capitolo 15.

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ELIZABETH:

Un bussare lieve alla porta della sua camera la distolse dalla lettura «posso?» Adam era entrato ancora prima che lei lo invitasse a farlo.
La osservò con la testa un po' inclinata: Liz se ne stava rannicchiata sulla poltrona sotto la finestra, il libro ancora aperto in bilico sulle ginocchia «disturbo?» a Liz venne da ridere, anche se avesse risposto di sì non se ne sarebbe andato.
Sospirando chiuse il libro e lo appoggiò insieme agli altri accanto a se «ormai mi hai interrotto, quindi... posso esserti utile in qualche modo?» domandò, tentando di non sorridere.
Adam si avvicinò, appoggiando le mani sui braccioli della poltrona in modo da intrappolarla «prima di tutto, un bacio» si chinò fino a sfiorarle le labbra, troppo velocemente per i suoi gusti «ancora» suonava come una supplica, ma non le importava.
Lui la accontentò, concedendole quello che voleva.
Se la prese con calma, saggiando la sua bocca, evitando accuratamente ogni altro contatto tra di loro che non fosse quel bacio.
Ogni dettaglio di Adam ormai le stava diventando familiare, avrebbe potuto prevedere ogni mossa successiva semplicemente stando attenta a come respirava.
In quel momento stava stringendo talmente tanto i braccioli per impedirsi di toccarla che le nocche gli erano diventate bianche.
Per sbloccare la situazione, fu lei a muoversi per prima: gli prese il viso tra le mani, senza smettere di baciarlo.
Quel semplice contatto riuscì ad eliminare qualsiasi tipo di freno il suo ragazzo si fosse imposto «ero venuto per parlare» le fece notare, riuscendo a mala pena a sussurrare «dopo» replicò semplicemente mentre Adam le passava una mano dietro la schiena e una sotto le ginocchia alzandola senza difficoltà e portandola a letto.

ADAM:

«di cosa volevi parlarmi?» Liz lo guardava con gli occhi semi-chiusi, soddisfatta e rilassata.
Si stava rigirando una ciocca di capelli biondi intorno ad un dito, perso dietro ai suoi pensieri.
Si erano coperti distrattamente, rimanendo abbracciati «non lo avevamo mai fatto in camera tua» constatò, sorridendo appena «eri venuto a dirmi questo?» Adam tentò di soffocare una risata «ovviamente no, non avevo nemmeno intenzione di arrivare a questo punto quando sono entrato» gli lasciò un baciò sul petto «stamattina me lo avevi promesso però» gli ricordò, prendendolo in giro «è vero, Cole me lo rinfaccerà a vita di averci interrotti stamattina» la risata della ragazza gli risuonò nello sterno.
Non sapeva come parlare di Cole a Liz.
Ovviamente lei doveva sapere, si rifiutava di credere il contrario. Quei due si dicevano praticamente qualunque cosa, così come anche con Eric. No, non ne avrebbe parlato al momento, prima doveva capire che cosa gli frullava per la testa «mi ha chiamato Jake, volevano sapere se avevamo voglia di uscire» non era proprio una bugia, in fondo dovevano uscire con Jake, Nora e i ragazzi. «Veramente volevo uscire con Cole e Eric. Tuo fratello pretende che gli offra da bere» Adam alzò gli occhi al cielo «perché non usciamo tutti insieme? Ne è passato di tempo dal compleanno di Cole» le fece notare, sperando che accettasse «che serata avevate in mente? Perché Nora sono settimane che mi chiede di andare al Dragonfly, ha voglia di ballare» l'idea di andare in discoteca non lo entusiasmava particolarmente, lui non era amante delle grandi folle accalcate, era più difficile rimorchiare.
Ma lui non doveva più farlo no?
«vediamo se ho capito: mi stai chiedendo se mi va di vederti con un vestito indecentemente corto mentre balli con un drink in mano?» l'ultima volta che la aveva vista in un locale simile era al Viper.
La aveva guardata ballare con Nora, troppo concentrato a ricordarsi che la detestava per godersi davvero la serata.
Quando erano tornati a casa lei era talmente ubriaca che gli aveva chiesto di fermarsi a dormire con lei «fammici pensare...» lei si era messa carponi, i capelli che le ricadevano davanti alla spalla sinistra «quante cose sono cambiate in tre mesi? Dopo potrei essere abbastanza brilla da dover essere messa a letto. Mi sembra di ricordare che l'ultima volta non ti è poi dispiaciuto tanto...» si chinò per baciarlo.
In fretta Adam ribaltò la situazione, ritrovandosi sopra di lei con i gomiti appoggiati ai lati della sua testa «potremmo passare direttamente alla conclusione della serata» le propose, facendola ridere «dai, devo chiamare Nora e poi farmi una doccia» gli appoggiò le mani sul petto, senza però spingerlo via «vuoi una mano?» lei avvicinò il viso al suo, senza però toccarlo «no» vedeva la scintilla di divertimento nei suoi occhi, adorava stuzzicarlo «lo dici tu ai ragazzi?» Adam si era spostato, permettendole di alzarsi «solo se mi dai un bacio» lei lo guardò diffidente mentre si infilava la sua maglietta: le stava come un vestito «uno solo, devo prepararmi» si chinò, gli lasciò un bacio a fior di labbra e lo lasciò lì.

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