capitolo 9.

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ELIZABETH:

Aveva appena finito di fare la doccia per lavare via l'acqua salata, quando il suo telefono squillò «ma allora sei viva!» la salutò la voce di Nora, facendola sorridere «sì, sono viva» constatò, tamponandosi i capelli con un asciugamano «usciamo stasera? Jake non vuole dirmi niente di come è andata la vostra uscita!» esclamò, indignata «certo, perché no. Fa bene a non dirti niente! Se vuoi sapere qualcosa chiedi a me» le disse, contenta di sapere che Jake non sarebbe andato in giro a raccontare gli affari suoi «però ti avverto, non devi dire niente a Cole. Sul serio, non lasciarti sfuggire niente, ok? Voglio dirglielo io quando sarà il momento» per sua stessa ammissione, Nora non era brava a mantenere i segreti e questo la preoccupava parecchio «ti giuro che farò del mio meglio e, se ti fa stare più tranquilla, chiederò anche a Jake di controllarmi» Liz rise «sì, mi farebbe stare più tranquilla. Mandami un messaggio con l'ora, ci vediamo dopo» delle voci arrivavano dalla cucina, non pensava che i ragazzi fossero già tornati.
Si avviò lungo il corridoio, ma le parole di Eric la bloccarono sul posto «io continuo a dire che dovremmo dirglielo» sembrava insistente «mi immagino che bella conversazione "sai Liz, quello psicopatico del tuo ex è tornato in città e vuole vederti!" Non dire cavolate, rischiamo solo di mandarla nel panico. Io dico che non dovremmo dirglielo» il portone si stava aprendo, ma lei si era già precipitata in cucina «Grayson è tornato?» poteva sentire lei stessa il panico nella sua voce, ma non le importava «chi è Grayson?» domandò Adam, sedendosi su uno degli sgabelli dell'isola «non può essere tornato!» esplose lei, non riuscendo più a trattenersi «calmati».
Cole corse ad abbracciarla, ma lei lo scansò «dove lo avete visto?» domandò con quel filo di voce che le era rimasto «al Grove, ci ha riconosciuto e si è avvicinato» Liz aveva iniziato a tremare «che cosa voleva?» si strinse tra le braccia, sperando di controllarsi.
​Adam la guardava preoccupato, quasi più degli altri due visto che non aveva idea di quello che le stava succedendo «ci ha salutato, ha detto che è appena tornato in città e poi...» ma la voce di cole si era spenta, non riusciva a guardarla negli occhi «e poi ha detto che sperava di rivederti perché deve dirti un paio di cose» finì Eric per lui.
Il tremore aumentò, mentre Liz faceva un passo indietro «stai tranquilla. Gli abbiamo detto che non ci deve nemmeno provare, che se solo sfiora i trecento metri è un uomo morto» ma saperlo non la rassicurò per niente «qualcuno mi spiega per favore che sta succedendo!?» sbottò Adam, ma lei quasi non lo sentiva. Alzò lo sguardo, realizzando che Adam stava cercando il suo.
Lacrime indiscrete e indesiderate sfuggirono al suo controllo, rigandole le guance «non ce la faccio...» si voltò, sfuggendo ancora alle braccia di Cole, e andò a rifugiarsi in camera sua.

ADAM:

