capitolo 8.

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ELIZABETH:

«Allora, che film hai scelto?» Liz non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Come era riuscita a farsi convincere? Beh, non è che avesse tanta scelta in fondo. Prima o poi sarebbe dovuta tornare a casa e lui sarebbe stato lì ad aspettarla, quindi era inutile posticipare.

Era seduta sul divano, più nervosa di quello che si sarebbe aspettata, anche se continuava a ripetersi che per lei quello non era un appuntamento.

Adam la guardava, aspettando una risposta «devo dire che non è stato così semplice scegliere. Ovviamente ho Alice nel paese delle meraviglie perché tu non puoi non averlo visto. Quello che è stato difficile è stato il secondo film» iniziò a spiegare, mettendo il primo disco nel lettore DVD «perché?» domandò lui, aspettandosi una spiegazione «perché, se tu non fossi così digiuno di cinema, ti avrai fatto vedere il film che ne ha tratto Tim Burton. Ma - visto che tu non hai la più pallida idea di chi io stia parlando - non sarebbe una giusta introduzione al suo genio. Così ho scelto un vero capolavoro del giallo: la migliore offerta» lui si sedette, mettendosi comodo.
Quella sera la distraeva: indossava un paio di jeans che gli cadevano perfettamente sui fianchi e una camicia azzurra - che non lasciava praticamente niente all'immaginazione - con le maniche arrotolate fino al gomito.
Lei non si era certo messa in tiro, aveva solo indossato i suoi jeans neri preferiti e una canotta verde.
Ok, magari si era truccata giusto un pochino.
Ma niente più del solito.
Non aveva fatto niente anche ai capelli, li aveva solo lasciati sciolti.
No, non avrebbe dato ad Adam la soddisfazione di sapere che si era messo in tiro «due film? sicura di reggere? l'ultima volta sei crollata dopo dieci minuti» le fece notare, tentando di trattenere una risata «beh, l'ultima volta ero sbronza. Non conta» replicò, piccata «comunque il cartone non dura tanto, invece il film è abbastanza lungo. Se resisti stasera, ti si aprirà un mondo» gli assicurò «sembri quasi il reclutatore di una setta» la prese in giro mentre suonava il campanello, la loro cena era arrivata «lo sono, i cinefili hanno sempre bisogno di nuovi affiliati... Sei un po' avanti con l'età per i nostri standard, ma - se ti dimostrerai all'altezza - potremmo anche prenderti» lui scosse la testa, aprendo al fattorino.

«Io essere alto esattevolmente otto centimetri e trovare un'invidiabile altezza!» citò ancora, parlando insieme al film. Adam la guardava divertito, scuotendo la testa.
Se ne stava comodamente sul divano, mentre lei era seduta per terra, usando il tavolino come piano d'appoggio per mangiare.

«Ti piace davvero questo film» commentò, abbandonando definitamente la scatola del manzo alle mandorle, ormai vuota, e sedendosi più comodo «rimane uno dei miei cartoni preferiti, voglio dire... Come fai a non adorarlo?» sembrava divertito dal suo entusiasmo «beh, non è poi una cosa molto sana adorare un cartone ambientato in un mondo di matti» lei lo guardò, quasi scioccata «ma non sono matti!» Sbottò, appoggiando quello che rimaneva della sua cena «solo perché sono anticonvenzionali non vuol dire che siano matti» lui inclinò leggermente la testa, come per studiarla meglio «ti immedesimi in quel cartone, vero?» lei si alzò, quasi offesa «se è un modo carino per dirmi che sono matta, lo spengo» si avvicinò al televisore, allungando una mano verso il lettore DVD «no, non spegnere. Voglio finire di vederlo» la bloccò, sospirando «non volevo dire che sei matta... Dai, siediti qui con me» la invitò, tentando di non ridere di lei.
Sbuffando lo accontentò, accomodandosi vicino a lui e portando i piedi sul divano, piegando le gambe «non volevo guastarti l'umore» si scusò, allargando le braccia per poggiarle sullo schienale del divano «non credere che non sappia cosa stai facendo» lo punzecchio, bevendo un sorso d'acqua e rimettendo a posto la bottiglia «a sì? Cosa starei facendo di preciso?» la sfidò, guardandola negli occhi «stai cercando di creare del casuale contatto fisico. Il che ti distrae dal film» gli fece notare, sorridendo appena «non sia mai che io mi perda una sola scena!» La prese in giro, tornando a guardare lo schermo.

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