XII° capitolo

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-....Lea, devi sempre guardare la palla, devi vedere quando é nel punto più alto, quando sembra impossibile arrivarci, e allora lì salti, salti più che puoi, e la schiacci, okay? Sai farlo, vai Lea!
Ma papà, non ci riesco, non ci riesco sei vai via, papà dove vai? Dove stai andando? Papà!!!....- sono tutta sudata, sola, nel mio letto, e l'ho di nuovo sognato. Sono varie settimane che faccio questo sogno: io e lui da soli in palestra, lui vestito come quando mi allenava e io che pendo dalle sue labbra. É stato mio papà a farmi avvicinare alla pallavolo, e forse é l'unica cosa per cui ancora lo ringrazio.

Tempo di alzarmi, prepararmi e vestire i miei due fratelli, che Luca suona al campanello per portarmi a scuola. Sono ormai due settimane che andiamo a scuola insieme e anche agli allenamenti. É veramente una forza della natura in campo, gioca come opposto e veramente, se schiaccia non ce n'é per nessuno. Ovviamente prima di trasferirsi giocava già in una squadra, in serie B1 per di più, mentre qua il massimo che ha trovato é stata una serie D, ma non si lamenta.

- Ehi Lea!- mi saluta abbassandosi e dandomi un piccolo bacio sulla guancia. Lo fa ogni mattina, ed ho scoperto che é la cosa che aspetto con più impazienza ogni mattina.
- Giuro che non so niente di storia dell'arte, dovrai passarmi tutto il compiti, non scherzo! - lo avverto puntandogli un dito contro, lui lo prende, se lo passa sulla guancia e mi prende tutte le due mani... - tutto quello che vuoi.... panchinara - afferma strizzando gli occhi in una smorfia buffa. Oh no, mi ha appena dato della panchinara? Ora se la vedrà con me...
- Scusami caro? Panchinara a chi? Ho messo a terra 25 palloni su 27 ieri, prestazioni che neanche t'immagini, tesoro mio - e gli faccio la linguaccia.
- Sei carina quando mi chiami "tesoro mio" - ha gli occhi più brillanti della sera prima, più brillanti del solito, e la voce leggermente più roca. Io invece sento brividi ovunque e mi sento rossissima, già immagino il colorito della mia faccia...
- Dai scemo, facciamo tardi - mi giro velocemente per non vedere il suo sguardo che sicuramente sarà pieno di orgoglio per avermi fatto arrossire.

É stata una mattinata piuttosto leggera, Luca mi ha passato il compito di Storia dell'arte e io in cambio gli ho comprato una cioccolata, senza zucchero come piace a lui, alle macchinette.
Mi sto affrettando ad uscire per passare qualche minuto con Alice prima di andare via, quando Maria mi si avvicina con una busta piena di biglietti in mano.
- Senti Lodi, tra due sere é il mio compleanno, ho organizzato una festa veramente da urlo, con un sacco di gente -
- E perché lo dici a me? Non mi hai mai invitato e io non ho mai invitato te, dov'è il problema ora?
- Il problema si chiama Luca. Quando ha saputo che tu non saresti venuta perché non ti avevo invitato ha detto chiaramente che non sarebbe venuto perché " non gli piacciono i pregiudizi". Ora, non posso permettermi di non avere il ragazzo più gnocco - ragazzi, erano secoli che non sentivo questo aggettivo! -alla mia festa, quindi, ecco un invito anche per te. Non puoi entrare senza, quindi ricordati di portarlo. -
- Ah, bé grazie Maria, grazie di questo invito così spontaneo - prendo il biglietto e me ne vado non capendo veramente se sono felice perché Luca si é esposto così tanto, o frustrata perché dovrò andare alla festa di quella cretina.

Avendo fatto più tardi del solito non vedo Alice, ma trovo mia mamma in macchina che mi aspetta davanti al cancello.
- Lea, tesoro, come va? - si é truccata leggermente, come ogni mattina, ma sembra ancora più giovane. Secondo me é veramente una bella donna, e sono sicura che tra poco tempo troverà qualcuno e stranamente non sono triste, è giusto che trovi la sua felicità.
- Tutto bene, niente di particolare - le chiederò domani sera, quando é a casa, se posso andare alla festa, e penso non ci saranno problemi.
- Oggi, il ragazzo che viene in palestra con te, a scuola con te, che ti vede più di me - Mamma, non é vero!
-...come si chiama? Va bé, insomma, lui, é venuto alla macchina mentre ti aspettavo e mi ha chiesto di darti il suo numero, ha detto che ancora non lo hai e che non ti ha visto dopo scuola! Com'é possibile che non avete ancora il numero uno dell'altra? Praticamente esci sempre con lui! Se non dovessi trovarti andrei subito da lui, ma se non avete neanche i numeri siete messi male eh! -
- Mamma, intanto non usciamo sempre insieme, ci vediamo ogni tanto, praticamente conosce solo me - piccola bugia, usciamo tantissimo, anche solo per andare a fare la spesa, e ormai conosce tutta la scuola - e comunque si era rotto il suo telefono e non aveva senso darmi il numero se lo avrebbe cambiato nel giro di qualche giorno. -
- Ah va bene, comunque, questo é il numero di quel ragazzo tanto carino - mi ammicca dolcemente e mi passa un bigliettino.

Sono le 23.50 e sto ancora ripassando disegno tecnico per domani. Ogni anno, puntualmente, vengo rimandata in disegno tecnico. Non ci posso fare niente ,ma sono una frana ed una pasticciona, anche se passo ore e ore a provare disegni di tutti i tipi.
Non ho scritto a Luca, se vuole lo farà lui, insomma, é un ragazzo e non tutti hanno capito che le ragazze odiano fare il primo passo.
Alle 24 ho finito l'ultimo disegno e mi sto per buttare a letto, quando prendendo il telefono, noto una notifica di whatsapp: "Notte panchinara mia" con l'emoji del bacino e della panchina.
Mi metto sotto le coperte con un sorriso penso infinito sulle labbra.

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