capitolo 6.

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ELIZABETH:

«Beth, ci sei?» domandò Eric, sventolandole una mano davanti agli occhi, facendola tornare alla realtà «come?» l'amico aggrottò la fronte «si può sapere dove hai la testa? è una settimana che sei altrove e io iniziò a stufarmi» lei scosse la testa, cercando di schiarirsi le idee.
La sua mente era bloccata a lunedì sera

"«me? vuoi me?» non aveva potuto resistere, era scoppiata a ridere «ti rendi conto di quanto suoni ridicola questa cosa? Tu. Mi. Odi» scandì bene le ultime parole, giusto per chiarire meglio il concetto «no, non è vero» lei incrociò le braccia.
Era stanca di tutta quella storia «si, invece è vero. Analizziamo gli ultimi quindici anni ti va? Non c'è stata occasione in cui tu non mi abbia derisa, intimidita, offesa o trattata come se fossi un insetto disgustoso. E adesso mi vieni a dire che mi vuoi? Ti rendi conto da solo che non ha senso vero?»

Adam continuava a scuotere la testa «so cosa ho fatto ma non so il perché. So che non sto mentendo» lei si era tolta le scarpe, esausta di quella situazione «tu hai bisogno di farti vedere da qualcuno, possibilmente con una laurea e tanta pazienza» aveva replicato, tentando di tornare in camera sua, ma Adam la aveva fermata di nuovo «tu mi hai baciato. Non puoi dire che non ha significato nulla» Beth liberò il braccio dalla sua stretta «è vero, ti ho baciato. Poi tu hai baciato me. Non ti racconterò una frottola dicendo che non mi è piaciuto, perché non sarebbe corretto nei tuoi confronti. Ma non ha significato niente: potrei fermare un tizio in mezzo alla strada e fare la stessa cosa, e mi potrebbe piacere lo stesso» lo sguardo del ragazzo era offuscato e confuso «noi non siamo estranei» un sorriso increspò appena le labbra della ragazza «no? perché da quel che mi risulta, io non so niente di te e tu non sai niente di me. E' questo il significato di estranei» lui sembrava non sapere cosa dire «senti, sono stanca e voglio andare a letto. Non sai nemmeno tu che cosa ti passa per la testa» gli fece notare «vai a letto, schiarisciti le idea, trovati un analista. Non mi importa quello che fai, ma non tirarmi in mezzo ai tuoi casini: io non sono una soluzione. Buonanotte» si era girata ed era entrata in camera sua.
Adam era a pezzi, ma lei non poteva permettersi di consolarlo, si sarebbe confuso solo di più e alla fine l'unica a rimetterci sarebbe stata lei.

