capitolo 16.

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ADAM:

Cole o Liz?
Suo fratello o la sua ragazza?
Con il cuore era nella stanza insieme a Liz, mentre con la testa era in soggiorno con Cole.
Si sentiva in colpa ad aver combinato quel casino, anche se non aveva capito bene come aveva fatto.
Eppure vedere Liz in quel modo...
«maledizione» l'imprecazione arrivò forte e chiara attraverso il corridoio.
Dopotutto Liz pensava che lui stesse dormendo, no?
Glielo avrebbe lasciato credere ancora per una decina di minuti.
Una volta in cucina, trovò Cole seduto sul divano, la testa tra le mani e una birra aperta sul tavolinetto.
Non c'erano alcolici più forti in casa «credi che bere ancora sia una buona idea?» non sapeva bene che dire.
Cole si coprì il volto con le mani «vattene» Adam invece si avvicinò «mi dispiace» non sapeva bene per cosa si stava scusando, ma sentiva il bisogno di dirlo «oh, certo. Come se questo potesse aggiustare tutto» afferrò la bottiglia e bevve un altro sorso «stammi a sentire ok?» ma Cole continuava ad ignorarlo, così gli strappò la bottiglia di mano «senti, io sarei dovuto venire direttamente a parlarne con te invece di fare quel teatrino al locale, ma non credevo che tu mi dessi corda!» finalmente aveva catturato la sua attenzione «a parlarmi di cosa, esattamente?» Adam si fece coraggio, sedendosi a sua volta «ho visto te e Eric baciarvi» passò un minuto, poi due e ancora tre e Cole non parlava.
Quando alla fine alzò lo sguardo su di lui, aveva i lineamenti completamente trasformati dalla collera «tu ci hai visti!? E non potevi semplicemente venire da me e parlarne!? Non ti è minimamente passato per l'anticamera del cervello che avremmo potuto avere una conversazione civile come delle persone normali? No, certo, tu devi sempre fare il cretino. Non so proprio per quale diavolo di motivo Liz abbia scelto un coglione come te, dopo Grayson pensavo che avesse capito da chi tenersi alla larga. Adesso scusami, me ne vado» si alzò, dirigendosi verso la porta «aspetta, dove hai intenzione di andare?! È notte fonda! Prima di decidere qualcosa dormici su, ne riparliamo con calma domani mattina» tentò di convincerlo, ma lui non si spostò di un passo «l'occasione per parlare la hai persa stasera quando hai deciso di giocare con me. Non posso restare in un posto in cui non sono benvoluto» e si sbatté la porta alle spalle.
Non poteva corrergli dietro, non avrebbe mai accettato di parlare con lui, ne tantomeno con Liz.
Ma non poteva semplicemente aspettare che si facesse giorno per andarlo a cercare, se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Afferrò le chiavi di casa e si precipitò in strada, facendo contemporaneamente partire una chiamata verso il cellulare di Jake.
Rispose al quarto squillo «ti prego dimmi che stai per morire perché se non hai un buon motivo per chiamarmi a quest'ora giuro che quella povera ragazza dovrà organizzare il tuo funerale» non aveva tempo per le minacce dettagliate di Jake «credimi non vorrei chiamarti ma Cole è andato via di casa furioso, è sbronzo e mi odia praticamente. Ha anche litigato con Liz, quindi non vuole tornare a casa. Lo sto seguendo ma mi serve qualcuno che lo convinca per lo meno ad andare a casa dei miei e certo non ci si farà portare da me» Adam sentì Nora sbuffare dall'altra parte della cornetta «perché non è andato da Eric?» sentiva che Jake si stava vestendo, il che era un grosso sollievo «perché hanno litigato, o una cosa simile. Senti, non lo so. Mi serve una mano» Cole continuava a camminare a passo spedito.
Avevano già attraversato quattro quartieri, ma non aveva idea di dove stesse andando. Probabilmente non lo sapeva nemmeno lui «arrivo, dove siete?» si sentì sollevato «siamo a pochi isolati da casa. Quando sei vicino richiamami»

