XIV° capitolo

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LUCA P.O.V.
-...quindi non ti piace il gelato? Ma sei sicuro di stare bene? Di essere un umano? Di non essere nato su Marte?
No perché sei la prima persona, e spero l'ultima, che afferma di odiare il gelato! Alle creme poi! Signore Santissimo, con chi mi sono  messa? - ride spensierata, e la sua risata é come musica per le mie orecchie.

Un'ora e ventiquattro minuti. Siamo al telefono da un'ora e ventiquattro minuti, ed io non mi sto per niente annoiando. Avevo chiamato io Lea, appena tornati da scuola, con una scusa -quante ore abbiamo domani?- solo per sentirla ancora. E lei aveva cominciato a parlare con la sua solita velocità, rubando dalla mia testa qualsiasi pensiero non fosse lei.


Stavamo insieme da cinque giorni e giuro di non essere mai stato così sereno. Avevamo già cominciato una tipica routine da fidanzati e io ne ero veramente felice e onorato: la mattina la passavo a prendere sotto casa e, dopo averle dato un tenero bacio come buongiorno, ci incamminavamo mano nella mano fino a scuola, dove nessuno era sembrato molto sbalordito da questo cambiamento... Forse si vedeva proprio che ero cotto!
Poi in classe ci sedevamo vicini quando era possibile, ma ahimè quasi sempre i professori ci separavano, forse perché erano stufi di assistere a baci nascosti, complimenti sussurrati e carezze automatiche, ma cosa ci volete fare, se sono così vicino ad una come lei non so fermarmi!
La merenda invece la passavamo sempre separati perché lei andava a trovare Alice in cortile, ma non mi dispiaceva, visto che so quanto una tiene all'altra, e poi quella era la mia occasione per copiare un po' di appunti, visto che avendo Lea sempre sott'occhio era molto difficile seguire le lezioni....
Dopo scuola tornavamo a casa insieme ed era stupendo sentirla raccontare quale strana sfiga fosse capitata alla sua amica, quale verifica in preparazione le metteva ansia e quali faccende l'aspettavano a casa.
Poi però arrivavamo sotto i rispetti portoni, un bacio, un abbraccio ed ognuno a casa sua. Questo fino a quale ora dopo, perché io, già sentendo la sua mancanza, la chiamavo.
Agli occhi di tante persone potremmo sembrare un po' finti, un po' troppo innamorati ed un po' troppo presi, ma forse nessuno può capire cosa vuol dire avercela vicino.

- Sicurissimo principessa, sono fatto così! L'ho sempre odiato e continuerò a farlo, mi spiace... E comunque, all'ultima domanda é facile rispondere...col ragazzo più figo della scuola ovviamente! - amo  rinfacciarle quante ragazze continuano a complimentarsi con lei per la nostra storia, ma amo ancora di più ricordarle che hi scelto lei e che rifarei mille volte quella scelta.
- Oh ora non esageriamo, sei carino, tutto qua...ma vuoi mettere quello biondo di 5^C? Oh, quello si che é bello! - non potevo vedere la sua faccia dal telefono, ma posso giurare di immaginarmela con una mano davanti alla bocca che cerca di trattenere le risate, e gli occhi color nocciola vivi dal divertimento.
- Oh piccola, se vuoi vengo lì e ti faccio vedere chi é il più bello...- ma la cosa che amo in assoluto é metterla in imbarazzo, e ci stavo riuscendo proprio benissimo. Sicuramente sarà diventata tutta rossa, ma quando arrossisce aumenta in maniera smisurata la sua bellezza, quindi non é una cosa negativa...
-  Quanto sei stupido Lucaaa! Comunque ora devo andare a ripassare latino, o domani prendo un bel "impreparato"..potresti fare lo stesso caro mio, non é che ti faccia male studiare...-
- Sisi, studierò domani, o dopodomani, o quando ne avrò voglia...oggi no, perché sai, stavo proprio pensando di andare a trovare la mia ragazza, per passare un pomeriggio insieme visto che é a casa da sola..o sbaglio? - mi aveva detto, stamane, che sarebbe restata sola tutto il pomeriggio, visto che il fratello maggiore aveva deciso di portare gli altri due ad un partita di calcio di amici, e che lei sarebbe stata sola, quindi quale giorno migliore per passare un bel pomeriggio come due piccioncini?
- Ma ti ho appena detto che devo studiare Luca...non so niente di latino e domani mi chiama, sicuro...sai che odio prendere brutti voti...- e proprio perché la conosco non cerco di convincerla ma la sostengo, salutandola e dicendole che le avrei scritto stasera, quando sicuramente avrà finito.
Non ci sono rimasto male, abbiamo passato questi  cinque giorni praticamente attaccati, quindi prendo questa occasione per chiamare Rossi, uno dei compagni con cui ho legato di più, ed invitarlo a fare un giro per Milano.

