VI° capitolo

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Sono passati tre giorni dalla mia "scenata" a Luca, e da quel giorno ci siamo pressoché evitati. A dir la verità lui ha sempre cercato di parlarmi, mi aspettava fuori casa per andare a scuola insieme e due volte si é seduto vicino a me in classe, ma non abbiamo mai parlato, anzi, io non ho mai parlato. É un comportamento veramente da bambina, ma mi é più semplice, ho sempre fatto così e ho paura di cambiare.
Sono in camera di Mario per aiutarlo con alcuni esercizi di algebra, quando sento Tommy che dal piano di sotto ride a squarciagola. E la TV non é accesa, neanche la radio con la canzoni dello Zecchino D'oro che gli piacciono tanto. Perché ride allora?
- Mario aspetta due minuti, vado da  Tommaso e torno, intanto vai a rileggere la teoria - me ne vado sentendo uno di quegli sbuffi che lo caratterizzano.
Tommy continua a ridere, e scendendo le scale sento qualcuno che gli chiede di stare zitto, con sussurrati "shhh", ma mio fratello alza la voce e continua a ridere.
- Ehi bimbo, ti prego, era una cosa per tua sorella, per piacere... Ehi, mi ascolti? Bambinooo - che cavoli ci fa Luca in casa mia? É la sua voce, ne sono sicura, e appena arrivo in salotto lo trovo lì, con una pigiama ad unicorno bianco con sopra scritto: Lea, parlami!
Non ci credo! Si é veramente vestito così per parlare con me? E cosa c'entra l'unicorno? Non resisto e scoppio a ridere insieme a Tommy.
- Non c'è da ridere, ha un senso tutto ciò! - cerca di spiegarmi quale logica ci sia dietro questo suo arrivo, ma anche lui ci rinuncia e ride calorosamente con noi. La sua bellezza quando ride é sicuramente il triplo di quando si rattristice, e vederlo sempre così é un gusto per gli occhi e il cuore.
- Aspetta, okay ora ce la faccio - non direi visto che continua a ridere
- Okay, allora, ho pensato che visto che non parli con me, e sembra che a te non piaccia parlare con nessun altro essere esistente, ho pensato che magari ti rivolgi solo agli esseri immaginari(?) e quindi, oddio ho male alla pancia, eccomi qua - gli occhi mi brillano, e sento le lacrime accumularsi nelle iridi. Se non parlo con qualcuno, questo qualcuno si gira e se ne va, non mi cerca più, e soprattutto non cerca la mia attenzione, vestendosi poi da unicorno. Non mi accorgo di essere corsa verso di lui e di averlo abbracciato forte finché non sento Luca sussurrare - Se bastava solo un pigiama per questo facevi prima a dirmelo subito...- ha gli occhi quasi più grandi del solito, forse perché sono pieni di colore e sembrano essere pieni di serenità. I miei non potranno mai competere con i suoi, ma non é assolutamente quello che voglio.
Luca si é fermato a cena da noi, sempre con addosso il suo pigiama. Abbiamo parlato della scuola e di come si sta trovando a Milano, mi ha raccontato di aver conosciuto il mitico Rossi, il ragazzo più irresponsabile e divertente della scuola, e di come Maria si appiccica spesso e volentieri a lui, ma di come lui la respinge perché, parole sue, le sembra di parlare con una gatta in calore, e odia le gatte!
Si é anche iscritto a pallavolo, nella mia stessa società e poi mi ha proposto di andare ad allenamento insieme, tanto le nostre squadre si allenano negli stessi orari. L'ho trovata una cosa carina, anche perché sono stanca di prendere sempre gli autobus strapieni di gente e lui, avendo già compiuto diciott'anni ha una macchina tutta sua. E forse, ma solo forse, non mi dispiace passare più tempo possibile con lui.
Ah, ha anche conosciuto Niccolò, e gli é sembrato talmente simpatico che sono subito diventati buoni amici..non vedo nulla di buono in ciò...
Sono le 22.30 quando il mio compagno di serata se ne va, non prima di lasciarmi un bacio in fronte e dicendomi - Se cerchi un unicorno, sono a disponibilità fino alla settimana prossima, visto che l'ho affittato, ma se cerchi semplicemente  Luca, sai dove trovarmi. Notte Lea.. -
Si chiude la porta alle spalle, e io, ancora pensando a quel piccolo bacio sulla fronte sussurro - Notte Luk -

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