«Terra chiama Beth» la voce di Eric era tesa «scusa, ho un sacco di pensieri per la testa» lui annuì «lo vedo, è dall'inizio della settimana che stai così. Sono stato paziente, ho aspettato che me ne volessi parlare tu. Ho anche dovuto giurare a Cole che non mi avevi detto niente - e sappi che ancora non mi crede - quindi adesso lo pretendo. Dimmi che cavolo hai!» lei sospirò, non aveva più la forza per far finta che fosse tutto normale «io e Adam ci siamo baciati» Eric spalancò gli occhi «un paio di volte» lui sembrava sotto shock «e l'altra sera ha blaterato cose senza senso e io non so più che pensare!» sbottò tutto d'un fiato.
Eric si alzò «ho bisogno di un caffè».
L'appartamento di Eric era più piccolo del suo: aveva un ampio soggiorno con angolo cottura che si affacciava su un piccolo terrazzo tramite una porta-finestra, una camera da letto, uno studio e un bagno.
Tornò da lei, tenendo in mano due tazze di caffè fumante, si sedette davanti a lei e aspettò «raccontami tutto» non era sicura di volerlo fare «prima promettimi che non dirai niente - assolutamente niente - a Cole» lui mimò il gesto di una X in mezzo al petto «croce sul cuore, che possa morire. Adesso sputa l'osso!» Beth prese un bel respiro profondo «sabato sera, quando tu mi hai opportunamente scaricato a lui, prima l'ho ricattato per farlo rimanere in camera con me e poi lo avrei baciato» storse la bocca «in realtà non so bene come è andata, perché ovviamente Adam non è sceso nei dettagli. Non è che ci siamo seduti e ne abbiamo discusso. Solo che per dirmi che lo avevo fatto, lui mi ha baciato a sua volta!» sbottò, quasi indignata «questo ovviamente è successo dopo che io l'ho usato come un cuscino per circa due ore mentre lui guardava la televisione» Eric sembrava sul punto di dire qualcosa, ma la lasciò continuare «poi lunedì, dopo che ti ho salutato mi ha chiamato Nora, chiedendomi di uscire. Ti ricordi che ti ho chiesto il numero di Adam? Beh, volevo chiedergli se gli dava fastidio se uscivo con lei... Solo che poi abbiamo iniziato a punzecchiarci per il resto del pomeriggio, finché non ho smesso di rispondergli. Quella sera pensavo di uscire solo con Nora, invece c'erano anche Jake e Adam e altri ragazzi. Adam è stato odioso tutta la sera, finché non ha deciso che dovevamo tornare a casa. Io ho mantenuto il silenzio stampa fino a che siamo arrivati e allora lui ha iniziato a sbraitare cose senza senso, del tipo che io sto cercando di prendere il suo posto tra i suoi amici. Allora gli ho gentilmente fatto notare che è un pazzo! Comunque, alla fine gli ho chiesto che cavolo volesse da me e sai che cosa ha avuto il coraggio di rispondermi!?» domandò, appoggiando la tazza sul piccolo tavolino da caffè davanti al divano «mi ha detto che vuole me!» Eric spalancò gli occhi «allora gli ho detto che non è possibile, che ci detestiamo e lui ha iniziato a dire che ci eravamo baciati e che doveva pur significare qualcosa. Ma non ha significato nulla! Ho cercato di spiegargli che siamo due estranei e che non voglio finire in mezzo ai suoi casini» Eric la guardò, poggiando a sua volta la tazza «e poi?» Beth aggrottò la fronte «e poi cosa?» Liz si spostò una ciocca di capelli «non gli hai detto altro?» lei scosse la testa «credo di avergli detto di trovarsi un analista bravo e me ne sono andata a letto» Eric scosse la testa, incredulo «non ci posso credere. Sei matta o cosa? Hai detto di no ad Adam Harris? Non conosco ragazza sulla faccia della terra che gli direbbe di no!» Lei sbuffò, non le piaceva la piega che stava prendendo la conversazione «beh, adesso ne conosci una. Io non ho bisogno di un ragazzo come lui, non ho bisogno che mi incasini la vita, che monopolizzi il mio tempo o che pretenda di sapere sempre cosa faccio e con chi» Eric sospirò «tesoro, Adam non è Grayson. Il fatto che tu abbia avuto la sfortuna di stare con un maniaco del controllo, non vuol dire che tutti siano così» Beth non sentiva nominare il suo ex da mesi, ma sussultò lo stesso «io...» si era inconsapevolmente stretta il polso, tanto da bloccare la circolazione.
Lo lasciò andare immediatamente e il sangue tornò a seguire il suo normale flusso, facendole formicolare le dita «tu conosci Adam quanto me, sono uguali» Eric scosse la testa «lascia giudicare a chi lo conosce un po' meglio di te ok? Sei sempre stata accecata da questo odio immotivato che ti ha fatto vedere solo una versione distorta di Adam. Certo, è arrogante e pieno di se. Ma se riesci ad arrivare sotto la superficie da idiota patentato, è un gran bravo ragazzo. Dovresti dargli una possibilità se la vuole sul serio...» Sembrò rifletterci sopra «a essere onesti, Adam non ha mai chiesto nulla. Se vuole qualcosa se la prende, quindi immagino che debba volerti parecchio per chiedertelo» Beth lo guardava scettico «va bene, capisco la tua diffidenza. Ma se prova di nuovo a parlare con te, almeno lasciagli dire tutto quello che deve. Poi potrai decidere se mandarlo al diavolo»

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