- Allora campione, ti ho visto molto preso dalla piccoletta eh? - quando parlo con Matteo, si chiama così, mi pongo sempre le stesse domande: perché mi chiama Campione? Perché chiama Lea "piccoletta" se é alta 1.80? Ho fatto anche a lui queste domande, ma puntualmente mi risponde che quando verrà il tempo mi svelerà il significato di queste due parole..sono molto curioso però!
- Si vede tanto? É che...non so..ma é quello di cui avevo bisogno...- con lui posso aprirmi, é un po' impiccione e goffo, però é un ottimo amico.
- Si vede, eccome se si vede! Sembrate marito e moglie, soltanto che non litigate, ed è una cosa positiva, penso...-
- Pensi? Perché? -
- Beh, okay che state insieme da veramente poco, ma avete 17 anni, più che passare ore al telefono dovreste passarle facendo altro, non so se capisci...-
- Matteo! Sì che capisco, ma non ti sembra presto? Come hai detto tu stiamo insieme da poco, dobbiamo ancora conoscerci e condividere molto prima di andare a letto insieme, non pensi? -
- Io penso che se stessi con una come Lea non vorrei altro...- ora sta esagerando, okay che é mio amico, okay che é nel periodo dell'adolescenza, ma non può pensare veramente che io voglia solo quello da lei!
- Appunto, non stai con una come lei, quindi non puoi capire. Chiudiamo qui il discorso. - stavamo camminando alla pari, ma dopo questo scambio di idee, lo sorpasso rapidamente.
- Eh dai campione, stavo scherzando! Ehi fermati! -
- Cosa vuoi ancora Matteo? -
- Una birretta, che ne dici? -


LEA P.O.V.
Latino, latino e ancora latino. Sono sui libri da quattro ore e non capisco praticamente nulla! La nostra professoressa ci carica di versioni, esercizi e testi da imparare, ed io ,dopo quattro anni così, sono sfinita.
Ho visto un post su Facebook di Rossi che, con Luca, bevono una birra. Sono felice siano usciti insieme, Luca non conosce ancora molte persone qua a Milano e Matteo mi sembra ottimo per farlo ambietare.
Sono le 19.30, mamma dovrebbe tornare per prepararsi ed andare al cinema, mentre Niccolò dovrebbe rientrare a minuti con le pesti. Sono andati ad una partita di calcio alla quale Mario teneva tanto, mi ero offerta di accompagnarli, ma Nicc mi aveva assicurato di riuscire a tenerli a bada tutti e due.
Sono le 20.02, mia mamma é appena entrata dalla porta ,ma del resto della famiglia ancora non si vede l'ombra...
- Dove sono gli uomini di casa?- mia mamma sorride, ha un sorriso stanco, ma pur sempre sincero.
- Non so, dovrebbero essere tornati mezz'ora fa ormai dalla partita...avranno trovato traffico penso...-
Sono le 20.45, e la porta non si é ancora aperta. Sia io che mia madre abbiamo chiamato più volte Niccolò, ma il telefono risulta staccato.
Ho parlato anche con Luca, il quale ha provato a chiamare mio fratello, ma non risponde neanche a lui. Ha provato a chiamare anche compagni di pallavolo che andavano alla stessa partita, ma hanno detto che era terminata da molto e che nessuno era rimasto allo stadio. Poi Luca mi ha raggiunto a casa, portando tutti i numeri delle persone che sarebbero potuti essere lì.
Sono le 21.50, quando squilla il telefono di casa. Mi precipito a rispondere superando mia madre e all'altro capo della cornetta c'è Nicc, che semplicemente mi dice: - Lea,non trovo piú Tommy.-


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 07, 2016 ⏰

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