ELIZABETH:

Uno spostamento sul suo letto la svegliò, strappandola al torpore in cui era piombata «hey» Adam scansò il cuscino che aveva usato per soffocare i singhiozzi e le circondò i fianchi, stringendola a se. Liz lo strinse a sua volta, nascondendo il viso nell'incavo del collo del ragazzo. «Come mai sei così freddo?» Adam la strinse solo più forte «io e Cole abbiamo discusso e lui se ne è andato. Sono uscito per corrergli dietro» era strano che non li avesse sentiti «lo hai riportato a casa?» anche se avevano litigato, non vuol dire che non si preoccupasse del suo migliore amico «no. Ho chiamato Jake e lui è riuscito a convincerlo a tornare dai miei. Mamma mi ha mandato un messaggio poco fa, Cole è crollato addormentato in camera sua» Liz sospirò per il sollievo «odio questa situazione» Adam annuì «oggi arrivano Nolan e Jay» aveva praticamente rimosso dell'arrivo degli amici.
Quella settimana iniziavano le vacanze di natale e anche lei aveva deciso di tornare dà i suoi genitori «sei ancora decisa a tornare a casa per natale?» le chiese infatti, non molto soddisfatto della prospettiva «sì, sono ancora decisa. Lo so che preferiresti avermi qui, ma passeranno in fretta questi giorni» si allontanò di un poco, giusto quello che era sufficiente per guardarlo negli occhi «potresti tornare anche tu, sai che Ellen ne sarebbe entusiasta» lui sbuffò «sì, ma non Cole. No, credo che gli darò un po' di tempo per sbollire la rabbia e stare separati magari ci aiuterà a vedere le cose in prospettiva. Con noi ha funzionato no?» in effetti non aveva tutti i torti «vuoi che ti accompagni all'aeroporto a prendere i ragazzi?» lei scosse la testa, improvvisamente lucida «vado con Eric e poi...» non sapeva bene come dirglielo perché non sapeva come la avrebbe presa «e poi i ragazzi ancora non sanno che stiamo insieme» disse tutto d'un fiato.
Adam sembrava confuso «perché non glielo hai detto?» non aveva l'aria arrabbiata, doveva essere molto stanco «perché non è un discorso che si può fare per telefono e poi non lo volevo dire a Cole, figurati a quei due» Adam si puntellò su un gomito per guardarla meglio «ti vergogni?» lei scosse la testa vigorosamente «certo che no, che assurdità! solo che tu non sei un ragazzo qualsiasi e la nostra storia è una questione che va discussa a voce» un sorrisetto ironico si dipinse sul volto di Adam «e così siamo una questione è?» la prese in giro, arrotolandosi una ciocca dei suoi capelli tra le dita. Liz aveva notato che lo faceva spesso, soprattutto quando era sovrappensiero «facciamo così: i ragazzi arrivano tra... - guardò la sveglia sul suo comodino, segnava le sette e mezza - tra tre ore più o meno. Tu adesso ti riposi, chiami tua madre per sentire come sta Cole e poi ci sentiamo. Io prometto che porto i ragazzi a casa a lasciare le valige, ci andiamo a prendere qualcosa da bere e gli racconto tutto ok? Sono molto più comprensivi a stomaco pieno» poteva vedere che era divertito da quella storia «va bene, ma io continuo a dire che dovresti fermarti qui per le vacanze. E se avessi problemi a dormire? io non sarei alla porta accanto» anche se provava a fare il serio, si vedeva che gli veniva da ridere «tranquillo, non capiterà» lo rassicurò «e poi puoi sempre venire a trovarmi no? Mai provato il brivido di non farsi vedere dai genitori?» lui sembrò indeciso sul momento «ok, non lo voglio sapere, fa finta che non te lo abbia mai chiesto» a volte dimenticava i trascorsi di Adam «ma l'idea di venirti a trovare mi piace, sei la prima ragazza di cui conosco i genitori» realizzare quella cosa la fece sentire stranamente allegra «adesso dormi un po', io mi vado a fare una doccia».

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