Quella situazione era assurda, nessuno voleva spiegargli che cosa stava succedendo! Liz era praticamente scappata via, sbattendo la porta dietro di sé. Cole guardava impotente il corridoio, indeciso se andare o no da lei. Alla fine decise che non era il momento, così tornò a concentrarsi su Eric «ECCO PERCHE' NON GLIELO VOLEVO DIRE!» gli urlò contro, tentando di sfogare un po' di frustrazione «anche io odio vederla così, ma pensi sul serio che se lo avesse incontrato per caso senza sapere che era in città sarebbe stato meglio?!» a quel punto Adam sbatté le mani contro il bancone, attirando l'attenzione dei ragazzi «pretendo una spiegazione. ORA» Cole espirò violentemente, tentando di ritrovare un po' di calma «circa due anni fa, Liz ha iniziato a frequentare questo tizio. Sembrava un tipo a posto, con la testa sulle spalle. Lei era completamente andata, pendeva letteralmente dalle sue labbra. Piaceva anche a noi, era bello vederla così allegra» iniziò, tentando di scegliere con cura le parole «è andato tutto bene, almeno per i primi sei mesi... Poi le cose hanno iniziato a essere strane: Liz trovava le scuse più assurde per non uscire con noi, passava il suo tempo solo con Grayson, faceva solo quello che gli diceva... Era completamente soggiogata. All'inizio pensavamo che fosse normale, che in fondo la loro relazione stava diventando più seria. Iniziammo a preoccuparci quando lei smise anche di rispondere al telefono. Se chiamavamo a casa, sua madre ci diceva che non poteva parlare o che non era lì, ma anche lei era in ansia. Poi ci disse che non voleva vederci più, che non...» Cole non sembrava in grado di continuare «ci vollero quasi altri sei mesi perché lei reagisse e lo lasciasse. Ma lui non voleva essere lasciato. Liz fu costretta a chiedere un ordinanza al giudice per impedirgli di avvicinarsi a lei o a casa sua o alla scuola. Voleva chiederlo anche per noi dopo che aveva provato a prendersela con Nolan... Noi ci rifiutammo, anche perché Nolan ci era andato giù pesante. Fu una fortuna che non sporse denuncia, ma almeno a noi non si è più avvicinato. Dopo un paio di mesi, si è trasferito in Florida, da alcuni parenti. Non pensavamo tornasse» Eric lo guardava, preoccupato della sua reazione.
Lui sapeva cosa c'era tra loro, glielo leggeva in faccia.
Ma non poteva dirgli niente, perché c'era Cole.
Adam iniziava a detestare questa storia.
Alla fine, Eric si rivolse a Cole «usciamo, andiamo a prendere qualcosa da mangiare per Liz e noleggiamo qualche DVD. La cosa migliore per fargli passare il momento è distrarla» si alzò, ma Cole stava guardando lui «noi torniamo presto, so che non vi sopportate ma per favore non farla uscire di casa» lui annuì, aspettando a mala pena che il portone si fosse chiuso dietro di loro per precipitarsi da Liz.
Si fermò davanti alla porta e bussò piano «COLE, VA' VIA!» gli intimò, ma lui aprì lo stesso «sono io» si richiuse la porta alle spalle, cercando di vederla.
La stanza era quasi completamente al buio «sono qui» lo chiamò, facendogli abbassare lo sguardo.
Liz se ne stava rannicchiata a terra, le gambe strette tra le braccia e il volto rigato di lacrime.
Aveva ancora i capelli umidi «te lo hanno detto vero?» gracchiò, sembrava esausta «non avevano il diritto di farlo» si lamentò, mentre lui si lasciava cadere accanto a lei «non guardarmi così, non voglio la tua pietà» Adam vedeva quanto le costasse controllarsi «sono umano anche io, è normale che mi preoccupi dopo aver visto la tua reazione» lei gli nascose il viso, non voleva farsi vedere «è per questo che mi hai detto che non vuoi che ti controlli troppo? Hai paura che diventi possessivo?» riuscì a domandare dopo qualche attimo di silenzio. Lei singhiozzò «siete così simili...» riuscì a sibilare, ma ancora non alzava lo sguardo «che ti hanno detto Cole e Eric?» gli chiese, lasciandolo un po' interdetto.
Sospirò, prima di rispondere «che dopo un po' che stavate insieme tu hai smesso di vederli e di sentirli perché volevi stare solo con lui. Mi hanno anche detto che hai chiesto un ordinanza restrittiva» lei sbuffò «non è così? Ti prego, fa capire anche me» lei alzò le spalle «a che scopo? non voglio la pietà di nessuno, né tanto meno che tu ti senta obbligato a stare qui. Non mi devi niente, tranquillo. Non me la prendo se torneremo ad ignorarci. Lo capisco» lui aggrottò la fronte, scuotendo energicamente la testa «non dire cazzate. Voglio sapere, ho rischiato di rovinare tutto con te senza nemmeno rendermene conto. Dimmelo»

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