam. In fondo è casa sua non posso mica vietargli di sedersi sul divano e guardare la televisione» polemizzò, sperando che Eric lasciasse cadere l'argomento «beh, considerando che la norma per voi è saltarvi alla gola appena vi trovate a mezzo metro di distanza, comprenderai il mio sgomento» Liz si sforzò di non arrossire, l'ultima volta che erano stati a meno di mezzo metro... No, non doveva pensarci! «Lo so, infatti di solito mi sarei alzata e me ne sarei andata. Ma c'era Donnie Darko!» argomentò, come se fosse sufficiente a spiegare tutto «e poi, lui non lo aveva mai visto. Non potevo perdermi la faccia confusa di chi lo vede per la prima volta!» Eric scosse la testa «tu e i tuoi horror» la prese in giro «il lato positivo potrebbe essere che tu e Adam andiate d'accordo? Non dico diventare amici, non sia mai... Ma almeno potreste convivere pacificamente» lei scosse la testa.
Per una sera che avevano passato insieme, lo aveva supplicato di dormire con lei, lo aveva baciato per poi dimenticarsene e poi, come se niente fosse, lui la aveva baciata.
No, non avrebbero mai potuto convivere pacificamente «passando a cose più importanti» iniziò, decisa a cambiare argomento «sai che detesto non poter parlare dei tuoi ragazzi vero?!» lui si rattristò un po' «anche io, solo che...» Lei scosse la testa «si, so che è un testone, però dai! La tua vita sentimentale è meglio di una telenovela! Cosa dovrei fare nel frattempo?» Tentò di sdrammatizzare.
Lui sbuffò «magari fartene una tua?» propose.
Le immagini della sera prima le tornarono prepotentemente in testa «non sono portata per queste cose» doveva riuscire a dimenticare l'accaduto, ne andava della sua sanità mentale «non dire fesserie, solo perché hai avuto una brutta esperienza...» Liz lo interruppe subito «non ricominciare, non ne voglio più parlare ok? Adesso, scusami ma devo andare a lezione» si alzò e si allontanò da lì senza dargli tempo di replicare.
Si era allontanata di una decina di passi quando il suo telefono di animò.
Liz si aspettava di veder comparire il nome di Eric quindi fu sorpresa quando vide un numero sconosciuto.
Rispose con poco entusiasmo «pronto?» Dovette allontanare il telefono dall'orecchio «Buongiorno! Ti prego non dirmi che stai ancora male per sabato sera!» conosceva quella voce, ne era certa «Nora?» la ragazza rise dall'altra parte della cornetta «l'unica e inimitabile. Ho ricattato Adam per farsi dare il tuo numero da suo fratello, sappi che sono offesa del fatto che tu non me lo abbia lasciato!» Liz si ritrovò a sorridere senza nemmeno rendersene conto «hai ragione, scusa» era quasi arrivata in aula e non sapeva ancora per quale motivo le avesse telefonato «so come puoi rimediare, esci con me stasera!» Liz aggrottò la fronte, tentata di accettare «io... Non so se posso» tentennò, non sapeva bene come rifiutare «se hai da fare stasera possiamo fare domani» le venne incontro lei, ma Liz scosse la testa, come se lei potesse vederla «non è perché ho da fare che non posso» Nora sbuffò «allora non hai scuse, non accetterò un no come risposta!» Liz prese posto in aula, aveva ancora una decina di minuti prima che la lezione iniziasse «Nora io... Non penso sia una buona idea, tutto qui» le dispiaceva da morire, ma non voleva cedere «almeno posso sapere perché pensi che non lo sia? sabato ci siamo divertite!» fu il suo turno di sbuffare «certo che ci siamo divertite, ma tu sei amica di Adam così come il tuo ragazzo... Il fatto è che io e Adam... Non andiamo molto d'accordo, e non voglio immischiarmi nei suoi affari» la verità era che avrebbe voluto poter mettere tutta la distanza possibile tra lei e Adam «è una scusa stupida. E' vero, Jake e Adam sono amici, ma questo non ti vieta di uscire con me! Sono l'unica ragazza fissa del loro giro, ti prego ho bisogno di un alleata, non ne posso più di tutte quelle oche starnazzanti!» Liz non riuscì a trattenere una risata, almeno non era l'unica a pensarla così «facciamo che prima chiedo ad Adam se per lui è un problema, va bene? Poi ti mando un messaggio» almeno avrebbe fatto tutti contenti, non doveva dire un no secco a Nora e ovviamente Adam non sarebbe stato d'accordo.
Vincevano tutti.

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