Scommettiamo...

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Il pomeriggio successivo, come aveva deciso la prof andai a scuola per presenziare all'open-day. Mentre percorrevo il tragitto dalla fermata dell'autobus a scuola ascoltai la musica del mio I-Pod
-Corvaglia- disse Ferri dietro di me, mi affiancò e prese una cuffietta per sentire che musica ascoltavo -No, Corvaglia mi deludi. Che musica orrenda ascolti?- mi domandò ridandomi la cuffietta
-Senti Ferri, Mengoni è Mengoni e non è musica orrenda!- replicai quasi offesa allungando il passo
-Dai, non te la prendere- mi disse rincorrendomi e raggiungendomi, io mi fermai e lo guardai
-Da quand'è che t'interessa se me la prendo o meno?- gli chiesi
-Da mai. Di te non me ne frega niente- mi ripose ricominciando a camminare. Entrammo a scuola e andammo a cercare la professoressa per sapere cosa fare.
-Non sarà perché sono l'unica che non ti sei ancora fatta?- lo provocai dopo che la prof ci ebbe detto cosa avremmo dovuto fare
-No. Ho detto che sei scopabile, ma non farti strane idee- disse mettendo in chiaro le cose
-Secondo me sei tu che ti fai strane idee- azzardai io sorridendo
-Ok, scommettiamo?- mi chiese appoggiando le mani sui fianchi
-Su cosa?- domandai non capendo dove volesse arrivare
-Scommettiamo che entro un mese sarai nel mio letto?- mi disse
-Oh no cocco. Sarai tu a supplicarmi di venire a letto con te- replicai –Comunque accetto- dissi io, come mi era saltato in mente?
-Il primo che cede, perde- concluse lui tendendomi la mano che io strinsi, poco dopo mi sciolsi i capelli ondulati e scossi la testa con fare sensuale
-Sai fare solo questo?- mi chiese quando mi girai verso di lui per vedere l'effetto che gli aveva fatto
-No, caro- dissi avvicinandomi al suo viso e alzandogli il mento con un dito -È solo l'inizio- conclusi girandomi di spalle a lui per dirigermi verso le macchinette. Mi raggiunse e si appoggiò al vetro delle macchinette di fronte a me con le braccia incrociate
-Si?- gli domandai cercando di sembrare Giulia che in queste cose era molto più brava di me
-Volevo dirti che non sarà facile conquistarmi, quindi se vuoi lasciar perdere, ti capisco- ma a che gioco giocava, prima me lo proponeva e poi mi diceva che potevo tirarmi indietro quando volevo, forse aveva paura di perdere
-Ma a me piacciono le sfide, io non mollerò, sarai tu a cedere perché io sarò incontentabile- gli risposi fissando i suoi occhi azzurri –Ora devo andare, ci vediamo domani- conclusi infilandomi la giacca.
Dopo cena chiesi a Giulia di venire in camera nostra
-Che c'è?- chiese lei sedendosi sul letto
-Aiutami ad essere sensuale, sexy e provocante- le dissi mettendomi davanti all'armadio
-Mimì, sei impazzita?- mi domandò stupita
-No, devo solo vincere una scommessa- le risposi
-Che scommessa?- chiese Emanuele, al posto di Giulia, comparso sulla porta
-Ho scommesso con Ferri che l'avrei conquistato e che non mi sarei fatta conquistare da lui-spiegai ai miei fratelli seduti sul letto di Giulia
-Perché?-domandò Giulia
-Mi voglio divertire un po'- risposi aprendo l'armadio
-E se ti conquista e ti innamori di lui?-chiese Emanuele
-Me lo scorderò, non sarà difficile- dissi tirando fuori dall'armadio un paio di jeans attillati di Giulia e una canottiera blu
-Io te li presto i jeans, però mettiti anche questa- mi disse Giulia prendendo una camicia a scacchi blu e bianchi
-Rimanete qui- gli dissi uscendo dalla stanza.
Pochi minuti dopo uscii e tornai in camera
-Allora? Come sono? Sono abbastanza sexy e provocante?-domandai ai miei fratelli

-Io- disse Emanuele alzandosi dal letto -Chiuderei qua- concluse abbottonando la camicia, che io avevo lasciato aperta
-No Ema!- dissentì Giulia alzandosi dal letto –Devi lasciarla aperta- lo riprese sbottonandomi la camicia
-Senti Giulia, io mia sorella in giro così non ce la mando-protestò Emanuele
-A lei si e a me no!-chiesi io –Eh no, questa è discriminazione nei miei confronti- continuai
-Senti Mimì, questa non è discriminazione è protezione nei tuoi confronti- mi rispose lui
-Lei la proteggi e me no- s'intromise mia sorella –L'ho sempre saputo che era la tua preferita-
-Ma che cazzo dici Giulia?!-le domandò Emanuele –La difendo perché lei è insicura, a te se ti fanno dei commenti stronzi gli rispondi per le rime, lei no, lei invece comincia a farsi mille teghe, che io le sto evitando- le spiegò Emanuele, Giulia rimase senza parole
-Ema, ma sei dolcissimo- esclamai io abbracciandolo
-Scusa- sussurrò Giulia ad Emanuele
-Vieni qua- le rispose lui, segno che l'aveva perdonata, lo sentii accogliere anche lei nell'abbraccio
-Ma guarda che bel quadretto familiare- disse la voce di mia madre qualche secondo dopo
-Manchi solo tu- le rispose Giulia sciogliendo l'abbraccio
-Ma guardali i miei bambini che crescono- esclamò mia mamma abbracciandoci tutti e tre, come faceva quando eravamo piccoli
-Mamma- disse Emanuele –Non siamo più bambini- si lamentò
-Per me rimarrete sempre i miei bambini- concluse lei scoccando un bacio in fronte ad ognuno di noi.

Il mattino successivo, mi misi i vestiti provati il giorno prima e dopo aver fatto colazione andai a scuola. Quando arrivai, Ferri era seduto sul banco e stava parlando con Alessandro, un nostro compagno di classe, dopo aver appoggiato la cartella vicino al mio banco mi tolsi lentamente il cappotto sapendo di avere i suoi occhi puntati addosso
-Vedo che abbiamo cominciato a vestirci come si deve- commentò a bassa voce mentre il prof entrava in classe, lo fulminai con gli occhi
-Allora mi guardavi?- domandai sedendomi
-Eri oscena, era difficile guardarti e non ridere- rispose lui come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo, alzai gli occhi al cielo e non gli risposi
-Dobbiamo trovarci per fare la ricerca di scienze- mi disse qualche ora dopo
-Lo so- sbuffai –E se ci trovassimo oggi pomeriggio?- gli domandai
-Dove?- mi domandò lui
-Se vuoi possiamo trovarci a casa mia- ipotizzai
-Va beh- disse lui indifferente –A che ora vengo?- mi chiese subito dopo
-Per le quattro va bene- dissi io
-Ok- mi rispose, gli spiegai dove abitavo e fortunatamente suonò la campanella. All'uscita di scuola trovai Emanuele, gli corsi incontro dopo aver salutato Carlotta
-Ciao!- mi salutò contento –Sono venuto a prenderti- continuò
-Grazie- lo ringraziai salendo in macchina dove c'era Giulia
-Cosa volete per pranzo?- domandai io mentre stavamo tornando a casa
-Pasta col pesto- risposero i miei fratelli in coro
-Ok- acconsentii io che facevo sempre da mangiare quando non c'era la mamma.

Facciamo un gioco? Chi s'innamora prima, perdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora